Capitolo sei: Useless

444 18 12
                                    


Harry's pov

Passò un'altra settimana. Louis non dava segni di voler migliorare. Il suo umore continuava ad essere evidentemente a terra e col cibo era migliorato pochissimo. Mangiava solo un po' di più e non vomitava, ma non era sufficiente. Era ovvio che lo facesse solo per farmi contento, non perché volesse guarire. Era evidentemente ancora stanco. Ormai, però, la sua per me era una lotta contro il tempo. Non poteva continuare così a lungo. In più, non potevo essere certo che non andasse a vomitare di nascosto.

Una mattina, stavo ancora dormendo, quando sentii Louis che cercava di allontanarsi da me, mentre lo tenevo stretto, dormendo. Mi svegliai per i suoi movimenti e vidi l'orario. Erano le 6:30.

"Lou? Che ci fai già sveglio?" Gli chiesi sbadigliando. Era un gran dormiglione.

"Scusa, non volevo svegliarti" rispose lui "devo solo andare in bagno".

Annuii e sciolsi l'abbraccio. Lui fece per alzarsi, ma sembrò pensarci per un attimo. Mi mostrò un lieve sorriso e mi baciò per svariati secondi. Anche se un po' confuso, ricambiai quel bacio, che aveva qualcosa di strano.

"A cosa devo questo bacio?" Gli chiesi.

Lui si limitò ad alzare le spalle e a rispondermi "semplicemente ti amo. Adesso torna a dormire, su".

Non me lo feci ripetere due volte e mi riaddormentai quasi subito, nonostante sentii che qualcosa non andava.

Louis' pov

Mi chiusi in bagno e sospirai. Fui grato per averlo potuto baciare un'ultima volta. Lui era tutto ciò che mi aveva tenuto in vita fino a quel momento, ma non ce la facevo più.

Iniziai a piangere silenziosamente, per non svegliarlo di nuovo.

Come mi ero ridotto? Harry si sbagliava, non potevo tornare indietro. Era troppo tardi.

Avevo deluso tutti. I miei amici e i miei familiari mi volevano bene perché ero un tipo divertente e sorridente, ma ormai non lo ero più da tempo, quindi non avevano più motivo per volermi bene. Soprattutto, avevo deluso me stesso. Il me di un paio d'anni fa sarebbe disgustato da ciò che ero diventato.

Una tale delusione non meritava di vivere.

E poi, c'era Harry. Lui continuava ad amarmi come sempre, lo sapevo. Lo vedevo da come si prendeva affettuosamente cura di me, da come mi guardava, da come faceva tutto con dolcezza, quando si trattava di me.

E io con la mia tristezza gli stavo rovinando la vita. Lo vedevo, era sempre triste e preoccupato per colpa mia. Non l'avrei più permesso.

Per un attimo, però, pensai a quell'ultimo bacio. Non volevo rinunciare alle sue labbra.

"Se non lo faccio io, lo farà la malattia" pensai poi "non voglio morire perché sono malato". Non mi resi conto che era comunque ciò che stava accadendo.

E così, aprii un tiretto del bagno, dal quale estrassi delle pillole.

Harry's pov

Mi svegliai un'ora dopo e notai che Louis non era vicino a me. Pensai che fosse strano, per lui era ancora troppo presto, ma poi giunsi alla conclusione che forse dopo essersi alzato non gli era più venuto sonno.

Bussai alla porta del bagno. "Lou? Sei qui dentro?" Chiesi, ma non ricevetti risposta. "Magari è già con gli altri" pensai. Feci per aprire la porta, ma vidi che era chiusa a chiave.

"Lou?" Bussai nuovamente alla porta, ma niente. Poggiai un orecchio alla porta per capire se stesse vomitando, ma niente. Non sentii nessun rumore. A quel punto, iniziai ad agitarmi e a bussare con più forza.

"Louis, mi sto preoccupando, apri subito questa cazzo di porta! Non è divertente!" Urlai con tono decisamente spaventato. Niente.

Iniziai a respirare con affanno, dovevo decisamente forzare la porta, ma mi tremavano le mani in modo incontrollato, non riuscivo a fare niente.

Andai di corsa a bussare alle porte degli altri, che avevo evidentemente svegliato e sembravano essere confusi.

"Che succede, Harry?" Sentii chiedermi da Zayn, ma non riuscii a mettere insieme una frase di senso compiuto.

"Louis... Nel bagno... Non apre" balbettai, in preda al panico. Ciò che avevo detto non aveva alcun senso, ma parve che capirono, perché subito si precipitarono nella stanza mia e di Louis e subito li affiancai.

Zayn e Liam riuscirono a forzare la porta e ciò che mi si presentò davanti fu agghiacciante. Louis era steso a terra, pallido, con una scatola aperta di pillole vicina a lui.

Feci qualche passo con un'espressione indecifrabile sul viso per poi crollare sulle mie ginocchia, vicino a lui.

Sentii qualcuno gridare, qualcuno piangere, qualcuno chiamare l'ambulanza, vidi qualcuno che gli controllava il polso, ma non capivo chi. Non capivo niente. Rimasi completamente immobile a fissarlo con gli occhi spalancati per qualche secondo, per poi scoppiare a piangere.

"O... Oddio, Lou... Louis" balbettai fra i singhiozzi, mentre passai una mano tremante sul suo viso scarno. Non era freddo. Era vivo. Stava ancora lottando. Sentii qualcuno abbracciarmi e dirmi che i soccorsi sarebbero arrivati a breve, ma non capivo di chi si trattasse.

Vedevo solo Louis in fin di vita a terra.

Il mio Louis.

Cos'era successo? Era stata l'anoressia a farlo stare male?

No, aveva delle pillole in mano.

Aveva cercato di uccidersi.

Il mio Louis, il mio sorridente e spensierato Louis aveva iniziato a soffrire così tanto da non potercela fare più.

E io?

Io non avevo fatto niente.

Ero stato inutile.

Avevo lasciato che crollasse.

Iniziai a singhiozzare più forte, quasi istericamente. Sentii le stesse braccia di prima stringermi più forte, mentre sentii una voce tranquillizzarmi, dicendomi che sarebbe stato bene. Forse intendeva che sarebbe sopravvissuto, ma comunque non sarebbe stato bene.

Vidi i soccorsi arrivare, controllarlo velocemente per poi metterlo su una barella per trasportarlo in ambulanza. Sentii delle braccia sollevarmi per poi trascinarmi per farmi andare con loro. Io, da solo, riuscivo solo a piangere e a sentirmi terribilmente inutile.

Arrivati in ospedale, lui fu portato in una stanza, mentre noi dovevamo aspettare fuori. Io mi limitai per un tempo indefinito a fissare il vuoto con aria assente. Probabilmente gli altri erano preoccupati, perché sentivo che mi chiedevano se stessi bene e cercavano di smuovermi, io però non riuscivo a dire o a fare niente. E poi, continuavo a non capire da chi provenissero le varie azioni che percepivo attorno a me.

"Dovremmo farlo vedere da un medico?" Sentii qualcuno chiedere con tono preoccupato.

"E' sotto shock, aspettiamo un altro po'. Se continua a rimanere immobile sì, è meglio che qualcuno lo visiti".

Passò un lasso di tempo che non riuscii ad identificare e sentii una delle due voci di prima dire: "basta, chiamo qualcuno, è immobile da più di un'ora".

No, non volevo essere visitato da un medico. Dovevo dire o fare qualcosa.

"E' stata colpa mia" fu la prima cosa che riuscii a dire e subito tutti e tre si girarono verso di me, avvicinandosi.

"Cos'hai detto, Harry?" Chiese Liam con tono calmo e gentile. Dedussi dal suo tono che credeva che fossi impazzito o qualcosa del genere.

"E' stata colpa mia" ribadii "non l'ho aiutato. Sono stato inutile".

Liam mi abbracciò e capii che era lo stesso che mi stava abbracciando prima e che mi aveva tirato su.

"Non è colpa tua, Harry. Non è colpa di nessuno. Lui non voleva essere aiutato. Quando però si riprenderà, perché sono certo che lo farà, dovrai essere più testardo di lui e convincerlo a lottare, okay?"

Annuii, per poi sollevare lo sguardo. Un medico si stava dirigendo verso di noi.


Nothing's fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora