10 - ℓυкє

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Erano le 14:10 di venerdì.
Io e miei fratelli minori avevamo deciso di ritornare a scuola dopo cinque giorni di assenza, pensavamo che quell'ambiente ci avrebbe distratto un po' e saremmo ritornati con più facilità alle nostre vite precedenti. Ma ovviamente non fu così.

In classe tutti mi guardavano di sfuggita, come se non sapessero cosa dire ma si sentissero in dovere di farlo. Quei pochi che ebbero il coraggio di parlarmi mi rivolsero solo delle condoglianze molto forzate.

L'unico che mi mostrò del vero supporto era il mio amico Peter; l'ultimo rimasto del gruppo di amici d'infanzia che avevo.

Durante la lezione decisi di non prestare attenzione ai miei compagni, continuai a fissare la pietra di zaffiro che avevo al collo sperando di trovare una soluzione a quello che stava succedendo, tutto inutilmente.
Vidi i miei occhi specchiarsi sulla superficie della gemma; notai dei graffi, non sembravano imperfezioni casuali, sembrava componessero una lettera...
La campanella suonò distaccandomi dai miei pensieri.

Finalmente uscii da quella gabbia carica di  tensione.
Mi fermai davanti al cortile della scuola.
Vidi Juliette seduta sul muretto intenta a parlare con le sue amiche; Queenie era particolarmente euforica e Juliette la stava ascoltando ma teneva un occhio fisso su Liza, accanto a lei, occupata a scrivere con il telefono.
A qualche metro di distanza vidi Amy che scrutava la folla di studenti davanti a lei, per poi posare lo sguardo su di me e venirmi in contro.

<< Luke, ho cercato di chiamarti ma non rispondevi. Mi dispiace così tanto per quello che è successo, davvero. >>

Mi abbracciò; sentii il calore del suo corpo contro il mio.

<< Per qualsiasi cosa io ci sono sempre per te; ok? >>
Mi guardò negli occhi e vidi che erano sinceri. Sapevo di poter contare su di lei.

<< Grazie Amy, lo apprezzo molto. >>
La baciai prendendole il viso tra le mani.
<< Hai da fare stasera? Vorrei distrarmi un po'. >> chiesi quando ci staccammo.

<< No, i miei non ci sono e Ashley va da una sua amica, quindi ho casa libera. >> disse sorridendo leggermente, come se avesse già capito quello che intendevo con "distrarmi".

Le spostai una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio e mi avvicinai al suo viso.
<< A stasera allora. >> le sussurrai.

Mi allontanai lungo la via di casa salutando Amy con un gesto della mano.
Peter mi stava aspettando appoggiato ad un muretto di pietra.

<< Hey, >> disse Peter tirandomi per una manica, << guarda. >>
Indicò con lo sguardo un punto qualche metro più avanti. Dot e la sua migliore amica, nonché unica amica, Amber, stavano camminando proprio sul nostro stesso marciapiede.

Era sin dai tempi delle elementari che Peter era innamorato di Amber.
Ero convinto che lei avesse già notato da tempo i suoi sentimenti ma non li aveva mai ricambiati.
Purtroppo Peter aveva talmente tante fette di prosciutto davanti agli occhi, da non vedere il gelo dei sentimenti di Amber ed enfatizzava ogni suo singolo gesto come un segno d'amore.

<< Vorrei solo trovare un modo per dimostrarle che sono io quello giusto per lei. >> disse continuando ad osservarla.

<< Peter, sii realista, sai poco e niente su di lei e non avete scambiato più di tre parole. >> dissi incamminandomi lungo il marciapiede.

<< Appena troverò un modo per conoscerla meglio ti rimangerai quello che hai detto. >>

Alzai gli occhi al cielo.
Peter era estroverso ma non con le ragazze. Nel nostro gruppo lui era sempre stato la spalla.
Gli volevo bene ma a volte trovavo irritante il suo modo di negare la realtà dei fatti.

ℓα ƒαмιցℓια ℓσɕкωσσԃDove le storie prendono vita. Scoprilo ora