X - L'Armata del Confine - 1.

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Durante il tramonto di un sole violaceo, nelle grandi installazioni delle miniere di Aluferro del pianeta Miru, dal cielo scese una nave a punta di lancia e di modeste dimensioni, di colore bianco e con striature blu laterali

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Durante il tramonto di un sole violaceo, nelle grandi installazioni delle miniere di Aluferro del pianeta Miru, dal cielo scese una nave a punta di lancia e di modeste dimensioni, di colore bianco e con striature blu laterali. Una creatura dal lungo collo e dal viso triangolare, con indosso una divisa rossa da nobile, accompagnata da altre creature simili a lei, ma con abiti meno pregiati, aspettava l'arrivo della nave.

Appena la nave atterrò, le creature si avvicinarono al portello da cui presto sarebbero scesi i passeggeri. Dalla nave scesero tre figure nel seguente ordine:

La prima figura era un uomo di ventisei anni. Aveva capelli corti, neri e folti, ma tenuti ben fermi in acconciatura austera all'indietro. Il viso era pulito e i tratti forti, così come lo sguardo degli occhi celesti. Indossava una veste dalle maniche larghe, di un tessuto blu zaffiro dai ricami pregiati, alla vita portava una cintura dal quale lato destro scendeva il fodero di una spada laser e sulle spalle un lungo mantello scuro e lucido. L'uomo era di corporatura possente e aveva una postura sicura e decisa. Questo giovane era Moon Halot.

La seconda figura era una donna di diciassette anni. I lunghi capelli neri erano raccolti a forma di due cubi per ogni lato della testa, e a tenere insieme l'acconciatura c'erano delle spille di forma quadrata ai lati superiori dei due cubi. Il viso era dolce e lo sguardo curioso, aveva due grandi occhi celesti come Halot. La giovane indossava anche lei un completo dalle maniche larghe, ma il suo era di colore bianco, tranne che per la vestaglia marrone sul busto. Anche lei aveva una cintura completa di fodero per la spada laser. Era molto più bassa e minuta di Halot, ma la sua postura era impeccabile come quella del giovane. Questa ragazza era Moon Lilia, la sorella di Halot.

La terza figura era un robot di piccole dimensioni. Era un cubo dorato che si muoveva mantenendosi librato in aria. Il suo sensore visivo era uno schermo posizionato su uno dei lati del suo corpo, che nella maggior parte dei casi illustrava un viso virtuale e stilizzato. Questo robot era V4T2 e apparteneva a Lilia.

La creatura dal collo lungo si avvicinò a Halot con molta referenza e il Jedi si limitò a un semplice gesto della mano.

Si misero a camminare uno accanto all'altro diretti verso l'interno dell'installazione, seguiti da Lilia e V4T2.

-Maestro Moon, il nostro sistema di sicurezza è finalmente riuscito a rintracciare la nave dei ladri. Non può essere avviata da estranei per colpa del codice di protezione che hanno fatto installare. Siamo riusciti a impadronircene, ma non riusciamo a trovare i criminali da nessuna parte. È arrivato giusto in tempo, lei sarà sicuramente in grado di acciuffarli una volte per tutte.

-Perché non mi ha fatto atterrare accanto alla nave, Bozo?

-Non c'era spazio per un atterraggio, maestro.

-Capisco, d'altronde non avrei potuto attraccare la mia nave alla loro per prenderne i comandi contemporaneamente all'atterraggio. Sono partite navi da Miru da quando i ladri sono atterrati?

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