capitolo 16

1K 73 5
                                    

Allisov PoV
 
-Voglio spiegazioni- scandisce mio padre con un indice puntato verso Peter, al mio fianco. Il suo sguardo scatta da Peter al mio, così come la direzione del suo dito -Da tutti e due!-
Dopo aver medicato Peter, abbiamo deciso di andare sul tetto, seduti dove ci eravamo parlati veramente per la prima volta, durante la mia prima notte alla Tower, dimenticandomi completamente che sotto qualche piano stavano festeggiando la festa del mio compleanno. Dopo essermene ricordata, mentre stavamo correndo entrambi verso la stanza dove si stava svolgendo la festa, abbiamo incontrato mio padre lungo il corridoio, che ci ha immediatamente bloccati.
-Papà...- cerco di protestare in tono da cucciolo ferito, ma lui mi interrompe -Non voglio scuse. Voglio solo la verità. Sei corsa via con la scusa di dover andare al bagno e tre ore dopo non sei ancora tornata-
-Lo so ma...-
Ormai mio padre sembra piú arrabbiato con se stesso che con me:-Hai idea di quanto tu mi abbia fatto preoccupare?- chiede stringendomi improvvisamente in un abbraccio, facendomi rimanere a bocca aperta.
Da sopra la spalla di mio padre, incontro lo sguardo di Peter, che ha assistito alla scena con le sopracciglia alzate e la bocca leggermente aperta. Alzo un pollice verso l'altro dietro alla schiena di mio padre e Peter sorride divertito, mimando con le labbra "L'ho scampata".
Come se mio padre gli leggesse nel pensiero, scioglie l'abbraccio e si gira verso Peter:- Parker- dice lentamente, facendo sobbalzare il povero ragazzo - Tu mi devi delle spiegazioni-
Un'altra volta, Natasha ci salva dalla situazione:-Ragazzi!- esordisce sbucando dietro l'angolo -Oh, siete qui!-
Facendo cenno a Peter di seguirmi, mi incammino verso Natasha insieme a mio padre. La donna sorride. aprendo la porta della stanza della festa:-Avanti, la festa non è ancora finita-
Sto per attraversare la porta dopo mio padre, quando vedo che Peter si sta voltando per tornare nella sua camera, sfruttando il mio momento di distrazione.
Rapidamente, lo afferro per il colletto della maglietta e lo tiro leggermente verso di me, facendogli scappare un urletto sommesso.
-Non pensarci nemmeno, Parker- dico sorridendo, mentre gli afferro il polso delicatamente per trascinarlo nella stanza. Lui sbuffa, ma posso vedere con la coda dell'occhio il sorrisetto che ha dipinto sul viso.
Nella sala, tutto sembra procedere come se non fosse successo nulla. Thor e Clint si stanno sfidando a braccio di ferro, mentre Steve li guarda con un sopracciglio alzato, scuotendo la testa, mentre Bruce sta parlando con Natasha, che ha preso posto accanto a lui sul divano. Noto che ha preso parte alla festa anche la bionda segretaria di mio padre, Pepper Potts, che si sta servendo un sorso di una qualche bibita nel suo bicchiere al bancone. Non so ancora cosa penso su di lei...non ho mai avuto l'occasione di parlarci davvero, ma il modo in cui lei e mio padre si guardano non mi piace. La televisione è spenta, ma si sente in sottofondo una leggera musica. Mio padre, che sta ancora squadrando Peter dalla testa ai piedi, si avvicina a Pepper e subito lei sorride, iniziando una conversazione.
Mi volto verso Peter:-Forse saremmo dovuti restare sul tetto- dico ridacchiando -Sarebbe stato più divertente-
Lui alza le mani:-Qualche ora fa mi hai curato una ferita- sorride -Ora sto ai tuoi ordini-
Alzo un sopracciglio e incrocio le braccia:-Ai miei ordini, eh?- ripeto in tono riflessivo.
Peter si raggela improvvisamente, per poi socchiudere gli occhi:-Aspetta, che hai intenzione di far...-
-Nat!- urlo -Questa festa é un mortorio! Che ne dici di un po' di musica?-
Lei si alza, sistemandosi il vestito e sorride compiaciuta:-Tutti i tuoi desideri saranno esauditi, festeggiata- dice, prima di avvicinarsi allo stereo poggiato sul tavolo e ruotare una levetta, che fece alzare il volume della musica nelle casse poste sul soffitto e agli angoli delle pareti. La melodia era lenta e dolce, così subito Clint abbassa la luminosità delle luci della stanza e sorride malizioso verso mio padre, che sta offrendo la mano alla bionda, sorridente.
Quando lei accetta, si lanciano nella "pista da ballo", ovvero lo spazio compreso tra i divani e il bancone da bar. Nel frattempo, un Thor divertito ha dato un leggero spintone a Bruce, facendolo andare a sbattere contro Natasha. I due si guardano imbarazzati, prima di buttarsi in pista. Thor si gira verso Clint e, con fare teatrale, si inginocchia davanti a lui:-Mi concedereste la vostra mano, bellissima fanciulla?-
L'arcere subito sta al gioco e si sventola una mano davanti al viso, sbattendo velocemente le palpebre:-Oh, ma certo, bel fusto!-
Risate generali si alzano nella sala, mentre i due uomini cominciano a fare piroette decisamente poco aggraziate attorno ai divani, come bambini. Steve li guarda sempre scuotendo la testa, anche se il sorrisetto divertito che ha sulle labbra lo tradisce.
Cerco di smettere di ridere e mi volto verso Peter, che è alla mia sinistra. Non dico niente, sorridendo con fare civettuolo.
-Non ci pensare nemmeno- scatta subito Peter, alzandosi l'indice davanti al petto -Io non ball...-
Interrompendolo, gli afferro un braccio ridendo e lo trascino in avanti, verso la pista da ballo.
Peter si guarda attorno imbarazzato, cercando in tutti i modi di non incontrare il mio sguardo.
-Non dovevi stare ai miei ordini, Parker?- gli rinfaccio sorridendo.
Lui torna a guardarmi negli occhi, facendomi disorientare per un attimo:-Posso rimangiarmelo?- chiede con un filo di voce.
-Assolutamente no- rispondo, posandogli le mani sulle spalle -Il danno è fatto-
Lui sembra sorprendersi a quel mio gesto, così apre leggermente la bocca un paio di volte.
-Pete- dico ridacchiando, facendolo tornare alla realtà. Lui tossicchia nervosamente e si decide a posarmi titubante le mani sui fianchi, mentre seguiamo piano il ritmo lento della canzone in sottofondo. Improvvisamente,mi torna in mente il motivo per cui Peter era stato ferito, ricordo che prima o poi dovremo affrontare Watts e probabilmente io lo rivedrò. Un senso di paura improvviso mi pervade tutto il corpo. Non so se è anche colpa dei sieri di Watts, so solo che ho paura. Tanta.
-Hey- sussurra Peter vedendo il mio sguardo intriso di terrore proiettarsi verso il basso -Che succede?- chiede posando una mano sotto al mio viso per far tornare il mio sguardo nel suo. Vedo il viso preoccupato di Peter offuscato dal velo di lacrime che si sta formando sui miei occhi e sento le mie mani cominciare a tremare.
Presa dal panico, faccio la cosa più naturale che riesco a fare al momento: stringo Peter a me, in un abbraccio probabilmente disperato. Lui esita un secondo, prima di rispondere all'abbraccio avvolgendomi le braccia attorno alla vita e lasciandomi sotterrare il viso nell'incavo del suo collo.
-Devo chiamare tuo padre?- sussurra lui da sopra la mia testa, parlando piano per non farsi sentire al di sopra della musica.
Scuoto la testa leggermente:-No- borbotto bagnando di lacrime il collo della sua maglietta -Mi basti tu-

~THE DAUGHTER~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora