XII

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Il giardino, dove si trovava Ariana, era costellato di tulipani rosa e gialli. Il sole le brillava sul viso mentre una sensazione di calore le attraversava il corpo. Il cielo era celeste; il colore preferito di Ariana. Non riusciva a vedere una sola nuvola lassù; niente poteva bloccare il sole luminoso e la felicità che portava sulla terra. L'unico suono che riempiva l'aria era il canto di un pettirosso, appollaiato in alto su un lungo ramo.

Ariana chiuse gli occhi e annusò l'aria estiva. Era pulita e fresca. Sospirò.  Che mondo meraviglioso, pensò. Ma proprio mentre ammirava i bellissimi fiori nell'erba, vide un'ombra nel cielo. Il suo sorriso si affievolì e percepì la sensazione di paura nell'atmosfera. Alzò lo sguardo e vide che il cielo era diventato grigio scuro; non c'era un solo punto colorato di blu.

Il giardino si oscurò e i tulipani persero il loro splendore. Il pettirosso aveva smesso di cantare ed era volato via. L'odore della pioggia riempì l'aria e sentì una goccia d'acqua sulla spalla. Guardando più in alto, vide un fulmine che illuminava il cielo. Cominciò a piovere sempre più forte, man mano che il vento si alzava.

Una sensazione di angoscia attraversò Ariana mentre guardava avvicinarsi sempre di più la tempesta; i suoi vestiti erano ormai inzuppati d'acqua.  Poi, all'improvviso, un forte boato echeggiò nell'aria facendola trasalire. E in quel momento, l'unica cosa che voleva fare era fuggire da quel posto.  Quel posto che una volta era felice, ma ora è una terra desolata e abbandonata.   

«Ariana» disse una voce. La ragazza non si mosse. «Ariana» ripeté qualcuno con voce più arrabbiata. Lentamente, i suoi occhi si aprirono per vedere il familiare muro macchiato di sangue. Alzò la testa e guardò verso le sbarre della prigione. Dietro di loro c'era una guardia. Quando la vide, si alzò subito in piedi. Le catene ai suoi piedi facevano un rumore sferragliante mentre si sistemava i vestiti. Seriamente? pensò. Ancora con le catene?

Dopo che ieri sera Ariana aveva urlato contro il re, le guardie l'hanno mandata in prigione per tre giorni. All'inizio era confusa sul perché il re non l'avesse uccisa per avergli parlato in quel modo. Ma poi ha capito che non poteva. Gli piaceva Ariana in un modo in cui nessun re dovrebbe mai amare una serva. Non riusciva proprio ad ucciderla.

La guardia si schiarì la gola e continuò. «C'è qualcuno che vorrebbe parlare con te» disse con un sorriso quasi malvagio sulle labbra.

Ariana tremava di paura, sapendo già chi era quel "qualcuno". Subito dopo che la guardia se n'era andata, una figura emerse dalla prigione oscura. Stava camminando proprio verso la cella di Ariana. Il suo battito cardiaco accelerò.  Si fermò davanti alle sbarre della cella e guardò dritto negli occhi di Ariana. Ariana ricambiò.

Dopo un minuto intero, il re fece un leggero sorriso. «Buongiorno, Ariana»

Ariana si fermò di fronte alle sue parole. La sua voce sembrava fredda e misteriosa. «Vostra Maestà» disse con un leggero inchino. Il re si grattò il mento e mise la mano in una tasca della sua veste. Tirò fuori una chiave, la chiave della cella. Portò la chiave fino alla serratura e con un rapido giro la aprì.

Il cuore di Ariana batteva più forte. Che cosa le avrebbe fatto? Ucciderla? Si ricordò la storia che Rachel le aveva raccontato sull'uomo che il re aveva ucciso nella prigione. Tremava al pensiero e sperava di non fare la sua stessa fine.

Il re entrò nella cella e chiuse la porta sbarrata dietro di lui. Ariana restò in piedi al centro della cella, giocherellando con le mani. La guardò in un modo che non riusciva a descrivere. Non la guardava con passione né con odio. A cosa pensava, allora?

Poi cominciò a camminare verso di lei; i suoi stivali riecheggiarono per tutta la prigione. Più si avvicinava, più Ariana si innervosiva. Si avvicinò così tanto che i loro nasi quasi si toccarono. Il fiato di Ariana accelerò quando sentì il respiro del re sul viso. Lui le guardò le labbra e la osservò di nuovo. Pensava la stessa cosa a cui stava pensando lui?

king ➳ jbDove le storie prendono vita. Scoprilo ora