Capitolo 5

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Allison PoV

Lo guardo negli occhi mentre il mio respiro accellera. Il suo sguardo è fisso nel mio. Non sembra spaventato, soltanto confuso e triste.
Avvolgo il mio indice destro attorno al grilletto, sfiorandolo appena. Un solo colpo e la mia missione sarà portata a termine.
Stringo i denti e il mio dito trema accanto al grilletto.
Mio padre chiude gli occhi:-Ricordo come se fosse ieri la prima volta che sei andata sulla bicicletta senza rotelle da sola- sussurra.
La testa comincia a farmi male, mentre quel ricordo mi riaffiora la mente per un secondo, prima di risvanire di nuovo:-Smettila- ordino, scuotendo il capo per ricompormi.
Ma lui continua:-Ricordo anche il tuo primo giorno di asilo. Avevi uno zainetto rosa, che non ti piaceva per niente- una leggera risata esce dalla sua bocca,mentre una lacrima gli riga la guancia -Dio, _odiavi_ quel colore. Quando ti ho regalato quello zaino volevi strapparmi tutti i capelli che avevo in testa-
Di nuovo quella fitta sulle tempie e il ricordo di quest'altro episodio della mia infanzia mi balza davanti agli occhi. Ma poi scompare, con la stessa velocità con cui è arrivato, lasciandomi di nuovo sola in quel buio che è la mia memoria prima dell'incidente.
-Ti ho detto di smetterla!- urlo chiudendo gli occhi.
Un'altra volta, non mi da ascolto e continua a parlare:-Ricordo il giorno del tuo sesto compleanno, quando tua madre ti stava insegnando a suonare la chitarra, e tutto quello che sei riuscita a fare è stato rompere una delle corde di quel povero strumento- altre due lacrime abbandonano i suoi occhi, mentre un sorriso gli si dipinge sul volto -Ricordo di averti consolata cantandoti una canzone, anche se tu mi hai rinfacciato che non ero bravo come mamma a cantare-
Quando penso si sia finalmente deciso a tacere, comincia a cantare. All'inizio rimango impassibile, poi riesco a riconoscere la canzone. Era quella dolce melodia che mia madre stava intonando nella mia visione dell'incidente. Ora ricordo anche questo: ogni volta che piangevo o ero giù di morale...mamma mi cantava questa canzone.
Mio padre aveva ragione, la voce della mamma era decisamente migliore della sua, ma al momento non me ne importava nulla. Ad ogni parola cantata che esce dalla bocca di mio padre un ricordo della mia infanzia con lui si fa chiara nella mia mente, senza scomparire. Le passeggiate a New York, le serate passate a guardare film, le acconciature che mio padre cercava di fare con i miei capelli, i viaggi in macchina, il sorriso che si apriva sul suo viso stanco quando tornava a casa dal lavoro e io correvo tra le sue braccia.
Mio padre finisce di cantare e rimaniamo a guardarci negli occhi per attimi interminabili, entrambi con le lacrime che sgorgano ininterrottamente sulle nostre guance. La pistola è ancora puntata sulla sua fronte.
Il collegamento all'auricolare torna operativo, e la voce di Watts è immersa nel panico:"Allison, premi quel maledettissimo grilletto e vendicami, altrimenti lo farò io."
Aggrotto le sopracciglia e sussurro:- _Vendicami_ ?-
Per un attimo non ricevo alcuna risposta, poi sento uno sbuffo e di nuovo Watts:"Pensavo potessi usare te per vendicare la mia carriera, ma senza l'ultimo siero la tua mente non era ancora del tutto chiusa ai tuoi vecchi ricordi"
Quindi mi aveva usata. I sieri non servivano soltanto a donarmi più resistenza fisica, no...servivano anche a fare in modo che Watts potesse manipolare la mia mente e farmi credere che mio padre mi avesse abbandonata, quando invece c'è sempre stato. Sempre.
-Allison...- sussurra mio padre, un tremolio costante nella voce.
Velocemente abbasso la pistola gettandola a terra e mi lancio tra le sue braccia:-Papà-
Sembra tutto perfetto, ho recuperato la mia memoria, ho una famiglia, sono a casa. Posso ricominciare tutto da capo, con mio padre al mio fianco.
Questo pensiero mi fa ridacchiare leggermente, mentre sorrido come un'idiota con la faccia seppellita nella camicia di mio padre, non fermando le lacrime.
Per un attimo non si sente nulla, soltanto il battito veloce dei nostri cuori e il ticchiettiodell'orologio sulla parete.
Poi si sente un rumore, come di un vetro che si rompe, seguito da un terribile scoppio. L'energia dello scoppio ci catapulta addosso al muro, facendomi sbattere la testa sulla porta. Gemo strofinandomi la testa, ma grazie ai sieri di Watts, non perdo i sensi...e il dolore si affievolisce velocemente
Sento mio padre urlare qualcosa all'auricolare nel suo orecchio, probabilmente sta chiamando i suoi soccorsi. Si gira a guardarmi:-Stai bene?- chiede preoccupato.
Annuisco in preda alla confusione.
-Cos'è stato?- domando ad alta voce.
Improvvisamente ricordo quello che Watts mi ha detto poco fa all'auricolare.
"Allison, premi quel maledettissimo grilletto e vendicami. Altrimenti lo farò io."
Ora capisco. So cos'era quello scoppio. So chi l'ha provocato, e so che non si fermerà facilmente ad un solo colpo.
Watts vuole ucciderci.

----- spazio autrice -----
Ok lo so questo capitolo è un po' più corto degli altri però dettagli 🙃
Vi sta piacendo la storia?

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