I care about you

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Abbie aprì piano gli occhi e si ritrovò sulla superficie comoda di un divano, sicuramente molto più confortevole del suo maledetto letto. La testa le pulsava forte, e si guardò attorno per capire dove si trovasse. 

L'ambiente che la circondava era ben curato, tutto quanto era davvero pulito, le pareti bianche e qualche mobile all'apparenza molto costoso. Una gigantesca tv al plasma stava su un tavolino di legno nero. 

Abbie si alzò piano, ritrovandosi gli occhi blu di David davanti a lei. La stava guardando da molto tempo, in attesa che si risvegliasse. 

Era seduto su un seggiolino bianco ceramica, che risalvata con i suoi jeans neri e stretti. Il mento incavato tra i pugni chiusi, i gomiti appoggiati sulle ginocchia. 

Abbie potè vedere due grossi anelli sull'indice destro e l'anulare sinistro. Erano lucidi. Uno aveva la testa di un leone stilizzato, un poco in rilievo. L'altro era liscio, molto grande. 

-Cosa diavolo...?- biascicò Abbie alzandosi dal divano. 

-Finalmente, bella addormentata!- scherzò David.- Parli nel sonno?

Abbie lo guardò irritata da quella domanda. 

-Senti un po', perchè diavolo sono qui?- chiese acida. 

-Hai perso le forze improvvisamente, diciamo. Non capisco ancora il perchè.- improvvisamente i ricordi di prima le raffiorarono nella mente. 

Ciò che le interessava in quel momento non era tanto il fatto di aver perso conoscenza, ma bensì il fatto che si trovava in casa di uno... sconosciuto.

 -P-perchè mi hai portata qui?- chiese Abbie. 

-Stavi male, Ab.- la punzecchiò David.

-E cosa te ne importa a te?- chiese fredda e acida. David sospirò frustrato, poi socchiuse gli occhi.

Abbie si allontanò dal divano, dando un'occhiata distratta alla casa di David. Era davvero pulita e ordinata, strano per essere di un ragazzo.

-I-io penso di dover andare..- biascicò confusa Abbie, spingendo i capelli dietro alle orecchie. Si guardò la mano e vide un altro ciuffetto, questa volta un poco più massiccio rispetto a quello della mattina, adagiato sul palmo.

Rabbrividì e si sentì mancare la terra da sotto i piedi.

L'aria stava diventando pesante e viziata. Abbie cercò la borsa e si rigirò verso la porta d'ingresso.

David era appoggiato sullo stipite di legno, il piede destro fermo contro la parete.

-Non te ne vai.- sussurrò deciso.

-D-devo.- ribattè Abbie.

Gli occhi blu di David inchiodarono Abbie a terra. Si spostò e raggiunse Abbie, stringendole i fianchi con le lunghe braccia.

Le dita del ragazzo le accarezzavano la schiena disegnando piccoli cerchi stilizzati.

Abbie tremava appena, a quel delicato tocco.

Le braccia della ragazza sembravano incollate ai fianchi, le mani strette in pugni chiusi.

David portò i suoi capelli lunghi dietro alle orecchie, facendoli ricadere lungo la schiena.

La grande mano del ragazzo sfiorò la guancia pallida e individuò lo zigomo sporgente e aguzzo di Abbie.

-Mi prenderò cura di te, Ab.- disse calmo e pacato David.- Lo farò, perché ne hai davvero bisogno.

Buongiorno meraviglie c:

Come state? Spero che il capitolo vi piaccia, scrivete qui sotto nei commenti cosa ne pensate.

Mlmlml il nostro David è in 'action' ^-^... vediamo cosa combinerà:)

Ringrazio ancora quelle due meraviglie chiamate Francesca e Alice c:

The light of the firefliesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora