Capitolo I La festa del College

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Era un grande giorno, stasera si teneva la festa al college per gli studenti che hanno vinto il concorso. Io ero uno di loro, e oltre alla festa c'era anche il ballo studentesco, non sapevo se Jennifer veniva con me, ma penso che andava al ballo con Tom. Tom era un ragazzo della mia stessa età, tutte le ragazze del college gli facevano la corte, non so che aveva di speciale, era anche molto antipatico, si sentiva Dio, ma a me non me ne importava tanto. Ero a casa coricato col mio ipod che mi sentivo la musica finché qualcuno non suonò il campanello, aprì la porta ed era Jennifer.

Jennifer: Ciao Jason, posso entrare?

Jason: Certo Jenny.

Così entrò in casa mia e ci sedemmo sul divano in pelle nera a parlare delle cose successe delle ultime settimane, ma poi tutto a un tratto caló il silenzio, lei mi guardava negli come se mi dovesse dire qualcosa, ma alla fine cominciai io a parlare.

Jason: So che forse tu andrai al ballo con Tom, ma io te lo chiederò lo stesso, vuoi venire al ballo con me?

Jennifer: No, ma neanche per sogno andrei al ballo con quel antipatico, si voglio venire con te, esclamò imbarazzata e contenta.

Jason: Sono contento che vieni con me. Vuoi fermarti anche stasera?

Jennifer: Certo, cucciolo.

Così lei rimase con me fino a sera, aveva cucinato lei, sapeva cucinare molto bene, ogni volta che capitava si mangiava da Dio, poi insieme ci eravamo coricato nel letto a guardarci un bel film horror. A Jennifer i film horror non piacevano tanto, ogni volta aveva paura e non riusciva a dormire la notte ed io per questo la prendevo in giro ridendo e scherzando sulla sua piccola debolezza.

Jennifer: Ho paura Jason, non possiamo guardarci qualche altro tipo di film?

Jason: Certo, che film vuoi guardarti?

Jennifer: Un film d'amore

Jason: Ok, andiamo per quello.

Mentre guardava il film era un po' pensierosa e ma allo stesso tempo gli era scesa una lacrima d'emozione alla vista del finale del film, la guardavo un po scioccato e mi misi a ridere come un pazzo.

Jason: Ma come fai a piangere per un film?

Jennifer: È stato un finale troppo emozionante. Comunque stavo pensando una cosa?

Jason: Cosa?

Jennifer: Tu come ti comporteresti se ti trovassi in un film horror?

Jason: Sai, non lo so, ma prima di tutto proteggerei le persone che amo di più.

Jennifer: Quindi a me?

Jason: Si Jennifer.

Pian piano lei avvicinó le sue labbra alle mie ma tutto a un tratto venne a casa mia quel bastardo di mio padre che gridava come se fosse al mercato, era ubriaco fracido e non capiva quello che faceva.

Sign.Martins: Piccolo bastardo, dove sei?

Jason: Sono qui papà.

Sign.Martins: Non cambi mai, quanto cazzo di volte ti ho detto che non devi portare puttane in casa mia.

Jason: Io porto chi cazzo voglio a casa, ubriaco del cazzo.

Mi diede un forte pugno in faccia, e poi mise contro il muro dandomi un'altro pugno nello stomaco, ormai non capiva più quello che faceva, la sua mente era annebbiata dall'alcol. Jennifer supplicó a mio padre di piantarla, mi lasciò ma andò verso di lei con cattive intenzioni.

Sign.Martins: Che bella puttanella, ora ti faccio un bel lavoretto.

Jennifer: Aiutami Jason, esclamò piangendo.

Jason: Giuro che se la tocchi ti uccido.

Sign.Martins: Zitto, rifiuto umano.

Così la prese con violenza e voleva mettere quelle sue mani sporche nella'intimo di Jennifer, intanto io presi una mazza da baseball e con un colpo in testa cadde a terra stonato dalla botta. Presi dalla mano a Jennifer e si mise dietro di me.

Sign.Martins: Come osi colpirmi?

Jason: Come osi tu, hai sempre rovinato la mia vita, la mamma è morta per colpa tua, bastardo... Ma non succederá, mi hai portato al suicidio, a drogarmi, ma ora la mia vita sta prendendo una piega importante e non lascieró che me la rovini.

Così presi il telefono e chiamai la polizia, venne subito e arrestò mio padre, intanto io caddi in una profonda depressione e mi misi a piangere mentre mi ero inginocchiato a terra. Anche lei s'inginocchió e mi accarezzó con le sue dolci mani le mie guance bagnate dalle lacrime, lei sapeva della mia situazione, ma non fino a questo punto e mi consolava.

Jennifer: È finita Jason, è finita.

Jason: Mi dispiace tanto Jenny, quel porco per colpa mia ti stava per stuprare, io non dovevo farti entrare in casa mia, esclamai

Jennifer: Non è colpa tua Jason, dai tra poco dobbiamo andare al ballo.

Jason: Non vengo, sono depresso.

Jennifer: Dai Jason, una bella serata può farci dimenticare tutto questo e poi desideravi tanto andare con me.

Jason: Tu credi? esclamai asciugandomi le lacrime.

Jennifer: Si, credo di si.

Jason: Ci vediamo tra cinque minuti sotto casa mia.

Così lei andò a casa sua a prepararsi per il ballo, mentre io ancora pensavo a quel brutto momento, mi ero messo il ghiaccio sui lividi, facevano molto male e poi andai in camera mia a prepararmi per la festa. Mi ero messo dei Jeans neri e una camicia di colore bianca, con delle scarpe eleganti, presi la macchina e andai a prendere Jennifer sotto casa sua. Appena scese rimasi a bocca aperta, aveva un vestito rosso molto bello e dei tacchi molto alti, guardandola mi ero incantato.

Jennifer: Cos'hai Jason?

Jason: Sono rimasto incantato dalla tua bellezza.

Jennifer: Oh, grazie, esclamò di botta arrossendo.

Cosi eravamo arrivati alla grande festa, c'erano un sacco di ragazzi, sopratutto Tom che si faceva il bello con le altre ragazze, ma poi vide a noi due e si avvicinò.

Tom: Ciao Jason e Jennifer. Allora come sta il tuo paparino ubriaco,

esclamò ridendo.

Jennifer: Lascialo stare, ritorna dalle tue amiche, a noi lasciaci in pace.

Tom: Ah si, poveretti..

Jason: Senti Tom, oggi non é serata quindi smettila di rompere i coglioni.

Così dopo aver incontrato quel coglione, io e Jennifer eravamo entrati nella sala, era molto bella e lussuosa e c'era un sacco di cibo, questa serata forse mi poteva fare dimenticare quello che era successo con mio padre, così iniziai a mangiare come uno che non tocca cibo da un mese, e Jennifer guardandomi rideva a crepapelle.

Jennifer: Ma quanto mangi? domandó ridendo.

Jason: Tanto, Tanto, lo amo il cibo.

Jennifer: È iniziato il ballo, andiamo?

Jason: Ti avverto però, io non so ballare.

Jennifer: Non ti preoccupare che te ne freghi.

Così andammo sulla pista di ballo e ballavamo, molte volte gli pestavo i piedi, ma poi copiando i suoi stessi movimenti ci ero riuscito. Mentre ballavamo sopra iniziarono a sparare i fuochi d'artificio e lei mi guardó con aria molto felice e sorridente.

Jennifer: Hai visto, che belli.

Jason: Si sono belli come te.

Arrossì di botta, e la baciai, le mie labbra sfiorarono le sue, ma appena si staccarono cominciò lei dandomi un'altro bacio. Il giorno dopo stavo preparando le valigie per il viaggio che mi attende.

Il campo dei morti (REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora