For you, I can change

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Erano ormai passati un paio di giorni da quella notte. David era diventato presente nei confronti di Abbie, non lasciandola sola un minuto. L'aveva portata al mare, che in autunno è qualcosa di magnifico. Avevano deciso che loro sarebbero stati come l'oceano quando fa freddo. Come due parti, due mondi diversi, che si ricongiungono nello stesso punto. Che insieme si mescolano, e annientano ogni diversità.

Le gocce di pioggia sbattevano violentemente contro il vetro del grande finestrone in sala. Abbie le osservava correre giù per il piano levigato e fermarsi a metà strada. Sembrava una corsa contro il tempo, contro la fine di ogni cosa. Era seduta sulla cassapanca di legno, con le gambe strette al petto e il mento tra le ginocchia.

David sbucò dalla cucina, con due tazze fumanti di tisana alla frutta tra le mani. Ne porse una a Abbie, e la affiancò, porgendo lo sguardo per un attimo sul vetro appannato. Ma i suoi occhi erano solo su di lei, solo su quella piccola ragazza dal corpo minuto che sembrava osservare il vuoto. 

Passò una mano sulla schiena, sentendo la spina dorsale incurvata sotto la pelle. 

-Quanto pesi Ab?- chiese, con un soffio. 

-Sono ingrassata di quattro chili, davvero.- rispose la ragazza, con un sorriso pieno tra le labbra. 

Anche David sorrise, abbassandosi all'altezza di Abbie. Le sfiorò la guancia più rosea del solito con la punta delle dita, ed impiantò la mano tra il suo collo e il suo orecchio. Abbie fece lo stesso, afferrando i capelli corti di David e spingendoli verso di lei. Il labbro inferiore di David pigiò contro le labbra fredde di Abbie, per poi abbandonarsi in un leggero e delicato bacio.

-Facciamo una cosa.- esordì David, ed aspettò di vedere Abbie annuire.- Io ti porto in un posto, e tu mi offri qualcosa in cambio.- sussurrò quasi, con un sorrisetto malizioso tra le labbra- Quello che vuoi. 

La ragazza annuì ancora:- Hai un Mp3?- chiese, piano, mentre gli occhi scuri si illuminavano. 

-Certo.- disse David. Si sporse e cacciò una mano dentro al cassetto della cassapanca. Tirò fuori un piccolo apparecchio nero, e in poco tempo snodò le cuffiette. 

-Ecco- continuò, porgendolo a Abbie. Lei sorrise, guardando lo schermo illuminato e scorrendo velocemente le canzoni. Finalmente la trovò, cliccando col pollice su di essa. Il suono di un pianoforte attaccò la melodia. "Stay", chi non potrebbe non averla tra la playlist?

 - All along it was a fever. A cold with high-headed believers, I threw my hands in the air I said show me something. He said, if you dare come a little closer. Round and around and around and around we go. Ohhh now tell me now tell me now tell me now you know.- la voce di Abbie cadeva piano nel silenzio, sotto gli occhi azzurri mare di David. 

Not really sure how to feel about it, something in the way you move. Makes me feel like I can’t live without you, it takes me all the way. I want you to stay.- continuò, passandosi una mano tra i capelli arruffati.- It’s not much of a life you’re living. It’s not just something you take, it’s given. Round and around and around and around we go. Ohhh now tell me now tell me now tell me now you know.- 

Decisero di ascoltare il resto della canzone in un religioso silenzio, mentre le due mani dei ragazzi erano strette in un nodo perfetto. 

Quando finì, Abbie staccò le cuffiette dalle orecchie avvicinandosi a David. Lui la cinse in un dolce abbraccio, annusando il profumo di vaniglia dei suoi capelli scuri.

-Adesso tocca me.- disse deciso David, ammiccando un furbo sorriso. Afferrò il polso di Abbie e si alzarono in contemporanea, mentre lui la trascinò verso la porta. 

-Piove, David!- gracciò Abbie cacciando un urlo.

-Meglio così!- rispose, spingendola dentro all'auto nera. Abbie si sedette accanto al ragazzo, senza protestare. Il viaggio fu silenzioso, interrotto solamente dal suono della debole musica che proveniva dalla radio. 

Si fermarono sul ciglio della strada, davanti ad un vecchio bar dall'insegna storta e che emetteva una fioca luce rossa.

-Un bar?- chiese Abbie, leggermente scocciata.- Seriamente, è un bar?- ripetè.

-A noi il bar non importa.- rispose vago David.

-Allora siamo qui per cosa?- continuò la ragazza.

David le fece segno di scendere dalla vettura, e lei obbedì. Si ritrovarono sotto l'acqua, con le scarpe affondate nelle pozzangere. 

-Restiamo a bagnarci?- domandò ancora, ridendo.

David sfilò qualcosa dalla tasca. Era una scatoletta piccola e color argento. La aprì, e rivelò due fedi spesse e anch'esse d'argento. Una "o" si formò sulle labbra semiaperte di Abbie. David le porse l'anellino, che si rigirò tra le mani. 

Sulle fedi c'era scritto rispettivamente "Mia" su quella che aveva in mano Abbie, e "Mio" su quella che aveva David. Se le scambiarono, in silenzio, prima di infilarsele al dito.

-Non toglierlo mai, okay?- sussurrò finalmente David, interrompendo il rumore incessante della pioggia che batteva per terra. Abbie annuì, con le guance infuocate e pesantemente rosse. Lui alzò gli occhi verso il cielo scuro, mentre le gocce gli scivolavano sul viso dai lineamenti duri.- E per la cronaca questo posto l'ho scelto a caso.- continuò.- Ne volevo uno appartato.- soggnignò.

Abbie sorrise:- Ho sempre sognato un bacio sotto la pioggia.

-Piacere, David. Ufficio Esaudimento Desideri.- disse lui, poco dopo. Afferrò i fianchi di Abbie e la alzò da terra. Le sneakers della ragazza schiacciavano quelle di lui, mentre stava in punta di piedi. I nasi si sfiorarono, prima che le labbra si incontrarono. E tra i baci ripetevano "mia", mentre l'altra rispondeva "mio".

Ragazze ecco un nuovo capitolo, l'ultimo. Ci sarà l'epilogo dopo di questo, poi basta. I dettagli ve li darò poi, intanto commentate e votate. :)

Ily. 

The light of the firefliesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora