Le ragazze della 3ªF stavamo passeggiando attorno al campo da calcio del liceo. Un professore mancava e era stato concesso loro di scendere ai campetti a patto che il professore che li occupava con la sua classe fosse d'accordo.
Così, i ragazzi si erano uniti all'altra classe che stava giocando, e le ragazze passeggiavano attorno al campo.
Abby stava chiacchierando con Julia, una compagna di classe che nel modo di vestirsi e di comportarsi le assomigliava molto, infatti erano già in sintonia.
Erano nel mezzo della discussione quando alcuni urletti spaventati -da oche- partirono da alcune ragazze del gruppo. Abby si girò giusto in tempo per vedere un pallone che volava verso di lei. Senza neanche accorgersene la sua gamba era scattata: anziché allontanarsi (come tutte le altre), aveva alzato il ginocchio, dove il pallone era rimbalzato, lo aveva fatto passare all'altro ginocchio e dopo aver ripetuto l'azione lo aveva calciato verso i ragazzi che lo avevano "perso".
Si girò verso le sue compagne, che ancora lontane da lei, la guardavano chi con un espressione allibita, chi ammirata.
Nel silenzio più totale, si sentì un'applauso solitario partire dalle sue spalle, dal campo.
Si girò e vide Louis Tomlinson, con un'espressione compiaciuta che le applaudiva.
- Uau, sono estremamente colpito, Abby Jackson.
- Sono cose che devi saper far quando hai un fratello più grande.
- Beh, ringrazia tuo fratello, perché noi - e Louis indicò la squadra che continuava ad allenarsi - abbiamo appena trovato il nostro giocatore mancante per fare un breve amichevole.
Abby scoppio in una finta risata:- Ma che simpatico, Tomlinson.
- Io sono serio
Abby smise di ridere:- Davvero?
- Certo, ti recupero io scarpette, calzetoni e divisa. Accetti?
Abby di girò verso le ragazze della sua classe,alcune la guardavano sorridendo incitandola silenziosamente ad andare.
- Okay, Tomlinson. Accetto.
- Perfetto, tu avviati nello sogliatoglio femminile che ti arriva subito la divisa.
Abby annuì, e salutando alcune amiche, si avviò verso gli spogliatoi.
Si slacciò le converse, sfilò i pantaloni e la canotta, ripiegando tutto con cura. Non aveva un borsa in cui metterli perché l'aveva lasciata in classe, così li poggio semplicemente su una panca.
Chissà suo fratello cosa avrebbe detto in quel momento. Le mancava così tanto: si chiamava Edward e era al terzo anno ci università. Giocava nella squadra di calcio della città e avvolte era stato chiamato da altre squadre, ma lui aveva rifiutato per continuare gli studi. Più tardi avrebbe dovuto chiamarlo.
Era immersa nei suoi pensieri quando sentì qualcuno che sò schiariva la voce alle sue spalle.
Si girò e vide Louis a un metro da lei che la fissava.
Merda. Sono in intimo. Merda. C'è Tomlinson che mi fissa. Merda.
E mentre questi pensieri giravano per la testa di Abby lei disse solo:- Ah, sei tu.
- Eh già - rispose semplicemente lui.
Per pochi istanti regnò il silenzio, che fu interrotto dalla voce di Abby:- Si può sapere perché sei entrato nello spgliatoglio femminile?
- Perché sapevo che avrei trovato solo te.
- E io cosa sono? Perry l'ornitorinco?!
Louis scoppio a ridere ma quando vide che Abby lo guardava male si interruppe. Si schiarì nuovamente la voce:- Bene, questa è la divisa. Era mia due anni fa, dovrebbe andarti bene. Ma dovrà tenere le tue scarpe.
- Nessun problema
- Ti aspettiamo in campo
Infilò i calzettoni e il pantaloncino, ma la maglia era larga. Così rimase con la canotta nera. Allacciò le converse e legò i capelli in uno chignon. Aprì la porta e osservò il campo. Speriamo vada tutto bene, pensò.
Raggiunse i ragazzi e la porta le si chiuse alle spalle.
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Flirt
Teen FictionLui le sorrise:- Mi daresti il tuo numero di telefono? - Lei, che stava messaggiando fingendo di ignorarlo, alzò lo sguardo:- Vorresti che ci scambiassimo i numeri di telefono? - Sì, esatto. - No, grazie. Mi trovo bene con il mio. - Sorrise e dopo a...