Capitolo cinque: give up

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Louis' pov

Dopo circa un'oretta, fui svegliato da Harry, il quale mi avvisò che dovevamo andare a provare. Nel dirmelo sembrava essere dispiaciuto, sapeva bene che quella era la parte della giornata, insieme ai concerti stessi, che odiavo di più.

Alzarmi e prepararmi fu una vera fatica, mi sentivo sempre stanco.

Quando raggiunsi gli altri tre, Niall abbassò subito lo sguardo, ma io mi avvicinai a lui.

"Mi dispiace per essere sbottato, prima, Niall" gli dissi con sincerità "solo, ho bisogno di avere anche te vicino".

Sentendo le mie parole annuì e mi strinse forte, facendomi un po' male. In quel momento capii perché Harry aveva iniziato a fare piano. Davvero ero diventato così debole?

"Mi dispiace tanto, Louis" lo sentii dire.

"Non... Non fa niente" risposi io "puoi fare più piano? Mi stai facendo male".

"Oh, scusa, mi stacco e basta" rispose lui sciogliendo l'abbraccio e mostrandomi un sorrisone, corrisposto da me con un semplice movimento delle labbra, che non ero certo potesse essere definito come un sorriso.

Sentii una leggera serenità, che però durò molto poco, visto che poi iniziammo le prove e poi ci esibimmo in concerto.

Quanto ancora potevo durare così?

Harry's pov

Passarono altre due settimane.

Louis aveva ricominciato a passare più tempo con gli altri, cosa che avrebbe dovuto tranquillizzarmi, ma c'era qualcosa che non mi tornava e che mi faceva agitare ancora di più. Sembrava mostrarsi troppo sereno davanti a loro. Mostrava loro una serenità che sapevo che ormai non gli apparteneva più, anche perché continuava a mostrarsi fragile davanti a me. Era una cosa che non capivo proprio.

E poi, il problema del peso non faceva che peggiorare, nonostante anche ciò che gli aveva detto il managment. Ormai durante i concerti stava sempre seduto, stare in piedi e camminare erano attività che lo stancavano troppo. E poi, era così fragile che temevo che anche una semplice febbre se lo sarebbe portato via.

Rabbrividii al solo pensiero. Cercai di cacciare quella terribile immagine dalla mia mente, quando me ne giunse un'altra. E se il suo improvviso mostrarsi così allegro agli altri fosse per lasciare loro un ricordo felice? No, non poteva essere. Forse voleva solo tranquillizzarli.

Pensai a tutto ciò dopo un concerto, mentre aspettavo che Louis finisse in bagno, quando i miei pensieri furono interrotti proprio da lui. Lo sentii piangere. Subito mi alzai dal letto e corsi da lui. Era seduto a terra, con la testa fra le ginocchia.

"Lou?" Lo richiamai, sedendomi accanto a lui.

Louis' pov

Quando sentii la voce di Harry neanche dissi nulla, mi strinsi a lui e subito sentii le sue braccia circondarmi la schiena con dolcezza. Avevo pianto più in quel periodo che non durante tutta la mia vita.

"Amore, che succede?" Mi chiese lui gentilmente, accarezzandomi capelli e schiena per farmi calmare.

"I... Io... Mi sono reso conto di ciò che mi sono fatto" gli risposi, passandomi una mano sul viso e cercando di fermare le lacrime. Odiavo il fatto che piangessi così tanto.

Avevo provato a guardarmi allo specchio guardandomi oggettivamente, guardandomi come se stessi utilizzando gli occhi esterni e allora vidi tutto.

Vidi le ossa che sporgevano ovunque.

Vidi il mio colorito eccessivamente pallido.

Vidi il viso scavato.

Vidi le occhiaie profonde e viola.

Vidi che avevo molti meno capelli.

Vidi la mia malattia.

Harry's pov

Dovetti trattenermi dal sospirare di sollievo sentendo quelle parole. Magari, rendendosi conto della situazione, avrebbe cercato di guarire.

"Puoi sempre tornare indietro, Lou" cercai di rassicurarlo, ma lui abbassò nuovamente lo sguardo e scosse la testa. Allora, decisi di dirgli qualcosa di cui entrambi ci eravamo dimenticati.

"Tu sei forte, Lou. Tu puoi farcela" gli dissi con sicurezza, ma poi lui mi guardò nuovamente negli occhi e sentii un brivido. Il suo sguardo non era semplicemente triste, ma anche stanco.

E allora capii.

Lui sapeva di potercela fare, ma non voleva. Non voleva perché era stanco.

Era stanco di combattere contro i suoi demoni.

Era stanco di dover odiare la sua immagine riflessa.

Era stanco di dover ascoltare la sua voce.

Era stanco di dover fingere di sorridere.

Era stanco di vivere.

La consapevolezza mi investì e iniziai a singhiozzare disperatamente, lì, davanti a lui. Mi abbracciò e piansi più forte sentendomi circondare da quelle braccine così esili. Mi stava cercando di consolare. Lui era a pezzi, era stanco, eppure cercava di consolarmi.

Mi sentivo così inutile. Avevo cercato di farlo stare meglio, ma non ci ero riuscito e adesso lui si stava arrendendo.

"Ho... Ho bisogno di te, Louis. P... Provaci un'altra volta, ti prego" lo supplicai singhiozzando "un'ultima volta".

"E va bene" rispose sospirando.

Mi calmai leggermente. Se si fosse arreso, mi sarei incolpato a vita.



Angolo autrice:

Chiedo umilmente perdono per la crudeltà di questo capitolo, io stessa ho pianto scrivendolo. Cosa pensate accadrà nel prossimo capitolo, o comunque in generale? Mi raccomando, fatemelo sapere con un commento.

Alla prossima!


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