capitolo 20

1.1K 73 7
                                    


Allison PoV
 
Mi carico Watts, ancora sedato, sulle spalle, non stupendomi più della mia forza, mentre aiuto mio padre a camminare insieme a me verso l'uscita della camera. È ridotto parecchio male, mezzo cosciente e disarmato, ma ora ci sono io qui con lui...non lo lascerò mai più da solo.
Arriviamo nella stanza in cui minuti prima stavano combattendo la resta della squadra e gli uomini in armatura di Watts. Le armature contenenti i corpi degli uomini sono stesi tutti a terra, di fronte a Steve, Clint, Thor, Natasha e Peter...tutti e quattro con il respiro veloce e le espressioni esauste.
-Allison!- esclama Steve appena ci vede -Dove...come...- il biondo si guarda intorno -Fino a qualche minuto fa eri con Peter e io non...- il suo balbettio si interrompe quando vede mio padre, con un braccio attorno alle mie spalle e il passo zoppicante.
-Stark!- esclama Thor, avvicinandosi a noi seguito da tutti gli altri -Che ti é successo, vecchio mio?-
Natasha si porta una mano all'auricolare, parlando a Bruce:-Ce l'abbiamo fatta, siamo tutti qui. Manda qui l'elicottero-
-Aspettate un attimo- dice Clint, indicando Watts sulle mie spalle -Quello non è...-
In risposta, faccio cadere senza troppa forza il corpo dello scienziato di fronte a me.
-Allison, lo hai...-
-No, é solo un sedativo- rispondo subito a Natasha -Merita di marcire in carcere, ucciderlo sarebbe stato troppo facile- mi accorgo di quanto il mio tono di voce sia freddo e monotono...quasi vuoto. Sono esausta.
Il mio sguardo salta da persona a persona come per capire se sia davvero tutto finito con Watts, fino a che i miei occhi cadono su Peter.
Inevitabilmente, mi ritrovo a sorridere leggermente, cercando di nasconderlo abbassando la testa quando anche lui mi guarda, arrossendo subito.
-Sei stata incredibile, Allison- dice Thor, interrompendo il silenzio -Ora torniamo alla Tower...abbiamo tutti bisogno di restare tranquilli per un po'-
-Non se ne parla- borbotta mio padre, indicando poi debolmente Watts a terra -Prima portiamo questo stronzo dallo S.H.I.E.L.D...decideranno loro cosa fare-
-Ci penso io- dice Thor, sollevando Watts da terra come se fosse un orsacchiotto di peluche caduto dal letto e prendendolo in braccio -Voi tornate a casa-
---
In piedi davanti all'enorme parete di vetro di una delle stanze più in alto della Tower, sospiro.
Chiudo la mia felpa grigia fino a circa la metà della cerniera, facendo scivolare leggermente una delle maniche in basso, scoprendo la spalla destra, scoperta da una canottiera nera.
Incrocio le braccia e guardo il paesaggio fuori dalla Tower: New York sembra incredibilmente calma, oggi...completamente abbinata al mio umore. Ho sconfitto il mio nemico, l'uomo che odio di più. Ora è in carcere, sorvegliato dagli uomini dello S.H.I.E.L.D. ventiquattr'ore su ventiquattro, come si merita.
Sorrido, mentre guardo le automobili piccole come formiche da quassù, spostarsi fra le vie della città davanti ai miei occhi.
"Sono libera" penso, non credendoci ancora "Sono a casa".
I miei pensieri vengono interrotti da un colpo di tosse particolarmente falso e particolarmente familiare dietro di me.
-Hey Peter- dico sorridendo senza voltarmi, con gli occhi incollati al vetro.
Conoscendolo da piú di cinque mesi, ha sbarrato gli occhi e ha cominciato a camminare a passo incerto verso di me, con le mani in tasca e gli occhi proiettati verso il pavimento.
-Hey- risponde poi, quando arriva al mio fianco.
Poiché la battaglia con Watts è avvenuta soltanto qualche ora fa, tempo per farmi una doccia e cambiarmi in un paio di leggins, una canottiera e una felpa, non abbiamo ancora avuto l'occasione di parlare...soprattutto di quello che è successo l'ultima volta che siamo stati a meno di un metro di distanza l'uno dall'altra.
Un silenzio imbarazzante cala su di noi, mentre entrambi cerchiamo qualcosa da dire.
-Bella la battaglia di oggi- dice lui, incerto.
Dentro di me, ridacchio. "Seriamente, Parker?" penso "Non trovi nient'altro da dire?"
-Già- rispondo, continuando a non guardarlo, per poi sorridere e aggiungere -Soprattutto la parte in cui ti ho salvato le chiappe-
-Oh, sta' zitta- protesta lui -Mi sarei difeso benissimo anche da solo-
-Ah, certo...- replico sarcastica - Spider-Man -
-Molto divertente, Allison, davvero-
Le nostre risate riempiono la grande stanza quasi completamente vuota, seguito da un altro silenzio. Questa volta non imbarazzante...semplicemente il silenzio di chi si sta godendo l'uno la sola presenza dell'altra.
-Posso farti una domanda?- chiede qualche attimo dopo Peter.
Finalmente, mi volto a guardarlo, cercando di non sembrare un'ebete quando mi rendo conto di quanto sia bello in questo preciso istante. I capelli sono leggermente bagnati, segno che è  uscito da poco dalla doccia, gli occhi marroni sono diretti verso di me e pieni di allegria. Le guance leggermente rosee e le labbra sottili attraversate da un bellissimo mezzo sorrisetto. Indossa una felpa blu e un paio di pantaloni grigi della tuta.
Annuisco piano, perdendomi nel suo sguardo.
-Quello che è successo prima che tu scappassi per cercare tuo padre...- deglutisce, spostando per un momento i suoi occhi dai miei -Insomma, cos'era esattamente?-
Sorridendo divertita, alzando le sopracciglia, torni a guardare New York davanti a te. Senti lo sguardo di Peter fisso sul tuo viso, in cerca di una risposta...così decidi di accontentarlo:-Semplicemente quello che tu non hai avuto il coraggio di fare da mesi -
Lo guardi di traverso, lanciandogli un'occhiata a cui lui risponde con un'espressione prima confusa, poi dranmaticamente indignata:-Stai dicendo che non sono coraggioso?- domanda alzando un sopracciglio.
Sorridendo, lo guardi di nuovo, prima di voltarti e dargli le spalle dopo aver risposto:-In certe cose, Parker...-
Trattenendo una risata mordendomi il labbro inferiore, comincio a camminare verso l'uscita laterale della stanza, sentendo lo sguardo di Peter ancora su di me.
Quando sono a pochi metri dalla porta, qualcosa di blocca il polso, facendomi bloccare immediatamente.
Abbasso lo sguardo sul mio polso e vedo un filo simile ad una ragnatela avvolto attorno alla mia mano. Inarcando un sorpacciglio, alzo lo sguardo su Peter, che ha un braccio teso verso di me e la mano chiusa nel suo tipico gesto da lanciatore di ragnatele.
Prima che io possa fare o dire qualunque cosa, Peter tira il proprio braccio all'indietro, trascinandomi di colpo verso di lui. Un attimo dopo, mi ritrovo contro il suo petto, una sua mano posata sul mio fianco e l'altro braccio attorno alla mia vita.
I nostri visi sono a pochi centimetri di distanza, facendomi accellerare il battito cardiaco. Le mie mani posate sul suo petto possono dedurre che anche il suo cuore sta battendo a mille.
-Potresti rimanere sorpresa, Stark - mormora Peter, prima di rompere quella pochissima distanza che c'era ancora tra di noi posando le sue labbra sulle mie, facendomi rimanere di stucco.
Mi affretto a chiudere gli occhi e sorridere nel bacio, posando una mano sulla sua guancia e una dietro al suo collo:-Se mio padre entra in questo momento credo che ti ucciderà- sussurro dopo qualche secondo.
Peter si stacca per un attimo dalle mie labbra:-Credo che correrò il rischio-

~THE DAUGHTER~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora