Capitolo.XII La famiglia Rupert

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Pov Jennifer

L'aria si faceva sempre più fredda, stavo congelando nel bel mezzo del campo di concentramento. L'alba sembrava non venire mai, c'era sempre e solamente l'oscura notte che dava spazio a grandi nubi grigie nel cielo coprendo la luna. Era come se fossi in una illusione, il tempo sembrava distolto e gli eventi paranormali sembravano non finire mai. Mentre camminavo urla e grida di fantasmi si sentivano, urlavano del dolore vissuto in questo campo durante la Seconda guerra mondiale. Mi tremavano le gambe e Leonard camminava di fianco a me leccandomi la mano e facendomi sentire al sicuro. Eravamo di fronte a un'altra baracca fatta in legno e cupa come le altre. Appena entrai un uomo mi puntó la pistola sulla testa. Leonard inizió a ringhiare e assalì l'uomo azzannadolo nella mano dove teneva la pistola, gridai al mio cane di lasciarli la mano all'uomo, così lo fece. L'uomo gridava dal dolore e venne una strana signora a soccorerlo, doveva essere sua moglie, era sporca in viso e anche i suoi vestiti lo erano.

Signora Rupert: Come stai amore?

Signore Rupert: Bene non ti preoccupare.

Jennifer: Mi dispiace il mio cane non voleva morderti.

Signore Rupert: Mi dispiace pensavo che fossi uno di quei strani mostri.

Jennifer: Non ti preoccupare.

Anche il Signore Rupert aveva il viso sporco e una camicia nera, anche loro dovevano essere turisti, dal letto era sbucato un bambino dai capelli corti neri e il viso segnato dalla paura. Doveva essere il loro figlio. Andava verso la sua mamma chiedendogli chi ero, la signora rispose con gli occhi malinconici e tristi dicendo che ero una sfortunata come loro. Una lacrima uscì dal suo dolce viso, voleva proteggere il suo bambino per forza, ma sembrava impossibile data la situazione in cui eravamo. Tutto a un tratto il mio cuore si fermò, sentivo dei passi provenire da fuori, diedi una piccola occhiata e rimasi impaurita da quello che vidi. Il Signor Rupert si era alzato preoccupato con la pistola in mano e guardava fuori rimanendo con gli occhi spalancati e increduli allo stesso tempo.

Signor Rupert: Dobbiamo andarcene da qui, sennò moriremo.

Signora Rupert:.È dove vuoi andare?

Jennifer: Non possiamo discutere, ci stanno per raggiungere.

Tutto a un tratto la signora Rupert si girò di scatto per prendere il proprio figlio, ma non c'era , era scomparso nel nulla come per magia. La povera donna inizió a gridare dalla disperazione, e inizió a piangere e sbattere i pugni per terra. La porta della baracca venne aperta da una donna, con gli occhi spalancati di colore bianco, lunghi capelli che gli arrivavano fino alla schiena e una lunga veste bianca strappata e dipinta di sangue. I suoi denti erano sporchi, e anche il viso e le mani e il suo sguardó si girò verso la signora Rupert che piangeva a dirotto per la scomparsa del figlio.

Donna strana: Anch'io una volta avevo un figlio, bello e soave, amante della vita, ma uomini cattivi me lo hanno portato via e impiccato con crudeltà.

Signora Rupert: Dov'è il mio bambino mostro?

Donna strana: Impiccato, Impiccato, squartato, ammazzato!!! Gridó istericamente.

Tutti noi girammo la testa per guardare fuori, il povero bambino era impiccato a un palo squartato dondolando a destra e sinistra. Mi misi una mano in bocca per non gridare dalla paura, la signora Rupert era rimasta senza parole, il suo volto era diventato duro e dal dolore del figlio impiccato non piangeva più e non parlava più. Il Signor Rupert prese la pistola dal taschino gridando "maledetti bastardi" e cominció a sparare all'impazzata colpendo più e più volte la strana donna. Uscimmo dalla baracca correndo molto forti ma il Signor Rupert si accorse che sua moglie non lo stava inseguendo inseguendo. Era rimasta lì, la Signor Rupert, paralizzata di fronte al palo mentre le strane donne con un coltello da cucina la stavano raggiungendo.

Signore Rupert: Vai via, vai via!!! gridó disperatamente.

Jennifer: Scappa Signora Rupert.

Era come se non ci sentiva, le strane donne con un balzo in avanti accoltellarono la Signora Rupert violentemente senza nessuna pietà, facendo schizzare il sangue da tutte le parti. Il Signor Rupert per disperazione e paura sparava all'impazzata non capendo più niente

Jennifer: Attento Signor Rupert.

Il boia apparve dietro di lui con il suo enorme machete, e con una fendente secca taglió l'uomo a metà, e poi con altre tre fendenti lo squartó completamente. Il boia mi vide e cominciò a correre verso di me, ma tutto a un tratto si fermò, quando sentì un suono tenebroso e inquietante provenire dall'altra parte del campo.

Il campo dei morti (REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora