II

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Il re camminava avanti ed indietro sul pavimento marmoreo del castello. In fila, davanti a lui, c'erano Ariana e gli altri servi. Camminava in modo tale da spaventarli tutti. I suoi occhi erano freddi e vuoti.

Ariana non si era ancora ripresa per quello che era successo circa un'ora prima. Trattenne le lacrime perché sapeva che se il re l'avesse vista piangere, sarebbe stata sicuramente punita. Tutti avevano paura di lui ma non tanto quanto Ariana perché non era abituata agli sguardi intimidatori del re.

L'atmosfera era tesa e piena d'ansia. Il re all'improvviso si bloccò, girò la testa verso i servi e un sorriso si fece strada sul suo viso.

«Buongiorno a tutti» parlò. La sua voce echeggiò tra le mura del massiccio edificio. I servi rabbrividirono a causa della sua spaventosa voce. «Abbiamo un nuovo servitore con noi qui oggi» disse tenendo gli occhi fissi su Ariana. Le fece cenno di andare da lui.

Il cuore di Ariana iniziò a battere forte nel petto. Poteva sentire gli occhi dei presenti su di lei. Cercò di muovere i piedi ma non riuscì a muoversi; rimase composta e dura come un tronco. I suoi respiri si bloccarono quando il re sollevò le sopracciglia. «Forza vieni» disse. «Non mordo, beh... Solitamente no» ridacchiò.

Con esitazione, Ariana si avvicinò lentamente al re, sentendo il rumore di ogni suo passo echeggiare nel castello. Quando gli si fermò accanto, ci fu un momento di silenzio.

Poi lo vide mettersi dietro di lei non capendo, finché due grandi mani non toccarono le sue spalle nude. Trasalì al tocco improvviso. Il re rise. Si schiarì la gola e guardò i servi, tenendo ancora le mani sulle spalle di Ariana.

«Vi presento Ariana» sorrise mentre tutti la fissavano. «Lavorerà con voi d'ora in poi» continuó.

«Povera ragazza» borbottò una cameriera. Tutti guardarono la donna, stupiti di come abbia potuto dire una cosa del genere davanti al re. Ma non era stata una mossa saggia da parte sua e gli altri domestici lo sapevano.

Il re dopo averla ascoltata, si irrigidì e strinse la presa sulle spalle di Ariana finché poi non la lasciò andare.

«C'è qualcosa che non va?» sibilò, camminando lentamente verso di lei. La donna tremò di paura e si pentì immediatamente di ciò che aveva fatto.

«Niente, non ho detto niente» tremò.

«Sciocchezze» ringhiò il re. «Guardie portatela via!» La donna scoppiò immediatamente in lacrime.

«No!» pianse. «Non ho fatto niente!»

Ariana rimase immobile mentre guardava le guardie afferrare le braccia della servitrice; aprì la bocca per protestare ma non ebbe il coraggio di parlare, perché temeva cosa le sarebbe successo se lo avesse fatto.

La donna scalciò e urlò, ma non poteva competere con le guardie del re, quest'ultimo prima che le guardie la trascinassero fuori dalla grande sala, borbottò qualcosa. «Sapete cosa dovete fare» disse a bassa voce. Le guardie annuirono, portandola fuori dalle alte porte d'acciaio. Le grida della donna echeggiarono dietro di lei.

Ariana e gli altri rimasero fermi, con il cuore che batteva forte. Il re si spolverò la tunica e tornò a grandi passi dove si trovava Ariana.

«Dove eravamo rimasti?» disse sembrando arrabbiato e serio. «Oh sì» continuò. «Ariana ora lavorerà come domestica con tutti voi» la sua voce ora era più forte. Era ancora chiaramente molto arrabbiato per quello che era successo un paio di minuti prima, il che aveva cambiato il suo stato d'animo.

«Ora tornate a lavorare» urlò. I servi si sparpagliarono immediatamente e iniziarono a camminare. Ariana non sapeva cosa fare così iniziò a seguirli, finché non sentì il re afferrarla per un braccio.

king ➳ jbDove le storie prendono vita. Scoprilo ora