Capitolo 9.

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Ho sempre odiato il lunedì. In realtà, ho sempre odiato solo i lunedì scolastici.
Ma questo no, questo non era il classico lunedì da due ore di storia, chimica e matematica. No.
Questa era uno di quei giorni deprimenti, ma allo stesso tempo divertenti, in cui si sfilavano le liste dei candidati per diventare rappresentante d'istituto.
E dopo una dose di incoraggiamento, finalmente, quest'anno avevamo convinto Beth a candidarsi, in quanto sapeva ogni singolo libro riposto in biblioteca, quante scope usassero i bidelli ogni mattina e perfino quanti palloni ci fossero in palestra.
Praticamente, non avevo ancora capito se lei era una semplice studentessa o se fosse qualcuno del corpo docente, nano, trasvestito da studente.
Attraversai il cortile della scuola col cuore in gola.
In effetti, forse, il mio lunedì non era poi così tanto diverso. Come sempre, entravo in ritardo, ma questa volta si trattavano di soli cinque minuti in più.
Entrai dalla porta a vetri appena in tempo, prima che Josè, il bidello, richiudesse la porta alle mie spalle.
"Sono tutti in palestra, Ariel." mi avvisò, affiancandomi.
Lo ringraziai con un sorriso, mentre mi affrettavo ad avviarmi al mio armadietto. Una volta arrivata, posai la mia roba dentro, scendendo velocemente le scale fino la palestra.
Ci trovai un caos assoluto: gente che rideva, gente che ascoltava musica col cellulare, gente perfino che per passarsi del tempo, si era messa a giocare a palla.
I professori stavano seduti sugli spalti, mentre notai con la coda dell'occhio Beth, Juls e Josh seduti accanto ad altri ragazzi che ridevano insieme.
"Beth è felice, sai?" voltai lo sguardo appena, riconoscendo la voce di Zayn.
"Dove sei stato per tutta la serata di ieri?" chiesi man mano che mi avvicinavo ai miei amici.
Lui alzò semplicemente le spalle.
"Mi andava di fare un giro. Pensavo che Bradford fosse cambiata almeno un po', invece ho ritrovato le stesse cose, leggermente diverse, ma niente di che." mi spiegò con aria sognante.
"Bene." dissi appena, lasciando perdere Zayn e raggiungendo i miei amici subito dopo. Li salutai prima di salire la scalinata.
Beth era al telefono che sorrideva e diventava rossa anche; così mi accomodai tra Juls e Josh e chiesi spiegazioni.
"Dylan." rispose indifferente Josh, mentre accavallava le gambe e si guardava in giro.
Ma che gli avevo fatto?
Negli ultimi tempi era diventato un tipo così scontroso, freddo nei miei confronti. Avevo dimenticato qualcosa di importante? Il suo compleanno era passato da qualche mese; allora, cos'era?
Mi ero ripromessa che una volta soli gliel'avrei chiesto, intanto la curiosità di sapere cosa si stavano dicendo quei due mi assalì.
Cambiai posto, sedendomi al fianco di Beth che, vedendomi, smise di parlare. Le sorrisi amichevolmente per poi sentire solo un "No, dai, attacca tu."
La guardai perplessa, prima di appoggiare l'orecchio sul cellulare e sentire un "No, attacca tu." e così continuarono per un po', finchè il mio istinto non mi fece aprir bocca, come sempre rovinando tutto.
"Attacca tu." Beth rideva.
"No, attacca tu."
"Attacca bro." dopo aver detto quella cosa, sentii lo sguardo di Beth addosso. Capii allora che era il momento di andarmene, che già avevo sentito abbastanza.
Ripresi il mio posto tra Josh e Juls e quest'ultima mi guardò dal basso.
"Che c'è?" chiesi confusa. Ma che avevano tutti oggi?
"Non mi devi dire nulla?" mi chiese.
Allora: avevo fatto colazione, stranamente non avevo fatto cadute in pubblico tranne quella del giorno prima -ma che già sapeva-, cosa le dovevo dire?
"No." dissi dopo averci pensato per bene.
La ragazza incrociò le braccia al petto e sembrò offesa.
"Ho saputo da Beth, che gliel'ha detto Josh, che gliel'hai detto tu, che non l'hai detto a me, che Zayn ti ha baciata." sentii le guance colorarsi di rosso.
Che avessero aumentato la temperatura in palestra?
Mi guardai in giro nella speranza di trovare Zayn non vicino a me. E per fortuna, era al centro della palestra, nel campo da pallavolo, intento a rovinare le partite, deviando prontamente alcune pallonate.
Sorrisi involontariamente.
"Si, raccontaci di questo bacio." scattai verso Josh, fulminandolo con lo sguardo.
Quella sera Beth aveva il telefono spento e Juls sapevo che non riusciva a tenere chiusa la bocca, quindi l'unico che avevo trovato disponibile era stato Josh, sapendo comunque che l'avrebbe detto ad una delle altre due. Ma adesso quel tono era stato usato come una sfida, lo sentivo dai suoi acuti.
E poi, lui sapeva com'era stato. Non avevo lasciato nemmeno un dettaglio. Quindi?
Mi voltai verso Juls, appoggiando una mano sulla sua gamba.
"Promettimi che non lo dirai a nessuno." la pregai con lo sguardo, mentre lei annuì velocemente. Sembrava convinta.
"Mentre ritornavo a casa, ci siamo fermati ad un parco. L'ha chiamato 'il parco del suo primo bacio'; così ci siamo entrati, mi ha portato nel punto esatto dove l'ha dato e non so, forse per la neve che ha cominciato a scendere, un po' per la voglia di scoprire com'era baciare un'umana da morto, ci ha provato." spiegai velocemente, sperando che nessuno avesse sentito la parte del morto.
Juls sorrise con aria sognante.
"E poi? Siete tornati a casa e avete continuato? Eh, eh." mi diede qualche gomitata scherzosa, mentre io scossi la testa in negazione.
"In realtà no. Siamo tornati a casa ed è sparito completamente; poi, ieri abbiamo parlato e riso come se non fosse successo nulla." continuai a spiegare, mentre mi voltai a fissare Zayn piegarsi a metà per le risate per la tragedia che stava facendo a quei poveri ragazzi che non capivano il perchè delle palle deviate.
Poi tornai a Juls che, al solito, iniziava col terzo grado.
"E ora?" infatti mi chiese.
Alzai semplicemente le spalle, accomodandomi meglio sullo scalino.
"E ora niente. Se lui ha deciso di fare l'indifferente sul bacio, anche io farò finta di averlo dimenticato. Semplice." spiegai e sentii sorridere Josh al mio fianco.
Prima che potessi chiedergli qualsiasi cosa, il preside richiamò i candidati delle elezioni a salire sul palchetto che era stato messo lì per l'occasione.
La mia attenzione si spostò sui tre ragazzi che si accomodarono dietro il preside, il quale iniziò il solito monologo in cui li presentava.
Spostai lo sguardo su Zayn, adesso seduto sul primo scalino intento a giocare con le mani. Chissà cosa stava pensando.

* * *

Seguii a ruota la fila di ragazzi intenti a mettersi in coda della mensa. Nonostante la mattina non ci fossero state lezioni, pomeriggio ci sarebbe stata scuola normalmente.
Per fortuna, più o meno, il pomeriggio avevo due ore educazione fisica e una di religione. Un cavolo, va.
Josh si posizionò al mio fianco, afferrando un vassoio vuoto e sorridendomi appena.
Ricordai che dovevo parlargli, ma subito si avvicinò Beth più felice che mai.
Era in ottima posizione grazie agli innumerevoli voti che stava ricevendo, e il sorriso non era scomparso per tutto il giorno. Preferii non dire nulla a Josh. Saremmo stati soli prima o poi, no?
Salutai la signora della mensa, prendendo solo una cotoletta, un'arancia e una lattina di coca, seguendo poi i miei amici al nostro solito tavolo che però per quel giorno era già occupato.
Juls arrivò in quel secondo, rimanendo desolata quando capì anche lei chi c'era seduto al nostro posto.
Ma non avevano il loro tavolo da vip? Cosa se ne facevano le cheerleader e i giocatori di calcio al nostro solito tavolo?
"Ehm... Scusate, vi siete persi?" chiese Josh, intento a far smammare i tipi.
Notai Justin fissarmi intensamente, mentre Oliver seduto al suo fianco gli sussurrò qualcosa scatenandogli un sorrisino. Spostai lo sguardo su Ashley, intenta a fissarmi intensamente, mordendo la sua mela verde.
"Si chiama luogo pubblico." uno schernì il mio amico con aria da superiore.
"Andiamo ragazzi. La mensa ha altri tavoli." sentì la mano di Zayn provarmi ad allontanarmi da quel tavolo, solo per quello avevo parlato.
I miei amici mi affiancarono, capendo che sarebbe stata inutile controbattere con loro.
"Aspetta." una sedia venne strisciata sul pavimento della mensa in modo rumoroso, attirando non solo la nostra attenzione, ma anche quella di tutta la gente presente nel posto. Calò un imbarazzante silenzio.
Sapevo che quella ad aver zittito un'intera scuola stesse venendo nella mia direzione, ma non ne capivo ancora il motivo.
Mi voltai di nuovo notando appunto capelli rosa camminare nella mia direzione.
Strinsi forte il vassoio tra le mani, pregando mentalmente di contare fino a dieci prima di dire o fare qualsiasi cosa. Non volevo avere nuovi problemi a scuola.
"Se ti tocca..." Zayn non finì la frase, però mi fece sospirare sollevata. Avrei avuto un ottimo aiuto dalla mia parte. Un aiuto di cui lei e le sue amichette non avrebbero mai saputo.
"Gira voce che hai baciato un bel tipetto." automaticamente, i miei occhi si puntarono su Juls che sussurrò un timido "Scusa." per poi ritornare i marroni scuri di Ashley.
"E pure se fosse?"
La mensa entrò nel panico; nessuno mai aveva risposto alle provocazioni della ragazza. Nemmeno io l'avrei fatto se non ci fosse stato Zayn ad incoraggiarmi a stuzzicarla come si doveva.
Mi aveva raccontato in quei giorni com'era passato dall'essere lo zimbello della scuola ad essere idolo di milioni di persone nel mondo. Si era pentito a non aver uscito gli attributi prima, servendosi invece poi della popolarità per farsi rispettare.
Non voleva che facessi anche io quell'errore -anche se non sarei mai e poi mai diventata qualcuno-, quindi stava cercando di aiutarmi.
Ashley scoppiò a ridere. Poi si fece seria.
"Chi è lo sfigato? E' della nostra scuola? Voglio conoscerlo." mi provocò.
Ma come potevo confessargli che era un fantasma?
"Non viene a scuola qui. E' uno più grande." risposi solamente.
"Il nonno non vale." l'intera scuola rise e mi sentii le guance colorarsi di rosso.
Merda, Zayn non mi stava aiutando.
Sentii una mano toccarmi la spalla, e quando mi voltai Beth mi avvisava di lasciarla perdere.
Approfittai del momento di risate per guardarmi in giro e notare che Zayn fosse scomparso. Stronzo!
Sospirai e provai a girare i tacchi.
Una botta assordante, seguito da un urlo disperato, però, mi fecero voltare ancora una volta verso la ragazza tinta di rosa.
"Tu!" mi indicò minacciosa.
Io cosa?
La guardai bene e tra i capelli aveva dei spaghetti col sugo. Ma come c'erano finiti li?
Riconobbi la risata di Zayn al mio fianco. Oh no!
"Questa me la paghi!"
Un ragazzo che si trovava a passare di lì, fu bloccato violentemente. Ashley affondò la mano nelle polpette del tipo e me le lanciò contro.
Mi abbassai appena in tempo, schivandole. Poi mi rialzai e fulminai la pazza.
"Ma sei fuori di testa?" le urlai contro, e prima che potessi accorgermene, Zayn diede una botta al mio vassoio rovesciandolo completamente sulla ragazza.
Adesso ero fottuta.
Con la coca cola che gocciolava dai suoi capelli, Ashley ringhiò più forte che poteva.
Afferrò il piatto di insalata del tavolo al suo fianco e me lo lanciò addosso, colpendomi il petto e macchiandomi di maionese. Almeno, speravo fosse maionese.
Alzai lo sguardo sentendo un'unica frase: "Guerra di cibo." e vidi volare di tutto e di più, tra gli scamazzi, ricoprendo la mensa di cibo.

* * *

Rientrai in casa con la voglia di spaccare il letto. La stanchezza mi aveva perfino fatto chiamare un taxi; nemmeno usare lo skate sarebbe stata una buona idea per il mio stato.
Richiusi la porta alle mie spalle, spogliandomi del cappotto e lanciando la borsa con i libri ai piedi dell'appendiabiti.
"Papà?" lo chiamai entrando in cucina e notando che fosse vuota e silenziosa.
Un biglietto appoggiato sul tavolo attirò la mia attenzione. Mi avvicinai e appoggiandomi al tavolo di sedere, lo lessi.

'Stasera faccio un turno extra, non aspettarmi per cena. In frigo c'è una pizza che oggi non sono riuscito a toccare. xx'

Sbuffai e accartocciai il biglietto, prima di gettarlo nel camino acceso della sala.
Mi rinchiusi in camera mia, spogliandomi ed entrando nella doccia senza nemmeno spiaccicare una parola.
Ventidue persone, compresa me, erano state convocate dal preside come la causa della guerra di cibo avvenuta in mensa. C'era anche Ashley che, ad ogni parola del preside, mi fulminava con lo sguardo intimandomi che non fosse finita lì, che la puzza di sugo sui suoi capelli non sarebbe andata via con un semplice shampoo, che l'umiliazione che le avevo fatto davanti ad un intero istituto me l'avrebbe fatta pagare molto peggio che con una semplice ora passata a staccare le cicche da sotto i tavoli, pulendo ogni cosa che avesse macchiato il cibo lanciato poco prima.
Juls era capitata con me, e le avevo potuto scaricare tutta la mia rabbia contro. Certo, il cibo mi aveva toccata poco e niente grazie a Zayn che mi stava intorno e prendeva tutto al posto mio, tanto non si era nemmeno macchiato e ancora non capivo come mai vista la quantità che gli era arrivata addosso. Mi ero stretta a lui anche in un momento di paura, quando uno dei tavoli era stato scaraventato sul pavimento con un suono assordante.
Avevo arrossito quando la sua mano mi aveva accarezzato la schiena e mi aveva rassicurato con cinque semplici parole: "Ci sono io con te."

Lanciai i vestiti puzzolenti nella cesta, indossai l'intimo e il pigiama,recuperando il phone e dando un'asciugata ai capelli, adesso profumati.
Finito tutto, uscii dal bagno e mi gettai di peso sul letto, sospirando. Tutto diventò buio.
"Zayn?" scattai sul letto, guardandomi a destra e a sinistra notando che anche la stanza era completamente oscurata.
"Non sono stato io." lo sentii vicino al mio letto.
"Ho notato." mi alzai dal letto, sbattendo col piede nel comodino. Cominciai a saltellare sul posto, imprecando quante più cose possibili.
Ma sempre male dovevo farmi?
La risata di Zayn attirò la mia attenzione e provai a fulminarlo con lo sguardo, ma non sapevo dove stava e in ogni caso non sarebbe riuscito a vedermi.
"Non guardarmi così, sei tu che sei distratta ultimamente." sentii la sua mano toccarmi la schiena "Vieni con me, in sala c'è il camino acceso. Potrai mangiare davanti a un po' di luce." mi sentii tirare verso le scale.
Scesi, seguendo i passi di Zayn, guidata dalla sua mano.
Il mio cuore batteva forte e a causa del troppo silenzio, avevo paura che lo sentisse pure lui. Avevo paura del buio.
"Sei un fantasma e pure un gatto?" cercai di spezzare quello strano silenzio.
Rise.
"Diciamo di si. Non dimenticare che noi non dormiamo pure." si affrettò a dire, mentre notai il salotto illuminato da una piccola fiamma viva nel camino.
"Ah, bene. Ma non vi annoiate a stare svegli tutto il giorno, per tutti i giorni? Io penso che mi ammazzerei di noia." risi con lui, perchè in effetti il mio hobby era dormire dalla mattina alla sera. Una volta morta, come avrei fatto?
"Oh, credimi. Da morto non c'è questo problema." mi spiegò.
"Mi stai istigando al suicidio, Zazà?" risi di cuore quando alzò gli occhi al cielo, scocciato.
"Non ti perdi nulla." disse sedendosi proprio davanti al camino.
Camminai a piedi scalzi per la stanza, ringraziando la poca luce che colorava il camino, così da potermi addentrare nella cucina senza aver paura di sbattere contro qualche altro mobile.
"Ah no?" chiesi retorica, sperando vivamente mi avesse spifferato qualcosa sul dopo-morte.
"No." disse solamente, mentre mi affrettai ad aprire il frigo, recuperare la pizza fredda, una lattina in coca e sedermi infine al fianco di Zayn.
Provai ad offrirgli la mia bevanda, ma come previsto scosse la testa.
"Dico sul serio. Non è bello... E poi, prima di arrivare dove sono io adesso, si devono passare diverse fasi, e non è bello per niente." provò a convincermi.
Masticai lentamente uno spicchio di pizza, alzando un sopracciglio.
"Guarda che io scherzavo, non ho intenzione di uccidermi... Sto bene qui, adesso." ammisi, pulendomi le labbra dalla farina che la pizza strabordava.
Lui mi guardò, finalmente, e sorrise, giocando nervosamente con le mani. Negli ultimi giorni sembrava un po' sulle sue, come se dovesse dirmi qualcosa, ma sempre quel qualcosa lo preoccupasse. Non volevo essere invasiva, così lasciai perdere il discorso.
"Sai cosa? Pensavo che con gli anni il mondo si fosse evoluto, sarebbero state inventate le auto volanti, la scuola avrebbe cambiato modo di gestire... Invece è esattamente come l'ho lasciato io anni fa." ruppe il silenzio creatosi d'improvviso, interrotto di tanto in tanto dallo scoppiettio del fuoco di fronte a noi.
"Eh?" mi pulii le mani, sbattendole l'una contro l'altra, mentre spostai il cartone della pizza rimasta al mio fianco, avvicinandomi a Zayn.
"Che vuoi dire?" dissi confusa. Non che non fosse stato chiaro, ma perchè pensava una cosa del genere?
Sappiamo benissimo che l'uomo è intelligente solo quando vuole.
"Hanno inventato una cura per il cancro?" mi chiese puntanto i suoi occhi scuri nei miei, facendomi quasi entrare in uno stato di trance.
Scossi la testa, e lui sorrise.
"Esistono ancora le guerre?" continuò lui, mentre lo guardai sempre più confusa.
"Sì, Zayn. Ma dove vuoi arrivare?" tagliai corto, forse perchè ero anche un po' stanca per tenere ancora acceso il mio cervello. Non ci bastavano le interrogazioni a scuola? Ora anche lui doveva farmene una?
Di gran lunga preferivo le sue.
Sorrise.
"L'uomo è intelligente, ma non sfrutta appieno le capacità. Hanno inventato i telefonini che non si danneggiano con l'acqua, ma non sono ancora riusciti ad inventare una cura al cancro. Sono riusciti ad inventare le bombe atomiche, ma non sono riusciti a fermare le guerre... Dove andremo a finire?" chiese lui, più a se stesso.
"Che ne so, Zayn! Ma perchè questo discorso filosofico? Non penso che alla tua età pensavi già a queste cose... Perchè dovrei farlo io?" ero stanca, il mio tono scocciato la diceva lunga.
Lo sguardo di Zayn calò sul pavimento. Alzando gli occhi, sospirai. Non volevo prendermela con lui, ma volevo fargli capire che lui in confronto a me aveva chissà quanti anni di differenza, oltre la consapevolezza di sapere più cose in quel campo di me. Lui sapeva com'erano le cose una volta, io l'avevo solo studiato sui libri di scuola, e si sa che la teoria senza la pratica insegna ben poco.
"Sai, stavo pensando una cosa." mi guardò curioso, incitandomi a continuare.
Sul mio viso si formò un sorriso, sperando di fargli cambiare l'umore.
"Quando sarò grande, cercherò una cura per il cancro e la chiamerò 'Zayn', così tutti potranno dire 'Sono guarita grazie a Zayn'... O meglio Zazà?" lo presi in giro, ricevendo un sorriso, accompagnato dalle braccia che mi strinsero al suo petto.
Un petto misteriosamente caldo. Che si stesse animando man mano che andavamo avanti?
Lasciai scorrere i miei pensieri senza senso, beandomi di quell'abbraccio che forse mi mancava. Mi mancava avere una figura maschile al mio fianco che provava gelosia quando qualcuno mi parlava; mi mancava una figura maschile che mi spostava la sedia, aiutandomi a sedermi ad un ristorante lussuoso; mi mancava una figura maschile che mi abbracciasse e consolasse quando avevo avuto una brutta giornata, magari per colpa di un'interrogazione andata male. Mi mancava una figura maschile al mio fianco che fosse Zayn.
E forse era pure per questo che mi ero affezionata a lui in così poco tempo. Forse lo vedevo come un protettore personale, un angelo custode. Mio.

If we could only turn back time || Z.M. (#Wattys2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora