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Erano passati tre giorni da quando Floralie ed Emìl avevano avuto quella brutta lite, ed anche da quando Chris le aveva chiesto di portare Dodger a spasso insieme a lui. Ed erano tre giorni che lei non parlava con entrambi. 

Emìl la evitava a tutti i costi, rimaneva fuori casa tutto il giorno e quando tornava andava a chiudersi in camera sua senza rivolgerle nemmeno una parola. Di Chris non c'era l'ombra, ma Floralie non fu stupita. La sera in cui Chris andò a parlarle si addormentò pensando a lui, persino volando troppo alto con i suoi sogni, ma la mattina dopo si convinse che mai e poi mai un uomo del suo calibro si sarebbe ricordato dell'impegno preso con lei.

Floralie aveva imparato a non farsi abbagliare dai suoi sogni, ma ogni volta faceva male risvegliarsi e guardare in faccia la realtà. Il fatto che fosse martedì la aiutò a pensare ad altro. Era in Irlanda da poco più di una settimana, le cose cominciavano a prendere il loro corso, alcuni posti diventavano vagamente famigliari, alcuni volti anche. 

I volti di Matthew, Karl e Jalaja, così come quelli di Monique e Philippe - che, come Emìl, non le rivolgevano parola -, il volto segnato dall'età dell'autista del bus delle otto e trenta, il volto di una ragazza dai capelli rossi che ogni mattina se ne stava seduta sotto una delle querce del College a leggere un libro, il volto smunto della signora Callery che osservava ogni singolo studente che entrava ed usciva dal Dipartimento come se fosse un criminale appena evaso di prigione. 

Cominciò a ricordare meglio le strade, proprio quel giorno riuscì ad arrivare a lezione persino in anticipo, senza mai sbagliare nemmeno una svolta. Fu come raggiungere un piccolo traguardo, e decise di concedersi un po' di shopping quel pomeriggio. 

Quando Matthew andò a sedersi di fianco a lei in terza fila, Floralie era lì già da un quarto d'ora e stava controllando le sue e-mail. "Ehi", la salutò lui, poggiando lo zaino sulla sedia vuota accanto a sé. Si sporse in avanti per controllare il posto di fianco a Floralie, aspettandosi di trovarci qualcuno. "E Jalaja? Pensavo fosse qui con te", uscì fuori dallo zaino la sua bottiglia d'acqua e il quaderno per prendere gli appunti, ma su cui in realtà scarabocchiava soltanto. 

Floralie alzò lo sguardo dal suo tablet e sorrise a Matthew con l'aria di chi la sapeva lunga. "Perché non le chiedi il numero? Almeno la mattina saprai dov'è e quando arriverà", alzò le sopracciglia e trattenne a malapena una risata quando lo vide arrossire. 

"Non credo che me lo darebbe", borbottò lui, cercando quasi di nascondersi sotto la massa di ricci castani che aveva in testa. 

"Io dico di sì, ma se non lo fai non lo saprai mai", cercò di incoraggiarlo. Matthew e Jalaja erano gli opposti più opposti che Floralie avesse mai visto. Lui era così espansivo e solare, simpatico, contagioso, mentre lei era così delicata, silenziosa, sembrava un bellissimo fiore con uno stelo molto sottile. 

Quel giorno a lezione di Storia ci furono solo Floralie, Matthew ed un'altra ventina di persone. L'aula era così vuota che la voce del docente rimbombava, rendendo ancora più difficile l'ascolto. A nemmeno venti minuti dall'inizio della lezione, Floralie aveva già perso il segno, ed altri dieci minuti dopo rinunciò anche a prendere appunti. Non essere concentrata sulla lezione la costrinse a pensare ad altro. 

A Emìl, per primo. Il suo comportamento la disorientava. Così gentile, gentiluomo, rassicurante. Poi stupido, con quella storia della ragazza che si era portato a letto la sera dopo aver cercato di baciare Floralie. E poi possessivo e ancora più stupido, geloso, irragionevole, quando le aveva quasi ordinato di non vedere Chris. Chi si credeva di essere? Non era entrato nella sua vita da nemmeno sette giorni che già pensava di poter decidere per lei? Pensava di avere voce in capitolo nelle sue scelte? Floralie pensò che fosse davvero strano, chi si comportava così? 

There You Are. || Chris EvansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora