capitolo 12

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Allison PoV
 
Mi sveglio per colpa di qualcuno che bussa alla mia porta. Mi passo una mano sugli occhi per scacciare via i residui di sonno, mentre  accendo la luce della stanza. Mi alzo dal letto e vado verso la porta.
-Buongiorno, Allison- mi saluta mio padre, sorridente -Colazione?- chiede indicando un punto vago dietro di lui.
-Volentieri- rispondo ricambiando il sorriso, anche se sto ancora rimurginando su quello che avevo udito dire quella stessa notte da Steve e mio padre stesso -Mi cambio e arrivo-
Mi sfilo velocemente i pantaloni e la maglietta a maniche corte del pigiama e scelgo i vestiti del giorno...ovvero: mi cambio nella prima cosa che mi capita in mano. Dopo essermi messa una canottiera nera piuttosto attillata, dei pantaloni di jeans blu strappati e un paio di All-Stars nere (chiunque mi abbia scelto il guardaroba, ha degli ottimi gusti), esco dalla stanza e raggiungo tutti gli altri.
Mi siedo accanto a Bruce e di fronte a mio padre, che è seduto vicino a Natasha. Poco dopo, Thor fa il suo ingresso a piedi scalzi, con ancora addosso un pigiama bianco con dei pois gialli e rossi di varie dimensioni.
Lo guardo con un sopracciglio alzato, sorridendo divertita con la bocca leggermente aperta. Subito dopo di lui, entra nella stanza Steve, che a differenza del dio del tuono indossa una camicia azzurra all'interno di un paio di pantaloni blu scuro.
-Prima o poi ti ci farai l'abitudine- dice Natasha, che sta torturando il proprio pancake con la forchetta.
Le rivolgo uno sguardo interrogativo:-A che cosa?-
Lei mi guarda e sorride ironica-Ad un dio asgardiano in pigiama a pois-
-Romanoff- la rimbecca Thor, alzando un dito -Ti ricordo che ho ancora Mijolnir-
-Oh, intendi lo stesso Mijolnir che ora sta riposando nel proprio letto, sotto la  propria copertina?- lo prende in giro lei.
-A differenza vostra, ho cura delle mie armi- dice Thor -Ed è così bello quando dorme...- aggiunge in tono quasi sognante.
Natasha e io scoppiamo a ridere, guadagnandoci occhiatacce da tutti gli altri e una linguaccia da parte di Thor.
Le risate si placano quando Peter entra nella stanza, salutando tutti come se ormai fosse parte della propria routine, e immagino sia così.
Quando mi vede, la sua espressione rilassata cambia, lasciando il posto al solito rossore e gli occhi puntati improvvisamente sul pavimento.
Dopo il dialogo che ho origliato, non ho più pensato alla scena a cui avevo assistito ieri notte di Peter. Gli sorrido e lui mi saluta con una mano e un debole "hey", prima di sedersi accanto a mio padre, che gli rivolge uno sguardo interrogativo:-Tutto okay, Bimboragno?-
Peter annuisce e cerca di comportarsi normalmente, anche se, ogni volta che nota che lo sto guardando, arrossisce. Ho già detto che è adorabile?
-Dunque- inizia Steve, sedendosi accanto a Bruce -Oggi allenamento-
-Ma tu guarda che novità...- borbotta Natasha, alzando gli occhi al cielo.
Steve ignora il commento, quasi fosse ormai abituato a farlo, e continua:-Per Allison è il primo allenamento, escludendo quelli che Watts le faceva fare, perciò inizieremo con calma-
Io annuisco, così il biondo continua:-Per il momento io e Tony salteremo gli allenamenti per ragionare insieme a Bruce e Thor della missione-
Natasha affonda la sua forchetta nel pancake:-Perció io farò da mentore a voi due  fanciulli- dice sorridendo, puntando la forchetta con incastrato il pancake verso me e Peter.
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Dopo essermi cambiata, sotto consiglio di Natasha, in un paio di leggins e una canottiera neri, raggiungo la donna nella palestra della Tower. È molto ampia, con altissime pareti di legno che ospitano agganci per l'arrampicata, corde varie, quadri svedesi e spalliere.
Al centro della stanza é presente un ring da combattimento a duello.
-Dov'è Peter?- chiedo mentre Natasha riempe la sua borraccia con l'acqua fresca del piccolo frigorifero presente ad un angolo della stanza.
-Credo si stia cambiando- risponde, per poi voltarsi verso di me con un sorrisetto furbo -Perché me lo chiedi?-
Ho la sensazione di avvampare:-N...nulla. Solo per sapere-
Lei sorride, scoprendo i denti bianchi. Nessuna delle due dice nulla finché Peter entra nella stanza.
Indossa un paio di pantaloncini neri della Nike e una canottiera bianca che, beh...gli sta da Dio.
Ci raggiunge al centro della palestra, davanti ad un lato del ring, e Natasha inizia a spiegare:-Oggi voglio verificare le capacità di Allison, perciò mi concentreró maggiormente su di lei, anche se sono certa che non se la caverà male-
Peter e io annuiamo allo stesso momento, facendo sorridere Natasha:-Per prima cosa, vi sfiderete a duello-
-Cosa?- domando con voce alta, pensando di aver capito male. Peter ha gli occhi spalancati.
-Hai capito bene- dice indicando il ring -Levatevi quelle facce da pesci lessi e combattete-
Una volta indossati i guantoni da box (che a me non sarebbero nemmeno serviti) e messi i piedi sul ring, sento come una scarica di adrenalina farsi strada nel mio corpo. Se Watts mi ha dato capacità di combattimento, voglio usarle a mio favore. Mi preparo con i pugni davanti alla faccia e un piede più avanti dell'altro.
Peter fa lo stesso, leggermente incerto. Sono certa che sappia combattere perfettamente, ma forse la mia presenza sull'altro lato del ring lo mette in difficoltà.
-Cercherò di andarci piano con te, Parker-
Lui inarca un sopracciglio:-Ah, sí?-
Annuisco e sorrido divertita:-Ti farò il culo a strisce-
Peter ridacchia leggermente:-Vedremo- dice, prima di fare la prima mossa, che io schivo immediatamente.
Continuiamo a parare, calciare, schivare e mollare pugni, sotto l'occhio attento di Natasha. Non sentiamo quasi mai la donna parlare, a parte per commentare con frasi tipo "esatto", "cosí", "ottima scelta".
Stiamo andando avanti ormai da parecchi minuti e non mi sento minimamente stanca, così decido di usare una strategia: distrarre l'avversario.
-Sei lento, Parker- dico a Peter, mentre mollo un gancio destro, che subito lui riesce a schivare  -Mi aspettavo che quel povero ragno ti avesse dato delle specie di poteri- aggiungo sorridendo, vedendo che stava iniziando ad innervosirsi.
Lui pare esitare a parare un altro mio colpo, ma poi riesce ad avvolgere il mio pugno con una mano e mi immobilizza il braccio.
Peter incontra il mio sguardo e sorride come a dire "Come dici, scusa?"
Ricambio il sorriso e mi preparo alla prossima mossa. Con un rapido movimento, mi giro attorno al braccio di Peter, trovandomi con la schiena appoggiata al suo petto. Questo gesto lo fa rimanere di stucco, così non reagisce. Sfruttando questo momento, sempre mantenendo il pugno nella sua presa, lo spingo per terra aiutandomi con il gomito sinistro, che preme contro il suo addome. 
Lui cade a terra di schiena e io mi fiondo sopra di lui per immobilizzarlo. Poso il ginocchio destro sul suo addome e il sinistro sul suo braccio destro, mentre tengo un braccio piegato fermo sul suo collo e uno a tenergli il braccio sinistro arpionato al terreno. Il mio viso è a pochi centimetri dal suo, così da poter sentire i respiri veloci di entrambi.
Sorrido:-Dov'è finito il tuo sesto senso da ragno, Parker?-
Lui alza gli occhi al cielo:-Evidentemente ha avuto un malfunzionamento oggi- poi sorride -O forse sei stata semplicemente troppo veloce per darmi il tempo di reagire-
-Oh, così mi fai arrossire- dici con falso e teatrale imbarazzo nella voce.
Ridacchiate entrambi.
-Volete restare lí sdraiati a chiaccherare allegramente per un'altra mezz'ora o ci diamo una mossa, belli?- sentite Natasha dire da dietro di voi, fuori dal ring.
Vi alzate in piedi e uscite dalla piattaforma, fronteggiando Nat.
Lei sorride:-Eccellente combattimento, fanciulli-
Sorridiamo entrambi di rimando e Natasha aggiunge:-E sí, Peter. Allison ti ha fatto il culo a strisce-
-Oh, finitela- si lamenta lui mentre io e Nat ci diamo il cinque.
Dopo esserci rinfrescati con l'acqua fresca delle bottigliette, ricominciamo la sessione di allenamento, ascoltando i consigli di Natasha.
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-Io vado a vedere come se la stanno cavando in laboratorio, ragazzi- ci informa Natasha qualche ora dopo, prima di uscire dalla palestra, lasciandoci soli.
Mi giro verso Peter, che si sta arrampicando con un agilità inumana sulla parete di arrampicata. Sembra un vero e proprio ragno, anche senza il costume.
-Smettila di fare l'esibizionista e scendi di lí, Parker- gli urli sorridendo divertita.
Lui si volta verso di te, restando attaccato alla parete soltanto con i piedi, disubbidendo ad un paio di leggi della fisica:-Che intendi per esibizionista ?- urla di rimando, per poi guardarsi i piedi -Oh, intendi...fare così?-
Facendo un doppio salto mortale in aria, si stacca dalla parete e si butta giù dalla parete, atterrando in una perfetta posa da Spider-Man.
-Idiota- ridi scuotendo la testa.
Lui si avvicina con una corsetta e dice:-A questo punto di solito gli altri si allenano sulla sparatoia e cose del genere- dice -Mentre il continuo ad arrampicarmi.
-Beh...- mormoro -Non so molto di "sparatoia e cose del genere"-
-Nonostante le mie proteste, mi hanno comunque insegnato le basi- dice Peter, prima di aggiungere con un tono di voce leggeremente piú basso -Se vuoi posso provare a spiegartele-
-Te ne sarei grata- rispondo sorridendo.
Ci spostiamo in un'altra stanza, collegata alla palestra da una semplice porta di legno. La stanza in cui entriamo, è decisamente destinata alle armi. Scatole piene di pugnali, pistole, fucili, e altre cose tecnologiche di cui non avrei mai potuto conoscere il nome, ma che danno l'aria di essere in tutto e per tutto delle armi. La stanza si sviluppa maggiormente in lunghezza. Infatti, sulla parete opposta a quello della porta, sono appesi diversi bersagli di ogni forma. Al centro della parete, in mezzo a tutti gli altri, è appeso un bersaglio a grandezza e forme umane.
Rimango a guardarlo per qualche secondo, finché sento la voce di Peter chiamarmi.
Mi volto verso sinistra e lo vedo porgermi una pistola:-Ecco- dice indicandola - Questa ,si chiama pistola-
Gli tiro un pugno amichevole sulla spalla sorridendo:-Cretino-
Lui ridacchia:-Coraggio, prova a sparare un colpo- si sposta più vicino a me e io prendo in mano l'arma, stringendo il calcio con entrambe le mani. Tendo le braccia verso il manichino e chiudo un occhio, cercando di prendere al meglio la mira. Quando penso di star puntando la testa del bersaglio, sfioro il grilletto con un dito, prima di premerlo completamente con un movimento secco. Il proiettile si conficca nel muro, a circa venti centimetri dal mio obiettivo.
Sbuffo, abbassando la pistola verso il terreno.
D'un tratto, sento qualcuno sfiorarmi la schiena con una mano.
-Dovresti ruotare leggermente le spalle più verso sinistra- dice piano Peter, spostandomi delicatamente verso la direzione da lui indicata.
Pochi attimi dopo, la sua mano si poggia sulle mie, ancora avvolte attorno al calcio della pistola. Con calma, indirizza di nuovo le mie mani verso il bersaglio, tenendo la mano sulle mie. Lo sento avvicinarsi ancora di più, così tanto da sentire il suo respiro sul collo, facendomi provare una scarica elettrica lungo la spina dorsale. Si avvicina leggermente per poter posare entrambe le mani attorno alle mie, facendomi cambiare la direzione della mira leggermente più a sinistra.
-Ora-dice mentre stringe leggermente la presa sulle mie mani.
Ignorando le farfalle che stavano svolazzando animatamente nel mio stomaco, premo decisa il grilletto, chiudendo un occhio. L'impatto mi fa arretrare leggermente all'indietro, così la mia schiena entra completamente a contatto con il petto di Peter. Quando noto che il proiettile si è conficcato nel punto preciso indicato sulla testa del bersaglio, mi giro verso Peter sorridendo, ricordando solo dopo averlo fatto di essere vicinissima a lui. I nostri visi sono a meno distanza di quanto lo sono mai stati prima. Un leggero rossore appare sulle guance di entrambi.
-Bel colpo, Parker- dico sottovoce, al momento incapace di parlare con un tono di voce normale.
-Anche tu, Stark- risponde, facendo un mezzo sorrisetto.
In quel preciso istante, la porta di entrata si apre, rivelando la figura di tuo padre:-Ragazzi, siete qui den...-
La voce gli muore in gola quando ci vede così vicini. Rapidamente e allo stesso momento, ci allontaniamo con più naturalezza possibile, ritrovandoci spalla a spalla.
-Ho interrotto qualcosa?- chiede in tono serio e con un sopracciglio alzato.
-Peter mi stava insegnando le basi sulla sparatoia- spiego cercando di non sembrare un pomodoro.
Mio padre guarda il ragazzo negli occhi:-Probabilmente Bimboragno si è dimenticato di dirti che quando si ha una pistola in mano non è necessario stare corpo a corpo con l'avversario-
Un silenzio incredibilmente
imbarazzante cala su di noi, prima che Natasha ci salvi dalla situazione:-Tony, falli uscire. Per oggi abbiamo finito con l'addestramento-
Mio padre apre completamente la porta e ci lascia uscire. Mi appunto mentalmente di comprare a Natasha un mazzo di fiori per ricompensa. Quando passiamo di fronte a mio padre per uscire dalla stanza, lui ci guarda da capo a piedi con gli occhi leggermente socchiusi, soffermandosi poi a guardare Peter.
-Che è quello sguardo, Tony?- chiede Natasha con le sopracciglia corrucciate, per poi rivolgersi a me e Peter sorridente-Oh, voi due potete pure andare. Allison, niente male per il tuo primo addestramento-
La ringrazio ricambiando il sorriso, per poi avviarmi fuori dalla palestra insieme a Peter, sotto l'occhio stranamente guardingo di mio padre.

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