9 - วυℓιєттє

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Erano passati tre giorni dal funerale. Erano tre giorni che continuavo a rigirarmi tra le dita la collana con lo smeraldo nella speranza di capirci qualcosa. Speravo che quella gemma mi parlasse e mi spiegasse perché mamma e papà non ci avevano lasciato altro se non delle pietre.
I miei fratelli avevano deciso di saltare la scuola per riprendersi, io invece decisi di andarci comunque. Volevo dimostrare di essere forte, non so se volevo dimostrarlo agli altri o a me stessa, ma volevo farlo.

<< Julie, sei sveglia?>> la voce di Queenie mi staccò dai miei pensieri e ritornai a concentrarmi sul panino che avevo tra le mani.

Era giovedì, e come ogni giovedì, io, Liza e Queenie dovevamo rimanere a scuola fino a tardi per l'allenamento delle cheerleader; ma prima che iniziasse avevamo un'ora di margine per pranzare, e il nostro luogo preferito era il Rosie's Diner.
Avevamo preso posto al tavolo vicino alla vetrata: il cielo fuori si stava riempendo di nuvole grigie; di lì a poco avrebbe piovuto.

Ogni volta che guardavo fuori da una finestra mi incantavo e cominciavo a perdermi nei miei pensieri.

Uno scoiattolo scese da un albero ma ritornò tra le fronde a causa di un bulldog che gli abbagliò contro.
Riconobbi la padrona del cane che stava tirando il guinzaio: era Ashley White.

Io e Ashely non avevamo mai parlato molto; una volta tentai di creare un discorso con sua sorella, Amy White, ma quelle poche parole che ero riuscita a tirare fuori si erano dissolte in un silenzio imbarazzante.

Pensai a Luke; mi chiesi perché si fosse fidanzato proprio con Amy. Era evidente che lei avesse una cotta per lui ma non avevo mai notato che lui ricambiasse.
Mi ricordai di quando eravamo piccoli; quando il nostro legame tra fratelli rendeva facile leggerci nel pensiero a vicenda e capire le nostre preoccupazioni. Ora invece era quasi impossibile capire cosa passasse per la testa di Luke.

Mi accorsi che Ashley mi stava guardando con un'espressione perplessa; forse la stavo fissando da troppo senza accorgermene.
Distolsi lo sguardo.

<< Non capisco perché tutti quelli che mi vanno dietro sono brutti, inquietanti o pervertiti. Dove sono finiti i ragazzi accettabili?>> si stava lamentando Queenie con Liza, che stava sorseggiando il suo tè freddo.

Cercai di ricordare come eravamo arrivati a quell'argomento, ma senza successo.

Con Queenie era sempre così: si cominciava a parlare di una cosa e si finiva con lei che aveva completamente cambiato argomento a suo piacimento.
Senza accorgersene si finiva per parlare di scarpe, quando si era cominciato con l'apprezzamento della nuova torta di mele del Diner.

La campanella sopra la porta tintinnò e un ragazzo entrò.
Era James Cooper, il ragazzo di Liza.

<< Ciao amore. >> disse Liza andandogli in contro.
<< Che ci fai qui? >>

<< Beh, oggi c'è l'allenamento di rugby quindi ho pensato di passare un po' di tempo con voi, prima. >> rispose James cingendo le spalle di Liza con un braccio.

James posò lo sguardo su di me e all'improvviso il suo sorriso svanì.

<< Juliette, ho sentito quello è successo. Mi dispiace tanto per te e i tuoi fratelli. >> disse con uno sguardo triste.

<< Grazie, James, sei molto gentile. >>

<< Non so quanto possa aiutare ma se hai bisogno di una mano io ci sono. >>
Gli sorrisi, sapere di avere James al mio fianco mi faceva stare bene; ma poi aggiunse: << Così come Queenie e Liza. >>, e allora il mio sorriso si spense.
In tre giorni tutto quello che avevano fatto le mie "amiche" per dimostrarmi il loro supporto era un abbraccio e una pacca sulle spalle; James invece era veramente dispiaciuto e preoccupato. Non si rendeva conto di quanto Queenie e Liza fossero false nel mostrare il loro supporto.
Non cercavo la compassione degli altri, ma sapere che almeno fuori dalla mia famiglia c'era qualcuno che mi sosteneva mi faceva sentire bene, e l'unica persona che lo faceva era James.

Io e James ci conoscevamo da tredici anni, ma era come se fossimo estranei.
Non mi dimenticherò mai il giorno di Ferragosto di undici anni fa: Luke aveva invitato dei suoi amici a dormire, così io, Elsie, Dot e Cass cogliemmo l'occasione per fare qualche dispetto.
Passammo la giornata a rincorrerci e a infradiciarsi dalla testa ai piedi.
Io e Cassidy avevamo cominciato la lotta con i gavettoni, attaccando di sorpresa il gruppo dei maschi.
Durante la battaglia, io mi ero nascosta dietro alla capanna degli attrezzi con l'intento di colpire alle spalle Peter, un amico di Luke. James comparì dietro di me, rovesciandomi in testa un secchiello da spiaggia pieno d'acqua; per vendetta cercai di lanciargli addosso la bomba d'acqua che era predestinata a Peter; ma lui mi afferrò le braccia con troppa forza, persimo l'equilibrio e cademmo sull'erba bagnata e il fango. Il gavettone scoppiò a terra vicino a noi.

<< Scusami, ci ho messo troppa forza. >> mi disse James aiutandomi  a rialzarmi.

I suoi capelli biondi e bagnati brillavano alla luce del sole; al suo sorriso mancava qualche dente da latte ma questo non rovinava il suo bel faccino; aveva delle guance paffute che gli facevano sorridere anche gli occhi.
Sin da quando era piccolo, il suo sorriso aveva sempre fatto battere tanti cuori, compreso il mio.

<< Noi andiamo, ci vediamo dopo ragazze. >> disse Liza uscendo dal bar con James.

Mi lasciai scappare un sospiro.
Ero certa che Liza non vedesse l'ora di allontanarsi da quel gomitolo di pena e tristezza che ero io.

Era dalla terza media che non passavo più di venti minuti con James e questo mi dispiaceva.
Non potevo farci niente, nonostante in passato fossimo stati molto uniti, il nostro legame era soltanto basato sull'amicizia tra lui e Luke, e quando quest'ultima cominciò ad entrare in crisi, ci entrò anche il nostro attaccamento.

Da quando Liza si era messa con James, io e lui ci vedevamo spesso ma mai da soli: lui era il ragazzo della mia migliore amica.
Non avevamo più un legame indipendente.

<< Forse i ragazzi accettabili esistono ma sono... momentaneamente occupati. >> dissi riprendendo il discorso di Queenie, una volta che Liza e James richiusero la porta.

Mi mancava la sua amicizia, ma non sapevo se per lui fosse lo stesso.

Queenie mi guardò con uno sguardo sospettoso; come se sapesse già quello a cui stavo pensando.

ℓα ƒαмιցℓια ℓσɕкωσσԃDove le storie prendono vita. Scoprilo ora