CAPITOLO 2

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The way she looked was so ridiculous
Every single step had me waiting for the next
Before I knew it, it was serious
Dragged me out the bar to the back seat of her car

I due ragazzi continuarono a bere e ballare a lungo, anche se Michael cominciava ad esserne decisamente stufo. Sembrava quasi che il biondino non volesse arrivare al sodo, portando avanti una messa in scena per prendere più tempo possibile. Il ragazzo raggiunse il limite della sua soglia di sopportazione quando il dj decise che sarebbe stato un momento fantastico per una serie di lenti e canzoni dolci. No, non poteva sopportarlo. Così prese Luke per il polso e lo trascinò su uno dei divanetti nascosti nella penombra. Aveva bisogno di frenesia. Non appena il biondo si fu seduto, subito lui si posizionò sulle sue ginocchia e lo baciò. Non fu un bacio lento, o dolce, fu solo un bacio, di quelli che piacevano a Michael, fatti di velocità e scontrarsi di bocche. Luke gli sorrise.

"Qui qualcuno è impaziente, eh?"

"Mh."

L'unica risposta dell'altro ragazzo fu questa, prima che ricominciasse a baciarlo tenendolo per il colletto della camicia nera.
Luke si alzò, facendo scendere Michael dalle sue gambe. Gli sorrise malizioso e lo portò nuovamente in pista. L'altro ragazzo lo guardava quasi ipnotizzato. Ogni suo singolo passo lo faceva fremere d'attesa, desideroso che arrivasse quello successivo.

Dopo un tempo che a Michael sembrò semplicemente infinito, il biondo decise di farsi avanti.

"Che ne dici di uscire da questo locale di merda?"
Finalmente.

E prima che il ragazzo se ne rendesse conto, la situazione si fece seria. Stava accadendo davvero.
Luke lo prese per mano e lo trascinò fuori da quel bar portandolo direttamente alla sua macchina.
Tuttavia, qualcosa doveva essergli scappato perché, non appena fu salito al posto del guidatore ed ebbe dato un'occhiata al cellulare, un'imprecazione lasciò le sue labbra.

"Che c'è?"

Luke lo guardò, una scintilla di malizia che ancora gli accendeva gli occhi era leggermente velata dalla frustrazione.

"È sabato. Il mio coinquilino è a casa, non posso portarti nel mio appartamento."

Michael lo guardò di sfuggita, per poi puntare lo sguardo davanti a se.

"Andiamo in hotel. Pago io."

Fu tutto ciò che disse, dopo un silenzio che sembrò ad entrambi lunghissimo.

"Okay."

E con ciò Luke diede gas, una mano sulla coscia dell'altro ragazzo, speranzoso di trovare presto una camera qualsiasi.
Fortunatamente per entrambi, i loro desideri furono realizzati solo pochi minuti più tardi. Si erano trovati davanti ad un hotel decisamente lussuoso, al che il biondo aveva storto il naso. Tuttavia Michael era sceso ugualmente dall'auto.

"Ehi Mike sentì, forse dovremmo cercare un posto più economico. Ecco, io non ho abbastanza soldi per permettermi una notte qui."
Luke guardò il ragazzo imbarazzato sia per la confessione sia per il soprannome che gli era scappato dalle labbra in modo del tutto naturale.

"Senti Luke, ti ho detto che pagherò io. Non ho problemi riguardo ai soldi e sono sicuro che non te lo farai ripetere due volte. Quindi, entra in quel benedetto albergo e prendi una stanza. Quella camicia non durerà ancora a lungo."

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