Capitolo 1

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Allison Pov

-Okay Allison...un'altra volta-
Apro gli occhi sudata e con ancora i denti stretti per il dolore. Alzo lo sguardo e studio lo scienziato Watts.
-Di nuovo?- dico con voce roca -Mi hai già iniettato quella sostanza almeno quattro volte oggi e non so nemmeno a che cosa serva-
Lo scienziato si strofina la mano sulla camicia, prima di afferrare la siringa da sopra il tavolo. Con l'altra mano infila l'ennesima fialetta del liquido rosso sangue nell'enorme siringa:-Ne abbiamo già parlato, Allison. Non importa quante volte io ti inietti il siero, é la tua mente che decide quando sei pronta.-
Le lastre di metallo argentato mi premono sui polsi e sulle caviglie, mentre una fascia di nastro adesivo grigio mi cinge la vita e si arpiona al lettino di ferro su cui sono sdraiata da notevoli ore:-Ma pronta per cosa? Che cosa mi stai facendo?-
Watts sospira e appoggia la siringa sul tavolo vicino al lettino, accanto ad altri aghi di dimensioni varie, messe in ordine dalla più piccola alla più grande partendo dal lato sinistro. Preme un tasto sul computer posato davanti a lui e il mio lettino si solleva dietro la mia schiena e testa, facendomi stare più o meno seduta.
Si avvicina a me e si leva gli occhiali rotondi e sottili di metallo dorato. Le rughe sulla sua fronte si accentuano quando corruga le sopracciglia e storta un angolo della bocca facendo scattare verso l'alto i suoi baffetti grigi. Mi passa una mano sulla testa e accarezza la mia guancia. Quanto vorrei mollargli un pugno su quei denti giallognoli:-Oh, figliola. Capirai molte cose non appena il processo sarà completato. A quel punto mi farai un ultimo favore, poi ti lascerò andare.-
La testa mi fa male, il mio cuore batte più forte di tutte le altre volte, voglio solo andarmene:-Ho detto- dico con voce più sicura :-Di dirmi che cosa diamine mi stai facendo!-
-Sei forte, ragazzina...ma non mi stai affatto rendendo le cose facili!- lo scienziato ridacchia e torna di fronte al suo tavolo, da dove solleva la siringa e le toglie un granello di polvere dalla punta. Ritorna davanti a me, mentre il mio lettino torna ad essere perfettamente perpendicolare al pavimento:-Fidati di me- dice accarezzandomi il braccio come ogni volta che sta per inserirci l'ago:-Ti prometto che dopo questa iniezione starai meglio, finalmente saprai perché ti sei risvegliata in questo posto dodici mesi fa e perché non ricordi nulla dei tuoi ultimi quattordici anni.-
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Il mio nome è Allison. Ho quindici anni, o almeno credo. Non ricordo niente della mia vita, a parte quella degli ultimi dodici mesi, otto giorni e sedici ore. Il mio aspetto? Ah, non sapete quanto vorrei avere le informazioni per potervelo dire: non mi guardo allo specchio da quando ne ho memoria. Mi sono risvegliata in questa specie di sotterraneo, con pareti, soffitto e pavimento di roccia scura come la pece. Non ho idea di quanto sia grande, nemmeno quante stanze abbia. L'unica cosa che so è che odio questo posto. In questo anno l'unica persona con cui ho davvero parlato è stato lo scienziato Watts, o Dottor Watts, come si vuol far chiamare lui. Chi è? Non lo so, so soltanto che è un vecchio psicopato, capelli e baffi grigi e con un unico, orribile hobby: iniettarmi un liquido rosso sangue nel braccio, ogni giorno. Dopo aver svuotato completamente la fiala nel mio braccio calo in uno stato di assenza, non sento, vedo ne percepisco più nulla. Watts dice che "quando la mia mente sará pronta e l'operazione sará andata a termine ricorderó tutto e saró libera". Ma libera di fare cosa? Non so nemmeno dove io mi trovi, il mio cognome, ne se ho una famiglia che mi sta cercando.
Non so niente.
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Una lacrima mi riga la guancia, ma lo scienziato non se ne aggorge...e forse è un bene. Giro leggermente il viso e torno a guardare il soffitto, da dove pende un lampadario circolare che mi spara luce gialla in faccia. Ormai sono abituata alla luce, così tengo gli occhi aperti mentre l'ago si fa strada per dieci centimetri nel mio braccio, provocandomi brividi in tutto il corpo. Chiudo gli occhi aspettando che il liquido mi faccia perdere i sensi come tutte le altre volte, ma questa volta è diverso. Questa volta vedo qualcosa.

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