capitolo 15

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Allison PoV
 
-Che cavolo ti è successo?- sbraito aiutandolo a rimanere in piedi. Si posa una mano sul torace sanguinante e fa per rispondere, ma io lo interrompo:-Ti porto da Bruce-
-No!- grida lui, gemendo subito dopo per la fatica. Abbassa la voce e mi guarda attraverso la maschera -Ti prego, non farlo-
-Cosa? Perché?- urlo non riuscendo ad abbassare la voce -Peter, stai sanguinando!-
-Questo l'ho notato anch'io- ridacchia, anche se sembra più che stia tossendo -Ma ti prego, Allison. Non chiamare il signor Stark, né Bruce-
Pochi attimi di silenzio, mentre studio gli occhi della sua maschera.
-MA CHE SEI SCEM...- dico ad alta voce, ma lui mi posa velocemente una mano sulla bocca zittendomi.
-Fidati di me- dice a bassa voce -Ti prego-
Scuoto la testa borbottando imprecazioni che non sapevo nemmeno di conoscere, mentre lo aiuto a stendersi a pancia in sú sul suo letto.
-Che ti é successo?- ripeto, questa volta con un tono di voce più basso, inginocchiandomi davanti a lui, in modo da vedere più da vicino il costume lacerato.
-Non lo so- risponde Peter, buttandosi un braccio sul viso, con aria esausta.
Improvvisamente, mi rendo conto che ha ancora la maschera sul viso, così mi sporgo leggermente e gliela sfilo via con quanta più delicatezza possibile. Il suo viso sporco, abitato da lividi e un piccolo taglio sul labbro inferiore mi fa provare una stretta al cuore. Quasi scoppio a piangere quando i suoi occhi incontrano i miei.
Gli poso una mano sulla guancia e sfioro delicatamente uno dei tanti lividi, facendogli fare una piccola smorfia.
Un attimo dopo abbassa lo sguardo e aggrotta le sopracciglia, per poi spalancare le palpebre:-Dio, scusami. Non ti ho ancora fatto gli auguri di buon compleanno-
Lo guardo con le sopracciglia alzate:-Stai scherzando, Peter? Stai praticamente morendo e tutto quello a cui riesci a pensare è il mio compleanno?-
Lui annuisce sorridendo leggermente:-Auguri-
Sorrido spontaneamente e mi alzo in piedi:-Vado in bagno a prendere qualcosa per curarti- dico -Non muoverti-
-E chi si muove- mormora chiudendo gli occhi.
Torno qualche minuto dopo, con decine e decine di fasce, garze e disinfettanti vari tra le braccia.
-Togliti il costume- ordino posando tutte le bottigliette e i rotoli di fasce elastiche sul tavolo.
-Che cosa?- sento Peter chiedere teso.
-Mi hai sentito- dico stappando una bottiglietta di disinfettante, prendendo in mano un cotton fioc e voltandomi di nuovo verso di lui -Non puoi sperare che ti salvi la vita con quel costume disastrato tra le scatole-
Lo vedo annuire leggermente, mentre si mette seduto senza ormai troppa fatica e si preme un pulsante a forma di ragno stilizzato presente sul petto del costume. Con uno strano suono, la calzamaglia si affloscia sulle sue spalle e lentamente Peter se la sfila via, facendolo rimanere in boxer.
Per qualche secondo, rimango imbabolata a fissarlo. Da un ragazzo come Peter Parker non ci si aspetta per nessun motivo di vedere pettorali, bicipiti e spalle toniche, addominali scolpiti e schiena altrettanto muscolosa. Sí, è davvero uno schianto...soprattutto con quel sanguinoso taglio sul suo addome che...ah, giusto, Peter sta sanguinando.
-Avanti, sdraiati- dico cercando in tutti i modi di distogliere lo sguardo.
Lui fa come gli dico e io mi metto al lavoro, inginocchiandomi di fianco al letto, in modo da avere la ferita di Peter davanti agli occhi. Non è terribile come mi aspettavo, nemmeno tanto profonda, così riesco a tranquillizzarmi leggermente. Per tutto il tempo, Peter rimane immobile e in silenzio, facilitandomi il più possibile la medicazione.
Non distolgo un secondo lo sguardo dal taglio,  soprattutto quando prendo una siringa, che ho riempito di siero anestetico.
-Pizzicherá un po'- La mia mano trema terribilmente mentre avvicino l'ago alla sua pelle, ora completamente pulita dal sangue.
Cerco di interrompere il tremolio della mia mano, sapendo che se fossi andata avanti così non sarei mai riuscita a guarirgli la ferita...ma senza riuscirci.
Quando sto per rinunciare e andare a chiamare mio padre e Bruce per aiutarmi, sento una mano avvolgersi dolcemente attorno alla mia. Alzo lo sguardo verso Peter per la prima volta dopo minuti. Lui mi sorride leggermente e dice sottovoce -Ti do una mano-
Tenendo la sua mano calda avvolta alla mia, sposta la mia presa sempre più avanti, facendo poi entrare l'ago di qualche millimetro nella sua pelle, vicino al taglio.
Spingo lo stantuffo verso l'interno del cilindro della siringa, facendo fluire il liquido anestetizzante nella pelle di Peter.
Estraggo l'ago dalla sua pelle e lui chiude gli occhi in attesa di addormentarsi. Quando capisce che l'anestesia non sta avendo l'effetto da lui pensato, apre un occhio e mi lancia un'occhiata:-Perchè non funziona?- sussurra.
Io scoppio a ridere e poso la siringa sul tavolo, accanto a tutti i disinfettanti e le garze.
-Anestesia locale, genio- rispondo sorridendo divertita -Ti "addormenta" soltanto una parte del corpo, in questo caso l'addome-
-Ohhh- ribatte lui alzando le sopracciglia, facendomi ridere di nuovo.
Dopo avergli messo i punti sul taglio, chiudendogliela al mio meglio, sfioro la sua pelle con le dita, studiando il mio lavoro. A quel contatto, sento Peter rabbrividire:-Hai le mani congelate- si lamenta Peter in tono da bambino.
Gli lancio una falsa occhiataccia:-Non frignare. Ti ho appena salvato la vita, Parker-
Lui sorride e si mette seduto, a mia sorpresa senza molta fatica.
-Grazie- dice guardandosi l'addome. Mi alzo in piedi, per poi sedermi accanto a lui:-Non ho ancora finito- rispondo, mostrandogli il rotolo di fascia elastica bianca.
Questa parte, è stata la più imbarazzante. Per fasciargli la ferita, ho dovuto avvolgergli la fascia attorno a tutto il busto, e non potevo certo farlo da molti centimetri di distanza da lui.
-Finito- annuncio fissando la fascia con un pezzettino di apposito scotch.
Peter mi guarda sorridendo.
-Non chiedermi mai più di fare una cosa del genere- dico buttandomi con la schiena sul letto di Peter, comprendomi la faccia con le mani - Mai più -
Lo sento ridacchiare:-E perché? É divertente vederti preoccupata-
Mi levo le mani da davanti gli occhi -Beh non per me-
Mi metto seduta e sorrido:-Ora mettiti la maglietta, sta diventando imbarazzante-
Peter esce come da uno stato di trance e distoglie lo sguardo da me, arrossendo come un pomodoro, cercando disperatamente una maglietta da indossare. Quando ne adocchia una sul pavimento, si affretta ad infilarsela da sopra la testa.
Quando si risiede accanto a me, lo vedo sorridere:-Carino il vestito-
Gli do un leggero schiaffetto sulla spalla:-Smettila-
-Dico sul serio- dice accigliandosi -Ti sta benissimo-
Sorrido, arrossendo leggermente. Studiando il suo viso, mi ricordo del taglio sul labbro e mi affretto a prendere un'asciugamano umido da sopra il tavolo:-Non muoverti- dico mentre avvicino il pezzo di stoffa alla sua bocca. Sento i suoi occhi su di me per tutto il tempo e quando abbasso l'asciugamano dal suo viso per gettarlo sul comodino, distoglie lo sguardo  e lo posa sulla sua scrivania:-Quella torta è per me?-
Lancio un'occhiata alla fetta di torta, per poi tornare a guardare Peter:-Sí, ma solo se mi dirai chi ti ha ridotto così- rispondo.
-Domani ti dirò tutto- risponde -Te lo prometto, ma ora non mi va di parlarne-
Sospiro e lo guardo:-Ricevuto- mi alzo in piedi e mi volto a sorridergli:-'Notte, Parker. Cerca di non farti ammazzare-
Mi incammino verso la porta, quando sento Peter alzarsi e afferrarmi delicatamente il polso sinistro.
Mi giro e lo guardo con la fronte corrugata:-Non una parola di quello che mi è successo al signor Stark, okay?-
Lo guardo confusa:-Perché?-
Lui lancia un'occhiata alla parete piena di ritagli dei giornali e tira un respiro profondo:-Sono andato a cercare Watts-
-Che cosa?!- sbraito fronteggiandolo completamente -Sei impazzito?-
-Ascolta, Allison- dice cercando di mantenere un tono calmo -Non riuscivo ad andare a letto tranquillo sapendo che là fuori c'è uno psicopatico che vuole uccidere il signor Stark e...e soprattutto te-
Il mio tono si addolcisce:-Lo hai visto?-
-N...no...io...- scuote la testa e guarda il pavimento -Io credo di aver visto qualcuno, ma sono sicuro che non si trattasse di Watts-
-Sei entrato nel suo sotterraneo?- chiedo spronandolo a guardarmi negli occhi, posandogli una mano sotto al mento -Dimmi che è successo, Pete-
Quando incontra il mio sguardo, posso vedere il suo cervello mettere insieme i pezzi:-Sono arrivato nel luogo da te descritto...stavo per riuscire a scoprire il meccanismo per attivare la botola e farmi entrare nel sotterraneo, ma improvvisamente ho sentito una voce urlarmi di andarmene. Io non mi sono mosso, un uomo è uscito allo scoperto e io sono partito all'attacco, pensando fosse Watts. Alla fine dello scontro non sono riuscito a schiavare uno dei suoi colpi e il suo pugnale mi ha colpito- indica vagamente la zona che gli avevo appena medicato -Ho continuato a combattere per qualche minuto ma...- si siede sul letto e si strofina le mani sulle gambe -Ho capito che ci sarei rimasto secco, così sono tornato qui-
-Ma quel tizio non era Watts, giusto?- chiedo.
-No, no. Ne sono sicuro, al cento percento- risponde scuotendo la testa -Watts non é solo: ha degli alleati-
-Pete...- mormoro posandogli una mano sulla spalla, sedendomi accanto a lui -So che mio padre si arrabbierá se gli dirai quello che hai fatto, ma non credi sia meglio dire agli altri degli alleati di Watts?- sospiro -Insomma, è un dettaglio importante. Può ribaltare il piano-
Peter solleva lo sguardo nel mio, facendomi perdere ancora una volta in quegli occhi color nocciola:-Assicurati che tuo padre non mi uccida quando glielo dirò, okay?-
Sorrido:-Okay-
Lui ricambia il sorriso, per poi inarcare un sopracciglio:-Ora posso mangiare la mia torta?-

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