𝟯𝟬 | 𝗖𝗶 𝗮𝗻𝗻𝗼𝗶𝗲𝗿𝗲𝗺𝗼 𝗶𝗻𝘀𝗶𝗲𝗺𝗲.

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Avete presente quando avete quei momenti di totale noia, dove non sai cosa fare e cerchi di farti venire un'idea, ma allo stesso tempo l'idea di fare qualcosa ti annoia?

Ecco.
Mi sento così in questo momento.

Sento caldo, troppo caldo, e stare sdraiata sul letto non aiuta di certo.
Mi alzo in piedi e tasto il materasso, sentendo la parte dove mi trovavo fradicia.

Sbuffo, maledicendo l'estate, e mi dirigo in bagno.
Apro l'acqua nella doccia e mi ci butto sotto, con tutti i vestiti.

Finalmente un po' di fresco.

Chiudo l'acqua e mi strizzo velocemente i vestiti e i capelli, per poi scendere in sala.

Mi butto sul divano, e accendo la televisione.
Faccio un po' di zapping e poi spengo, non trovando niente.

Sto per un po' sdraiata sul divano fino a quando non sento il mio cellulare suonare, segno che qualcuno mi sta chiamando.

Leggo il nome sul display: James.

Schiaccio l'icona verde e rispondo.
«Pronto?»

«Hai qualcosa da fare?» chiede subito.

«Ciao anche a te James, come stai? Io mi sto sciogliendo, penso che a momenti potrei morire, tu? Tutto bene?» dico, ironica.

Sento uno sbuffo. «Smettila di fare la sarcastica, hai qualcosa da fare sì o no?»

Ruoto gli occhi al cielo.
Nessuno che apprezza il mio sarcasmo, che delusione.
«No James, non ho niente da fare. In realtà mi stavo annoiando» ammetto.

Sento un sospiro di sollievo. «Bene, ci annoieremo insieme. Mettiti un costume, un quarto d'ora e sono a casa tua. Io e te andremo al mare.» Non mi dà la possibilità di ribattere.

«Ma che bello avere possibilità di scelta» ridacchio.

«Muoviti, vatti a preparare.»
E mi mette giù.

La sua simpatia è proprio un dono da fare all'umanità.

Salgo in camera e prendo un costume a due pezzi bianco.
Me lo metto e poi preparo velocemente lo zaino, mettendo un asciugamano e la crema solare.

Come se potessi abbronzarmi.

Faccio appena in tempo a chiudere la cerniera che sento un clacson.

⸻ ❝ ❞ ⸻

«Ma ti diverti a sembrare una mozzarella?» James ride a quella che lui crede essere una battuta simpatica, mentre per me è solo un modo per pensare di seppellirlo sotto la sabbia. Preferibilmente vivo. O di annegarlo nel mare.

Sbuffo indispettita. «Smettila di criticare la mia scelta nel mettermi un costume bianco.»

«Sembri un pupazzo di neve.»

«E tu sembrerai presto in via di decomposizione.»

Mi sdraio a pancia in giù sulla sdraio, ma presto sento James sollevarmi di peso, caricarmi sulla sua spalla e correre verso il mare.

Giuro che lo ammazzo e farò passare l'omicidio in un incidente.

Arriviamo in punto dove l'acqua è abbastanza alta e mi ci butta.

Ho un'idea.

Inizio ad agitarmi e quando arrivo in superficie dico: «non so nuotare», per poi tornare sott'acqua.

James all'inizio non mi crede e sta fermo a guardarmi, ma quando vede che non riemergo, si immerge e mi riporta in superficie.

Mi tiene stretta in vita con un braccio, mentre l'altra mano se la porta nei capelli per tirare indietro il ciuffo, che gli era finito davanti agli occhi.

Mi guarda, serio, mentre dentro di me sto ridendo. «Merda, scusa, mi dispiace tanto. Non ho pensato che tu potessi anche non saper nuotare.»

Io non dico niente e gli appoggio una mano sulla testa, per poi spingerlo verso il basso, e lui, non aspettandoselo, finisce sott'acqua, senza avere nemmeno il tempo di trattenere il fiato.

Dopo pochi secondo riemerge in superficie, tossendo, mentre io scoppio a ridere.

Appena riprendo fiato parlo. «Idiota, quando siamo andati al mare con le nostre famiglie io e te abbiamo pure fatto una gara di tuffi dagli scogli» ricomincio a ridere. «Ti pare che non sappia nuotate?» chiedo, ironica.

Lui spalanca la bocca, in un'espressione apparentemente e fintamente offesa.
«Mi stai dicendo che mi hai preso in giro? Razza di piccola bugiarda albina!»
Inizia a schizzarmi l'acqua in faccia, così provo ad avvicinarmi a lui per rigettarlo negli abissi, ma fallisco miseramente, perché lui riesce ad avere la meglio.

Apro gli occhi sott'acqua, anche se così mi bruciano parecchio, e afferro la caviglia di James, tirandolo sotto con me.

Riemergiamo tossendo, per poi accordarci in una tregua, che escluda qualsiasi tentativo di annegamento.

Nella successiva ora ognuno sta in silenzio sulla propria sdraio.
James penso stia dormendo, mentre io mi sono ascoltata metà delle canzoni estive uscite da poco.

Ad un certo punto mi alzo per recuperare lo zaino che ho lasciato vicino l'ombrellone.
Poco distante da noi c'è un bar, ed io ho estremamente bisogno di prendere qualcosa di freddo, come una bibita ghiacciata, un gelato o un biglietto di sola andata per il Polo Nord.

Così al posto del pupazzo di neve vado a fare l'orso polare.
Tanto è tutta la vita che mi esercito per il letargo.

Frugo un po' nello zaino e dopo cinque minuti buoni, mi accorgo di aver lasciato a casa il portafogli.

Merda, sapevo io che dovevo farmi una lista, accidenti!

Mi avvicino alla sdraio di James e mi ci siedo sul bordo.
Lui mi mostra le spalle ed io mi avvicino al suo orecchio, cominciando a sussurrare. «Allora James, la tua fantastica amica Brianna ha, purtroppo, dimenticato il portafogli a casa, quindi non ha soldi per comprare qualcosa di fresco che vorresti anche tu al bar. Ora tu, dato che sei un amico gentile e generoso, - o almeno dovresti esserlo -, le offrirai ciò che vuole prendere al bar, così non l'avrai sulla coscienza per essere morta per disidratazione. Ricorda, James, tu sei gentile e generoso. Gentile e generoso. Gentile e gen-»

All'improvviso James si gira di scatto verso di me. «Cosa stai facendo?»

Lo guardo ovvia. «Cerco di influenzare il tuo subconscio. Ho letto su internet che con alcune persone funziona.»

Scoppia a ridere. «È spaventoso ciò che riesci a trovare in internet.»
Si alza dalla sdraio e va verso il suo zaino, prendendo il portafogli.
Poi torna da me e avvolge un braccio intorno alle mie spalle.
«Dai, andiamo al bar, non vorrei mai che tu morissi disidrata.»

Scoppio a ridere, e andiamo al bar.

Mai andare dal tatuatore se la sfiga ti perseguitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora