Erano le 16 in punto quando arrivammo al cimitero. Il cielo era coperto da dense nuvole grigie e tutti i colori intorno a me sembravano più cupi. Il mondo stava diventando grigio.
Quattro giorni prima stavo parlando di letteratura con la mamma mentre papà leggeva il giornale con Lily sulle ginocchia; e ora eccomi lì, davanti a due bare, mentre stringevo la mano di mia sorella Tillie, scossa dai singhiozzi.
La superficie fredda e scura delle bare sembrava un buco nero che risucchiava tutta la felicità al suo interno, per poi essere sepolta e dimenticata sotto metri di terra.
Strinsi la mano di Tillie più forte, come per impedirle di cadere in quel buco.Purtroppo ci stavo cadendo anche io.
Volevo essere forte, o almeno mostrarmi forte. Volevo che i miei fratelli maggiori capissero che potevano fare affidamento anche su di me, che non ero più il bambino che pensavano che fossi, che Luke non era l'unico uomo di casa.
Il prete si avvicinò al leggio posizionato tra le due bare chiuse, si schiarì la voce e iniziò a parlare. Io non lo ascoltai, ero troppo concentrato a riconoscere le persone che erano venute al funerale.
Mamma e papà possedevano un'agenzia internazionale di oreficeria quindi erano sempre impegnati e quando non lavoravano stavano con noi; perciò non avevano tempo di farsi degli amici.
Per questo non riconobbi nessuno.Le tre persone più vicine alle bare catturarono la mia attenzione.
C'era una donna abbastanza anziana avvolta in uno scialle nero che si appoggiava su un bastone di legno scuro. Il suo sguardo era gelido e segnato dagli anni.
Accanto a lei c'era un uomo, indossava un completo nero, era alto e aveva i naffi e i capelli scuri. Fissava i miei fratelli maggiori senza prestare attenzione al prete.
Alla sua sinistra c'era un ragazzo che sembrava essere più grande di Elsie. Aveva i capelli castani pettinati all'indietro; il suo sguardo era fisso sulle due bare davanti a lui, sembrava a disagio. Notai che con la coda dell'occhio guardò prima l'uomo con i baffi accanto a lui e poi noi.
Avevo letto così tante volte i libri di Arthur Conan Doyle che avevo assorbito il metodo investigativo di Sherlok Holmes: quelle persone mi facevano suonare troppi campanelli d'allarme.Un singhiozzo di Tillie mi riportò alla realtà. Ormai non riusciva più a fermare le lacrime.
La abbracciai; sapevo che così non avrebbe smesso di piangere, ma almeno le avrei ricordato che non era sola.Il prete finì in suo discorso e le bare vennero calate nell'oscurità della tomba.
Io e i miei fratelli prendemmo ognuno un po' di terra. La gettarono nelle fosse.
Io esitai, guardai la terra nel mio pugno, era fredda e scura, come tutto ultimamente.
Dovevo essere forte, non potevo rimanere il secchione imbranato della famiglia, non adesso. Dovevo dimostrare di essere grande e di saper controllare sempre le mie emozioni.
Aprii la mano e lasciai cadere il terriccio nell'oscurità della tomba.
Mi alzai in piedi e strinsi la mano di Tillie. Lei mi guardò, poteva contare su di me. Da quel momento sarei diventato il forte fratello maggiore che meritava.Una volta che le bare vennero ricoperte e sepolte completamente, io e i miei fratelli ci dirigemmo verso lo studio del signor Winston per ascoltare le ultime volontà dei nostri genitori.
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ℓα ƒαмιցℓια ℓσɕкωσσԃ
RomanceDopo la morte dei genitori in un incidente stradale, i dieci fratelli Lockwood sono costretti a cavarsela da soli e a sostenersi a vicenda. Ma mettere dieci personalità diverse con dieci caratteri contrastanti sotto lo stesso tetto non è una buona...