Capitolo 18 - Kirsten

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18.

●•Kirsten•●

"Angel!" urlai quando quella femminuccia mise i suoi piccoli piedi nei miei tacchi alti e iniziò a camminare attorno alla casa, facendo un rumore assordante sul pavimento in legno del salotto. "Toglili! Per l'amor di Dio, sono quasi pronta. Fai sedere il tuo piccolo e dolce culo sul divano e aspetta," il mio sguardo ritornò a concentrarsi sul riflesso nello specchio, sollevando i miei capelli in una coda di cavallo, ignorando il fatto che Angel stava camminando dentro la stanza con le mie scarpe tra le mani.

"Sai, non dovresti dire quelle cose ad una bambina. Mamma probabilmente ti ucciderà se mai sapesse la cattiva influenza che hai su questa piccola e dolce femminuccia," si appoggiò alla porta e mi sorrise orgogliosamente, sapendo che avrei fatto di tutto per non farle dire a Lana la marea di stronzate dette quando ero con lei. Provavo delle volte a tenerle per me ma non riuscivo; vengono fuori dalla mia bocca in maniera naturale.

"Bene, credo di essere fortunata dato che lei non lo saprà mai," Sentii Angel ridacchiare posando i miei tacchi al loro posto, saltando sul letto subito dopo. Focalizzò l'attenzione nel legare i lacci delle sue scarpe mentre afferrai il suo cappotto che era appeso dietro la porta.

"Non puoi essere sicura che non succeda, Kirs."

"Non lo faresti. Dai! Ti sto portando fuori e ancora mi ricatti? Non è molto carino da parte tua, diavoletto," Angel scrollò le spalle alle mie parole e presto si mise accanto a me, prendendo rapidamente il cappotto dalle mie mani e lottando per indossarlo.

Stavamo uscendo a fare una passeggiata nel centro città, dal momento che mi aveva implorata di farne una da settimane. Ora che Tyler era finalmente tornato a casa, avrei potuto rilassarmi e smetterla di preoccuparmi se era da solo o no in ospedale. Di sicuro non aveva di quei problemi a casa; non si preoccupava di essere da solo nell'appartamento, senza essere giudicato dalla gente attorno. Si doveva ancora riprendere dalla lotta, e aveva ancora alcune parti del corpo ingessate (fondamentalmente braccio e gamba destri), ma poteva camminare aiutandosi con una stampella. Ecco perché non mi preoccupavo molto ad uscire con Angel e lasciarlo solo; poteva prendersi cura di sè per qualche ora.

"Hey, Ty, vuoi che ti porti qualcosa?" Chiese Angel, inginocchiandosi accanto a Tyler sul divano e guardandolo con entusiasmo e speranza. Vidi come lei strinse la sua mano tra le sue, giocando con le sue dita mentre lui pensava a qualche risposta da dare.

"Umm... In realtà no, piccola. Ma grazie," Tyler disse, tenendo la sua mano e tirandola delicatamente in un abbraccio, provando a non lasciare che il peso di lei gli cadesse addosso, altrimenti si sarebbe fatto male.

"Kirs, andiamo. Dobbiamo andare in un sacco di posti oggi e mamma ha detto che abbiamo tempo solo fino alle 20. Ciao Tyler." Agitò un'ultima volta la mano prima di camminare allegramente fuori dalla porta con quel sorriso enorme sul viso.

"Hey, Ty. Prova a non stare su questo divano per tutto il giorno, e chiama i tuoi amici. Fino a che non combinano casini sono contenta se vengono a farti un po' di compagnia."

"Non ti preoccupare, lo farò." Sorrise, e lo fissai per un pó, provando a capire se davvero lo pensasse o lo avesse detto solo per tranquillizzarmi e ignorando completamente cos'avrei detto dopo.

Presto arrivai alla conclusione che davvero lo pensava, quindi mi abbassai per baciarlo velocemente.

"Ho bisogno delle chiavi della macchina," sussurrai mentre i suoi occhi erano ancora bloccati nei miei.

"Sul tavolo in cucina," mentre pronunciò le parole io mi stavo già dirigendo verso dove mi aveva detto, rubandogli un ultimi bacio prima di lasciare la stanza come aveva fatto Angel. "Divertitevi ragazze!" Sentii la sua voce da dentro e sorrisi, sapendo che, in effetti, mi sarei divertita un sacco con quella dolce bambina.

Damaged [ Traduzione Italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora