Durante una soleggiata mattinata di inizio autunno, l'ultima ora era appena iniziata.
La Peeters, professoressa di italiano, si era da poco seduta.
- Ragazzi, l'anno ormai è iniziato e ho bisogno di voti. Quindi... - fece una pausa e cacciò dalla borsa una scatoletta in latta - ora interroghiamo a sorteggio.
Partì un vociare sommesso di cui si potevano distinguere abbastanza chiaramente esclamazioni come: "merda, non ho studiato" "altri votacci no" "aiuto" "se mi chiama suggeritemi".
La vecchia professoressa iniziò a cacciare i bigliettini e subito calò il silenzio
- Numero... 2! Venga signorina Andersen. Poi, numero... 21! Forza Lawrence. Ora, l'ultima persona sarà... - il silenzio e la tensione erano palpabili - numero 17, Jackson.
Abby, e gli altri due ragazzi si alzarono e andarono alla cattedra.
- Come vi ho già detto la settimana scorsa, vorrei sapere cosa ricordate di quello che avete fatto nel biennio. Amber Jackson inizia tu.
Abby, avendo l'opportunità di scegliere l'argomento, inizio a parlare di Pirandello. Condivideva molto la sua filosofia: la gente indossa "maschere" diverse a seconda della situazione per farsi apprezzare.
Iniziò un lungo monologo, l'espressione della professoressa era compiaciuta. Stava giungendo al termine quando la porta della classe si aprì.
Entrarono dei ragazzi che portavano dei dolci in mano. Tra questi Abby potè distinguere Louis. Era molto carino, come sempre. Anzi, lui era più che carino.
Uno di loro, aveva i capelli ricci e due grandi occhi verdi, poggiò un vassoio con dei dolcetti sulla scrivania:- professoressa cara! Come è bella oggi! Le ha mai detto nessuno che ha delle bellissime rughe?
In quel momento nella testa di Abby c'era solo un grande ed enorme WTF. La classe proruppe in una risata divertita, ma ad un'occhiata della prof tutti si ricomposero:- Cosa vuoi Styles? - chiese acida la Peeters.
- Prof oggi è il mio compleanno. Siccome la penso sempre, sono venuto a portarle dei dolci - disse... Styles Qualcosa sorridendo furbamente.
Louis si avvicinò con una bottiglia di Coca-Cola in mano e dopo averla lanciata in aria la riprese, ripetè l'azione poi poggiò la bottiglia sulla scrivania, proprio avanti ad Abby, e la aprì. Una quantità incredibile di schiuma di Coca-cola finì addosso ad Abby.Anche la campanella dell'ultima ora suonò. Così, Abby, ancora appiccicosa di cocacola uscì dalla classe. Stava procedendo verso l'uscita, dove avrebbe dovuto incontrare il suo gruppo di amiche, quando sentì qualcuno urlare:-Jhonson! Jhonson! TU! Ehy! Ally! Ally Jhonson!
Si fermò. Chi diamine era che urlava così? Non fece in tempo a girarsi verso la voce che si avvicinava sempre di più, che un Louis trafelato le si piazzò avanti:- Sto urlando da venti minuti, perchè non ti giri?
- Io mi chiamo Abby Jackson, non Ally Jhonson, mio caro Louis
- Ops, scusami. Non ricordavo bene
- Non importa, ora vado. Ciao Louis - e con questo si avviò, ma sentì subito dei passi che la seguivanoi:- No, aspetta ferma! - disse lui prendendola per il gomito:- Volevo chiederti scusa per ciò che è successo in classe tua durante l'interrogazione, mi spiace per la maglia, se vuoi te la ricomporo
- Non fa niente, tranquillo. La laverò e tornerà come nuova. Ora devo proprio andare altrimenti chiude il supermercato e non posso compare Perlana - Louis la guardò stranito, allora Abby aggiunse:- Sai, la pubblicità... "Nuova? No, lavata con perlana".
Louis la guardo sorridendo e scosse la testa, poi sollevo la mano in segno di saluto:- Allora, ci vediamo domani Abby Jackson.
- Ciao Louis.----------------------------------------------
Ed ecco a voi il quarto capitolo di Flirt!
Cosa ne pensate? Farei sentire con un commento: adoro sapere cosa pensano le persone di quello che scrivo, a prescindere che siano cose belle o meno!
Ci sentiamo al prossimo capitolo :)
Ilaria
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Flirt
Teen FictionLui le sorrise:- Mi daresti il tuo numero di telefono? - Lei, che stava messaggiando fingendo di ignorarlo, alzò lo sguardo:- Vorresti che ci scambiassimo i numeri di telefono? - Sì, esatto. - No, grazie. Mi trovo bene con il mio. - Sorrise e dopo a...