Capitolo 24 - "In love"

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«Dove credi di andare tutta sola a quest’ora?» mi giro, vedo un ragazzo sulla ventina visibilmente ubriaco, merda. 

«A fare i cavoli miei, se non ti dispiace o anche se ti dispiace, adesso me ne vado a casa» mi giro e inizio di nuovo a camminare fino a quando il ragazzo non mi blocca un polso. 

«Tu non vai da nessuna parte» mi tira e mi sbatte contro il muro facendomi picchiare la testa, mai mettersi contro di me. 

«Lasciami andare» dico con tono di sfida.

«Prima ci divertiamo un po’» è troppo ingenuo ed ubriaco per capire le mie intenzioni.

«Ok, l’hai voluto tu» dico mentre gli tiro un calcio sullo stinco, si abbassa involontariamente per il dolore e colpisco la sua testa con una ginocchiata, lasciandolo a terra. Inizia a prendermi un senso di terrore, sono immobile a fissare quello che ho fatto, mi sento un mostro. 

«Jasmine! Che cavolo succede» Candace mi corre incontro, deve aver sentito le urla del ragazzo, dietro di lei anche Michael e il dottor Clifford.

«Candace, lui..lui mi voleva fare male» corro verso di lei e la stringo forte, inizio a singhiozzare. 

«Chiamo la polizia» dice il dottor Clifford per poi rientrare, mentre Candace scioglie il nostro abbraccio. 

«Quello è un idiota, abita in quella casa rosa, torna sempre ubriaco ogni sera, lo vedo dalla finestra» dice Michael indicando la casa rosa vicino a noi. Quanto vorrei abbracciarlo, vorrei essere protetta dalle sue braccia, essere rassicurata dalla sua voce nel mio orecchio.

«Vado in casa a prendere qualcosa da mettermi, con il pigiama ho freddo» dice Candace avviandosi verso la casa.

«Ehi, è tutto ok?» Michael mi prende dolcemente per i gomiti, notando la mia paura. 

«Si, no, cioè, è tutto finito ma sono un po’ spaventata, non so dove ho trovato il coraggio per farlo» dico abbassando la testa.

«Sei sempre stata una guerriera» mi abbraccia. Quanto mi è mancato questo calore, questa sensazione di sentirmi a casa, il poter essere vicino a lui.

Avvicina la bocca al mio orecchio.

«Ho sentito tutto sai? Dovresti smetterla di urlare fuori casa mia» sussurra.

«Mi, mi dispiace non volevo darti fastidio. E’ solo che..bhe…non lo so, scusa» dico staccandomi da lui.

«Credi davvero che dopo tutto quello che hai detto io ti lasci andare così? Torna qui, forza» mette le sue mani lungo i miei fianchi, prima di avere dolcemente accompagnato le mie braccia dietro il suo collo. La luna crea uno splendido panorama e con la poca luce ci permette di osservarci l’un l’altro. I nostri occhi si muovono velocemente nella notte, cercando di osservare ogni piccolo particolare, ogni sfumatura, ogni respiro. 

«Jasmine, Jasmine Baker mi sono fottutamente e follemente innamorato di te» i nostri occhi si fissano, quei suoi glaciali sono dentro ai miei neri, sono uniti, come i nostri corpi.

Si avvicina lentamente alla mia faccia, portando una delle sue mani sulla mia guancia.

«Tu non hai idea di quanto aspettavo questo momento» dice sorridendomi.

«Fallo accadere al più presto allora» dico tirandolo verso di me. 

Il suo naso entra in contatto con il mio, li sfreghiamo tra loro come farebbero due bambini, sposta leggermente la testa di lato, in modo da poter far combaciare perfettamente le nostre labbra. E’ il paradiso, inizia a muovere la sua bocca sulla mia e così faccio anche io, mentre con le sue gradi mani ispeziona il mio corpo. Sento dopo poco che mi morde dolcemente il labbro, porto così le mie mani tra i suoi capelli, sapendo quanto gli dia fastidio, voglio vedere se smette di baciarmi per i capelli. Non smette, continua a far scontrare le nostre bocche, così da far sentire le mie labbra gonfie, mi stacco per prendere fiato. 

That guy with green hair//Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora