Capitolo 2

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Un forte tuono fu la causa del mio risveglio quella mattina.

Mi girai nel letto, controllando l'orario sulla sveglia. Oh bene, avevo perso cinque minuti preziosi del mio sonno. Decisi di staccarla comunque anticipatamente.

Mi alzai di malavoglia dal letto, camminando nella stanza con la stessa velocità di un bradipo incinto. Che poi mi chiedevo, può mai un bradipo essere incinto? Cioè, esisteva sia il maschio che la femmina di quell'animale?

Con i miei soliti pensieri senza senso, mi infilai in bagno, giusto il tempo di darmi una svegliata.

Appena fui pronta, rientrai nella stanza, spalancando l'armadio con poca delicatezza.

"Buongiorno." cacciai un urlo, nascondendomi ancora una volta dietro l'anta dell'armadio aperto. Perchè sì, anche quella mattina non ero da sola in camera mia.

"Ancora tu? Ma che vuoi da me?" chiesi scocciata.

Il ragazzo sbarra morto sbarra fantasma mi squadrò da capo a piedi "Bel pigiamino." disse, per poi scoppiare in una fragorosa risata.

Non che fosse un brutto ragazzo, anzi... I capelli corvini, la pelle leggermente scura, un sorriso da farti sciogliere... Per non parlare del suo sguardo quasi orientale, perfetto.

Ma in tutto ciò, c'era un piccolo problemino: era un morto.

O almeno, era quello che mi suggeriva la testa. Ero sempre stata brava a far dei filmini mentali; ma se anche questo era uno di quelli da aggiungere alla lista, avrei richiesto un premio Oscar per il superamento della mia solita media.

Finalmente smise di ridere, passandosi una mano tra i capelli "Mi hai chiamato tu, ieri... Ricordi?" disse retorico.

La mia pelle cominciò ad essere ricoperta da piccoli brividi di freddo. Ero finita in un film horror? Dovevo svegliarmi all'istante!

Che ero pazza, era risaputo. Ma nemmeno io mi capacitavo di credere a quello che stavo vedendo, immaginando.

"Io non ti ho mai chiamato!" urlai "Sono stati i miei amici." dissi convinta.

Il ragazzo sembrò non dar peso alle mie parole, avvicinandosi.

"E' lo stesso." disse con nonchalance. Si girò verso la finestra, dandomi le spalle.

Forse voleva lasciarmi un po' di privacy per vestirmi. Si certo, come no!

"Faresti meglio a vestirti, o arriverai tardi a scuola." mormorò.

Scettica com'ero, sbiascicai un semplice "Veramente oggi sono anche in anticipo." gli feci notare, spostando con un gesto secco i capelli dalle spalle. E no! Per una volta che ero puntuale, nessuno poteva dirmi di muovere le chiappe!

Lui girò solo la testa, -no stile esorcista, specifico- e sorrise "Ieri sera sei andata a letto tardi, e per farti riposare, ho pensato di spostarti la sveglia di un'oretta."

Strabuzzai gli occhi "Tu, cosa?" presi a respirare velocemente, spaventata, lanciando poi un'occhiata alla sveglia che giaceva sul comodino. Le sette e dieci. O le otto e dieci?

"Io ti uccido!" lo intimai a denti stretti.

Lui alzò semplicemente le spalle "Sei arrivata un po' tardi." alluse alla sua morte.

Senza dargli più conto, decisi di vestirmi con la prima roba che mi ritrovai tra le mani, correndo come una gazzella per la casa per cercare la mia cartella e la merenda che papà mi aveva di sicuro preparato prima di andare a lavoro.

*  *  *

"Smith, buongiorno a lei." mi lanciò uno sguardo assassino il professore di geografia, seduto dietro la sua cattedra, quando spalancai la porta dell'aula con poca delicatezza.

If we could only turn back time || Z.M. (#Wattys2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora