Capitolo 7.

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"Ti prego, ti pregooo, ti preeeeeeego." ci mancava poco che mi mettessi pure in ginocchio.
"Ma spiegami cosa c'entro io con quello là." sbottò Josh, posando poi la sigaretta tra le labbra. Aspirò buona parte del fumo, per poi gettarlo fuori dalla bocca in un'unica volta.
"Facile! Juls esce con Zayn, tu esci con me." continuai a ripetergli.
Lui mi guardò male "Un appuntamento a quattro?" mi chiese e finalmente sospirai rilassata.
Aveva capito, ci era arrivato!
"No, sei." spostai lo sguardo verso Beth che si era appena seduta silenziosa sugli scalini, al mio fianco.
"Sei?" sia io che Josh parlammo, confusi.
"Juls ha parlato con Dylan, quello della sezione B. Mi ha praticamente combinato un appuntamento che non volevo." sbuffò, uscendo dalla borsa tracolla il cellulare.
"Ah, davvero? Sono felice di non dover sopportarmi Juls e Zayn da sola. Siete i miei migliori amici." passai le braccia sulle spalle dei due, stringendoli verso di me, sorridendo.
Non potevo avere amici migliori di loro.
"Ok, ma ora mi spiegate che fine ha fatto Juls?" Josh spostò scocciato la mia mano dalla sua spalla, e dopo aver ricevuto una linguaccia da parte mia, gettò la cicca della sigaretta a terra, schiacciandola e spegnendola completamente con la suola della scarpa.
Io alzai le spalle, mentre Beth sbottò un "Si è andata a cambiare. E' tornata a casa solo per mettersi qualcosa di comodo per andare a giocare a mini-golf." spiegò tranquillamente.
"Mini-golf?" sbottammo all'unisono io e Josh. Mi voltai verso il mio amico, dandogli una gomitata alle costole e sussurrandogli un "Non copiarmi le battute." facendolo gemere di dolore.
Mentre il ragazzo si massaggiava la parte lesa, Beth annuì.
Oh bene, stavo per andare ad un appuntamento a sei e per di più avrei dovuto fare da tramite per Juls per poter parlare con Zayn, visto che lo vedevo e lo sentivo solo io.
Per non parlare del posto in cui stavamo andando. Ero una schiappa in qualsiasi gioco, ma il golf non l'avevo nemmeno considerato come tale.
"E' arrivata Juls, andiamo? Dov'è Zayn?" mi chiese Beth, indicando con la testa l'altra e alzandosi, porgendomi poi una mano.
Mi guardai in giro e lo notai seduto sotto un albero. Alzai la mano, indicandolo e poi notai con la coda dell'occhio Josh sbuffare.
Perchè non gli piaceva Zayn? Lui non sapeva com'era in realtà quel ragazzo. Alla fine, nemmeno io lo sapevo per davvero e tutta questa scenata dell'appuntamento mi irritava, non poco. Ma era pur sempre la mia migliore amica.
"Andiamo?" la voce di Juls mi riportò alla realtà, mentre seguii Beth e Josh scendere le scale silenziosamente, proprio dietro una saltellante e felice Juls vestita di una tutina blu e rosa.

* * *

"Sei mazze." strillò eccitata Juls, mentre la signora posta al bancone del parco ci guardò tutti, confusa.
"La matematica non è un optional" infatti sussurrò, notando che in realtà eravamo solo cinque.
Diedi una gomitata alla mia amica, alzando gli occhi al cielo.
"Evidentemente non esce pazza per quella materia." cercai di sistemare le cose io, sperando vivamente di far fretta alla donna che continuava a fissarci.
Ci passò cinque mazze e cinque palline, oltre un blocchetto segna-punti, augurandoci poi una buona partita.
Beth sfogliò il blocchetto, scrivendoci sopra i nostri nomi man mano ci avvicinavamo alla prima buca.
"Dì a Juls che vestita così è davvero carina." per poco non urlai, notando solo quando parlò, Zayn, che adesso camminava al mio fianco. Mi avrebbe fatto morire di infarto un giorno di questi.
Mi avvicinai alla mia amica, e sbuffando, mi misi a ripetere le parole esatte del moro. Lei ringraziò il ragazzo, mentre io mi affiancai a Beth e Dylan.
Ma tanto non finiva lì. Dovetti ripetere qualsiasi cosa che mi diceva Zayn, facendo ridacchiare Juls.
Ci mancò poco che Dylan non mi sentisse.
Lo ricordavo bene, Dylan: si era preso una cotta per me in quinta elementare. Il giorno di San Valentino mi portò a scuola un cioccolatino a forma di cuore, ma l'unica cosa che feci io fu quella di gettarlo dalla finestra, uscendomene con la scusa della dieta.
Possibile fossi idiota già all'età di dieci anni? Evidentemente sì, visto che avevo rinunciato a un bel ragazzo biondo, occhi verdi, alto e abbastanza muscoloso. Il ragazzo che tante sognano, va.
Il primo a lanciare fu Josh e, dopo due tentativi, fece subito buca. Dopo di lui, tentò Juls, che ridacchiando fece il punto solo dopo quasi cinque colpi.
Proseguì Beth e Dylan, così rimasi io che centrai il buco solo dopo sette colpi di mazza.
Imprecando in tutte le lingue del mondo, seguii gli altri alla seconda buca.
Anche lì ricominciò la fila per tirare ognuno la sua palla colorata.
A me era toccata quella rosa, e mi irritava non poco. Odiavo quel colore.
Lo odiavo solo a causa dell'ochetta Ashley Belson, alias capitano delle cheerleader; una volta mi aveva fatto cadere davanti a tutta la scuola. Dire che sono stata lo zimbello per quasi tutto l'anno scolastico, è dire poco.
Per fortuna, l'anno dopo, fu preso di mira un altro e Ariel il pesce volante rimase solo un brutto ricordo.
Odiavo il rosa perchè praticamente era il suo colore preferito in tutto: macchina rosa, abbigliamento rosa, borse rosa, quaderni e matite rosa, per non parlare delle punte dei capelli rosa. Che odio!

Arrivammo alla sesta buca. Scoprii che man mano andavamo avanti, il percorso diventava più difficile. E se per fare un semplice buca ci mettevo sette o otto colpi, per fare quella difficile ci avrei messo dieci anni?
Intanto avevo scoperto un po' i gusti di Zayn, dato il fatto che facevo da tramite tra i due. Non potevano avere un po' di privacy, così.
Avevo scoperto che amava il rosso, l'abbigliamento sportivo e comodo, ma non detestava l'elegante. Anzi, quando poteva, ne approfittava, anche per le feste.
Adorava gli animali, soprattutto i cani -cosa alquanto strana vista l'esperienza di qualche giorno prima con Rex- e quando era in vita, ne aveva uno che si chiamava Boris. Poi, con la sua ex, ne aveva preso un altro, Hatchi, che però aveva lasciato accudire a lei una volta separati.
Amava il calcio, ma solo quello alla tv. Non era un tipo atletico, ma si era anche definito vanitoso, facendomi ridere quando l'aveva confessato apertamente.
Ha raccontato anche un po' del suo successo; tutto quello che ha passato con la band e i suoi amici, e nella mia testa sembrava una figata assurda. Ma non dissi nulla, anche perchè l'appuntamento non era con me. Purtroppo...
Raccontò anche che prese a fumare per scaricare la tensione, cercare di andare avanti con i problemi e trovare un modo che lo rilassasse. Ma per fortuna, andando avanti con gli anni, capì l'importanza della vita e smise piano piano.
Sposò una donna a trent'anni, ebbe due figli con lei e adesso non sapeva più dove fossero andati a finire. Gli avevano promesso, sul letto di morte, che sarebbero andati sempre a trovarlo alla tomba. Ma invece, deluso, spiegò che non avevano mantenuto la promessa, cambiando città qualche mese dopo.
Arrivò il mio turno, e dopo aver studiato per bene la pista numero otto e notato la buca in lontananza, presi un profondo respiro.
Aprii leggermente le gambe, stendendo le braccia dritte davanti a me, e mi concentrai sulla pallina.
Sentii un 'Forza' di incitamento da parte di Beth, mentre Juls insisteva sul chiedere delle cose a Zayn, come se fino ad allora non l'avevo fatto. Avevo bisogno di un po' di tranquillità per concentrarmi, ma evidentemente non ero libera nemmeno di svuotare la mia mente dai pensieri.
Alzai le braccia verso sinistra e con tutta la forza che avevo nel corpo, sferrai un lancio potente. Guardai in lontananza, sorridendo e cercando con lo sguardo dove fosse arrivata la pallina.
Ammazza! Talmente ci avevo messa tanta forza, che non si vedeva più. Ed era pure rosa! Difficile non notarla.
Qualche risatina al mio fianco mi fece incuriosire, così mi voltai verso i miei amici e li guardai con la fronte aggrottata.
Nessuno mi spiegava il perchè di quelle risate, solo quando Zayn mi indicò il prato sotto di me, mi accorsi che la pallina non si era mossa di un millimetro.
Che figura di merda!
Cercai di ridacchiare anche io, sperando che quella giornata finisse in fretta anche!
Oltre che negata per quel gioco, mi sentivo stupida per aver convinto Josh ad accompagnarmi, per poi mollarlo insieme a Beth e Dylan che sembravano divertirsi insieme.
Mi riposizionai sopra la pallina, stando attenta stavolta a colpirla sul serio.
"Vuoi una mano?" non ci fu il bisogno di girarsi per capire che era Zayn quello che stava venendo in mio soccorso.
"Non sono un fenomeno, ma almeno me la cavicchio." spiegò subito, avvicinandosi.
Guardai per un secondo i miei amici, ignari della proposta di Zayn. Poi accettai con un semplice cenno, senza farmi notare dal resto del gruppo.
Sentii Zayn posizionarsi dietro me, le sue mani si posarono sopra le mie, chiudendomi tra le sue braccia. La mia schiena era attaccata al suo petto, e per pochi secondi mi mancò il respiro.
Le immagini della sera prima quando eravamo sul divano si fecero spazio nella mia mente. Io lo volevo quel bacio, ora ne ero sicura.
E non saprei dire il perchè, ma stare tra le sue braccia mi faceva sentire al sicuro.
In effetti, negli ultimi giorni, anche solo la vicinanza di Zayn mi faceva tranquillizzare, sentire protetta, in un certo senso.
"Molto semplice... Devi puntare con gli occhi il punto esatto in cui vuoi tirare la pallina. Funziona così." disse sicuro di sè, riportandomi alla realtà.
Sentii comunque le guance andarmi a fuoco quando mi attirò di più a sè, costringendomi ad alzare la mazza verso il cielo, pronti a scagliare il colpo.
"Sei pronta?" mi chiese all'orecchio, e talmente era vicino, che per un momento dimenticai che ci fossero anche altre persone con noi.
Mi obbligai a riprendere coscienza dei miei pensieri e puntai gli occhi sulla mazza che tenevo a mezz'aria, come a capire l'angolatura perfetta in cui la tenevo.
Ma di nuovo venni distratta dalle mani di Zayn appoggiate sulle mie. Anche se era un fantasma, quel tocco era caldo e mi faceva venire sempre più nostalgia di averlo per davvero al mio fianco.
Annuii leggermente, mentre i miei occhi si soffermarono sulla bandierina gialla qualche metro distante da noi.
"Via!" urlò poi, costringendomi ad abbassare le braccia velocemente e con forza, colpendo la pallina e facendola volare al cielo.
Guardai, come il resto del gruppo, la pallina in modo stupito. Non mi capacitavo di aver fatto un simile tiro. Anche se in realtà era stato Zayn, in fin dei conti.
Non entrò in buca direttamente, ma mi sarebbe bastato un altro colpo per fare il punto.
Saltellai felice sul posto, battendomi le mani da sola e decidendo poi di saltare addosso a Zayn, come a ringraziarlo. Tanta era la felicità per uno stupido gioco.
Ovviamente lo trapassai, ignaro del mio piano, e caddi a terra di sedere, maledicendomi mentalmente per quanto fossi stupida.
Un altro flash mi abbagliò e maledii Juls e quella stupida macchina fotografica che si era portata dietro, rompendomi le ovaie per tutto il giorno.
Le risate degli altri non tardarono ad arrivare, poi Josh mi aiutò ad alzarmi e continuammo il nostro gioco fino alla fine.
Anche se all'improvviso era diventata una giocatrice nata di golf, nessuno mi chiese niente. Io approfittai degli abbracci di Zayn fingendomi fino all'ultima buca stupida e idiota solo per averlo tra i piedi, pronto ad aiutarmi.
E così fece. Sorrideva al mio orecchio ad ogni buca, mentre mi faceva ridere silenziosamente con frasi 'I tuoi amici ti iscriveranno a qualche gara vista la tua innata bravura.' oppure 'Sei un'ingrata a questo gioco. Ma ringrazia di avere un bel faccino.' e io gli davo ragione, anche se in alcune frasi mi sembrava terribilmente serio e per poco non cascavo a terra, imbarazzata.
La giornata continuò così, tra buche, fotografie, tramite per Juls e Zayn, e tante sane risate.
Dopotutto, non era stato un brutto appuntamento a sei.
Vinse Josh col minor numeri di colpi. La signora del bancone gli passò un pupazzo, e poi il mio amico lo regalò a me, non sapendo a chi darlo e uscendosene con la scusa di essere il mio 'accompagnatore' del giorno.
Lo tenni stretto tra le braccia per tutto il tragitto del ritorno.

Chi era l'idiota che abitava il più lontano possibile dal campo del mini-golf?
Esatto, io!
Eravamo rimasti solo io e Zayn, e ringraziai che fosse il mio fantasma personale, visto l'orario e il cielo scuro della sera.
Almeno non ero sola e non mi dovevo preoccupare più di tanto.
Da quando era arrivato Zayn, la mia vita aveva preso un verso migliore. Nessuno mi toccava, nessuno poteva farmi del male.
Potevo escogitare qualcosa contro Ashley, in effetti. Perchè non ci avevo pensato prima?
"Oh Dio." mi bloccai all'improvviso per l'esclamazione di Zayn, voltandomi dalla sua parte e aggrottando la fronte.
"Il tuo ciuffo è apposto. Ora, torniamo a casa, prima che papà chiami 'Chi l'ha visto?'" risposi, riprendendo a camminare.
Ma la mano di Zayn mi bloccò, costringendomi a guardarlo di nuovo, stavolta indicandomi con l'indice un parco dalla parte opposta della strada in cui eravamo.
"E' un semplice parco, Zazà. Non dirmi che ai tuoi tempi non esistevano." per poco non spalancai gli occhi. Ma in che anno vivevano se non avevano nemmeno un parco?
"No, cioè, sì... Avevamo i parchi, allora. Ma questo è stato il parco del mio primo bacio." stavolta li spalancai davvero, gli occhi.
Certo che stare nella tua città, ormai diversa, non doveva essere una cosa piacevole. Vedere i cambiamenti, le evoluzioni e ricordarla in altre maniere, a me personalmente, avrebbe fatto venire solo nostalgia.
"Vuoi entrarci?" sbiascicai, sperando che non mi avrebbe mandata a quel paese.
Lui invece annuì, portandomi con una mano dall'altra parte della strada, tirandomi dentro il parco vuoto e abbandonato.
Non c'era nessuno, vista l'ora e pure il freddo. Poi anche il cielo non prometteva nulla di buono.
"Però veloce. Papà potrebbe preoccuparsi sul serio." lo avvisai, seguendolo verso non sapevo dove.
Sembrò non ascoltarmi e continuò a tirarmi fino ad una fontana ormai secca e asciutta, cosparsa di foglie secche cadute dagli alberi. Non usciva nemmeno un filo di acqua e per di più era macchiata di melma, ormai asciutta.
"E' stato qui che l'ho dato. Com'è che si chiamava...? Ah, sì! Miriam!" ricordò i suoi tempi, felice.
Aveva una strana luce negli occhi e me lo immaginavo ballare la conga dentro lui per aver ritrovato un luogo allora per lui importante.
Qualcosa di particolare attirò la mia attenzione e sorrisi. Lui si accorse delle mie labbra curvate e mi guardò aggrottando la fronte.
"Che c'è?" lo bloccai ancora prima che potesse dire qualcosa sul suo ciuffo, perchè non era quello che mi stava rendendo felice. No.
"Nevica." lo avvisai, guardando un piccolo fiocco trapassarlo senza problemi.
Lui alzò gli occhi al cielo, notando che il cielo era scurissimo e che dei piccoli fiocchettini bianchi scendevano ondeggiando.
Amavo la neve. Mi rilassava terribilmente.
Oltre per il fatto che chiudevano le scuole in caso di bufera.
"Andiamo a casa? Sai, adesso sì che si preoccuperà papà." sorrisi, sperando di convincerlo visto che sarei stata messa io in punizione e non lui.
Lui annuì, ma quando andai per fare un passo, mi bloccò per un polso nuovamente.
"Aspetta, prima voglio provare un cosa." e mi tirò molto vicino a lui.
Sentii il mio petto scontrarsi col suo, mentre il fiato mi si mozzò in gola. La neve continuava a scendere a fiocchi sempre più insistentemente.
Notai solamente i suoi occhi chiudersi man mano si avvicinava al mio viso, e feci lo stesso.
Quando le sue labbra furono sopra le mie, brividi di freddo percorsero la mia schiena. Stavo baciando un fantasma? E ora come l'avrei potuto raccontare in giro?
Sarebbe stato il nostro segreto. Un segreto che mi sarei portata fino alla tomba.
Improvvisamente, il clima si era fatto più caldo.

If we could only turn back time || Z.M. (#Wattys2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora