CAPITOLO 4

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Next thing we were back at her place
A hideaway in Mayfair, all the great and good there
Drinking all the way to third base
Princess getting naked, falling on their faces

Michael era a dir poco distrutto. Da mesi stava girando il mondo per il suo primo tour. Non che se ne potesse lamentare, certamente, ma tutto ciò era terribilmente stressante. I suoi fan gli offrivano comunque un enorme conforto, supportandolo e incitandolo a dare sempre il meglio. Se avesse potuto li avrebbe abbracciati uno ad uno.

Quel pomeriggio si trovava su un volo per l'Inghilterra. Nei giorni successivi avrebbe dovuto esibirsi al Wembley Stadium per ben tre serate consecutive, segnando così un record mondiale in quanto tutte sold out.

Quando lo aveva saputo aveva letteralmente pianto dalla gioia. Non poteva credere che in un solo anno fosse possibile raggiungere un tale successo, ma lui ce l'aveva fatta, aveva conquistato il mondo.

Nei mesi passati aveva approfondito il rapporto con Luke. Si erano sentiti spesso attraverso messaggi e chiamate, ma non avevano ancora avuto l'occasione di incontrarsi nuovamente. Proprio per questo il tinto aveva deciso che, appena fosse atterrato su suolo Londinese, avrebbe chiamato il ragazzo. Voleva disperatamente vederlo. Aveva in ogni modo tentato di rimuovere dalla sua mente quella serata infernale risalente a qualche mese prima, ma purtroppo non ci era riuscito.

L'attrazione verso il biondo non aveva fatto altro che aumentare, ma lui non era disposto ad ammetterlo a se stesso. Era qualcosa di nuovo per lui. Normalmente non provava nulla di più che semplice attrazione fisica per le persone con cui andava a letto ma Luke era diverso. Era dolce, simpatico, ironico, intelligente. E tutto ciò spaventava Michael a morte. Tuttavia il desiderio di rivedere quegli occhi così lungamente bramati aveva avuto la meglio sul terrore, e così il tinto si era ritrovato a mandare un messaggio al biondino non appena aveva potuto.

-Sono all'aeroporto di Londra. Ti aspetto in 15 minuti, non farmi aspettare.-

Sapeva di essere stato tremendamente scortese, ma ormai Luke doveva averci fatto l'abitudine. Infatti dopo esattamente un quarto d'ora si era fatto trovare all'uscita dell'edificio. Michael aveva congedato le sue guardie del corpo, dando loro il giorno libero, e subito era salito in macchina con l'altro ragazzo. Era consapevole che ciò avrebbe sicuramente dato del materiale per un nuovo scoop ai paparazzi, ma non gli importava più di molto. Non più, per lo meno.

"Ehi"

Luke aveva parlato a voce talmente bassa che quasi non l'aveva sentito. Lo guardò con la coda dell'occhio: stava arrossendo.

"Ciao."

Non sapeva per quale motivo, ma si sentiva tremendamente in imbarazzo.

"Quindi, non riesci a credere di esserti scopato una rockstar, eh?"

Luke si coprì il viso staccando una mano dal volante, le guance coperte da un rossore ancora più accentuato.

"Ancora con questa storia, davvero?"

Michael poteva percepire il sorriso che gli incurvava le labbra anche senza guardarlo.
Era felice.

"Dunque principessa, dove mi porti?"

Il biondo lo guardò di sfuggita.
"Pensavo di andare nel mio appartamento. Sarai stanco."

Ci pensò su per qualche momento.
"Però se preferisci ti porto in hotel. O dove vuoi."

Era arrossito di nuovo. Dov'era finito il ragazzo sensuale e strafottente che aveva incontrato in quel locale di Londra quasi un anno prima? Sembrava totalmente un'altra persona. Doveva ammettere però che il Luke tutto sorrisi e guance rosse gli piaceva. Molto. Aveva qualcosa di innocente che lo rendeva ancora più desiderabile.

"Casa tua andrà benissimo, piccolo."
Questa volta era il suo turno di arrossire. Chiamarlo principessa era un conto, ma piccolo era completamente un altro paio di maniche.

Il resto del viaggio era stato silenzioso. La musica proveniente dal lettore CD riempiva l'aria e Michael si stupì quando, all'interno di una compilation, partì una delle sue canzoni. Luke lo guardò e sorrise, niente di più. Al tinto bastò.

Una volta arrivati a destinazione, i due scesero dall'auto. Michael sapeva che avrebbe dovuto recarsi nell'hotel dove il suo manager aveva prenotato una stanza per lui, ma diamine, era la seconda volta che si incontravano ed erano nel suo appartamento. Non poteva, ma soprattutto non voleva, lasciarsi scappare un'occasione del genere.

Luke gli fece strada, aprendo la porta e permettendogli di entrare in casa.

"Ecco, questo è il mio nascondiglio dal mondo a Mayfair. Sai, si dice che in questo quartiere ci siano tutte le cose migliori."

Il tinto lo guardò sorridente.
"Per quanto riguarda le migliori non te lo so dire, ma posso assicurarti che, per quel poco che ho visto, di sicuro le persone più belle ci sono, principessa."

Il biondo lo guardò con gli occhi spalancati. Non poteva credere alle sue orecchie. Michael Clifford gli aveva appena detto che era bello. Aveva bisogno di bere. Tanto.

Il tinto scoppiò a ridere, per poi avvicinarsi al ragazzo. Voleva stuzzicarlo, giocare un po' con lui, scoprire se fosse in grado di scatenare una reazione simile a quella del loro primo incontro nel biondino.

"Il gatto ti ha mangiato la lingua, Lukey?"

"N-no"

Si sporse verso il suo orecchio.
"Bene, allora continua a parlare. Hai una voce fantastica."

Luke arrossì e diede voce ai suoi pensieri.
"Ho bisogno di bere. Tu non hai bisogno di bere? Io si. Bene, beviamo."

Michael ghignò e si sedette sul divano, aspettando che l'altro ragazzo tornasse con due bicchieri colmi di brandy dalla cucina, dov'era scappato non appena il tinto si era leggermente allontanato.

***

Erano passate delle ore e, Michael non sapeva nemmeno come, i due si erano trovati stesi sul divano, le labbra che si cercavano instancabili e una sua mano nei pantaloni di Luke. Probabilmente avevano bevuto tanto da trovarsi in terza base. Un sospiro sfuggì dalle labbra del biondo, facendo capire all'altro ragazzo che fosse il momento di prendere in mano la situazione. Sollevò il ragazzo per le cosce e cercò a tentoni la camera da letto. Luke, dal canto suo, avrebbe potuto aiutarlo, ma era troppo occupato a lasciargli umidi baci sul collo e a ridacchiare ogni volta che il tinto sbagliava stanza.

Una volta trovata, Michael posò il biondo sul letto facendo poi incontrare le loro labbra. Il ragazzo portò le mani ai lembi della sua maglietta per poi levargliela velocemente. Subito passò al bottone degli skinny jeans neri che presto si trovarono sul pavimento, lasciando il tinto in intimo.

Luke sollevò lentamente la sua t-shirt e, con altrettanta calma, si tolse i jeans e i boxer, rimanendo nudo davanti a Michael.

"Quando la principessa si spoglia, gli altri rimangono a bocca aperta, eh? Mi dispiace, non questa volta."

E prima che potesse dire qualsiasi altra cosa, il biondo lo aveva tirato su di se bruscamente, posando le sue labbra su quelle del tinto con dolcezza.
E, per la prima volta, questo a Michael non dispiacque.

English love affair|| mukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora