Capitolo 4: Luce e buio

15 3 0
                                    


Tutto quello che ricordo di quella mattina, la seguente alla scomparsa di Ness, è musica. Stavo ascoltando della musica. Credo come Hindy molto nella forza della musica: è tremendamente potente. Nei momenti più bui è la notte dei miei pensieri: buia, fredda, ma semplice e fioca, come la Luna. Passiamo tutta la nostra vita fissando la luce del sole quando non notiamo che anche la Luna veglia su di noi. La Luna a differenza del sole l'ho sempre trovata meno pretenziosa, più umile. Si fa accompagnare dalle stelle senza chiedere troppo, accetta senza problemi di essere affiancata da altra luce, ammette il fatto che ci siano altri affianco a lei. Alcuni brillano di più, alcuni sono più importanti di lei, ma una cosa è certa: fra tutte lei è la più bella. Il sole invece non accetta altra luce al di fuori della sua. Potrete dirmi che è affiancato dalle nuvole, ma le nuvole, pur essendo molto belle, non sono luce. Abbiamo tutti bisogno di dormire per scacciare il caos del momento nel quale abbiamo gli occhi aperti. Tutto quello di cui abbiamo bisogno è chiudere le palpebre, anche se per poco. Una cosa che probabilmente non avevo mai imparato a fare è stata apprezzare le cose semplici. Errore enorme! Le cose semplici sono spesso le più belle e saperle apprezzare nella vita è, a detta di Ness, tanto semplice da apparirci complicato. Solo quella mattina mi resi conto di quanto fossero importanti. La sera prima avevo lasciato la tenda mezza aperta; la mattina dopo della luce entrava: quella dell'alba. La sveglia suonò dieci minuti dopo e tutto quello che so è che, con molta probabilità, quello fu uno dei risvegli migliori che avessi mai avuto. Quindi uscii, fissai la Luna calare lentamente, mentre dolcemente mi lasciavo accompagnare dalla musica nelle cuffie. Poco dopo Hindy si sedette accanto a me, lui però senza musica; la Luna si dissolveva lentamente mentre il sole sorgeva.

Terminata la melodia, rimanemmo in silenzio. Era meraviglioso, tanto che entrambi sapevamo che una qualsiasi parola avrebbe mandato in frantumi tutto quanto. Fu Ness a rompere l'atmosfera:

"Bellissimo, eh?"

Sentii, anzi, sentimmo la sua voce entrambi, dato che ci girammo nello stesso istante. Ma non c'era nessuno in quel vasto luogo aperto. Io e Hindy ci guardammo e poi, senza dire una parola, ci alzammo e andammo a controllare, ma fu un sforzo vano. Mercy notò sin da subito i nostri volti stupiti appena uscite dalle loro tende:

"Vi siete rimbambiti?" disse Mercy agitando la mano come per svegliarci

"Ness, l'ho sentito" risposi io

"Ieri è scappato via" replicò lei

"Giuro, l'ho sentito" ribattei

"Anche io" aggiunse Hindy

"Voi state impazzendo" concluse lei prima di andare a fare colazione

Temevo fosse ancora arrabbiata con me, e in effetti era così: ancora conservava quella punta di rabbia nelle sue parole. Si alzò Missis e, dopo un'ora, anche Fay. Era stranamente positiva quella mattina tenendo conto di quello che era successo la sera precedente. Presi in mano il foglio di Ness. Il fuoco scoppiettava, il latte cuoceva e il pane tostava. Il profumo era ottimo. Leggevo, rileggevo, passavo sopra il fuoco la lettera per scovare un eventuale inchiostro simpatico, ma nulla. Il foglio era pulito e sporco solo dell'inchiostro delle scritte. Stavo impazzendo, nulla a parte queste ultime era reperibile: era tutto quello che avevo. Una cosa mi mancava: l'intuito. Quella mattina fu necessario un pizzico di fortuna, dato che l' inchiostro simpatico c'era, ma non immaginavo dove. Mi accorsi dopo cinque minuti che Hindy aveva scavato il terreno intorno al fuoco a furia di camminare.

"Che stai facendo, idiota?" chiesi

"Penso al percorso che dovremo fare oggi" rispose

"Ma quale percorso? Ness è più importante" contestai

Il boscoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora