X - Sorriso

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Il mattino che seguì quel bizzarro episodio nel bagno, realizzai con una consapevolezza improvvisa e brusca che la sera seguente ci sarebbe stato il ricevimento per il mio compleanno e allora, nel mio bel letto lilla, iniziai a pensare a come sarebbero andate le cose: lo scopo primario della festa, ovvero quello di trovare marito, avrebbe prevalso sul divertimento che avrei potuto provare conoscendo persone nuove?

Sperai vivamente di no – che avrei fatto amicizia con dei miei coetanei senza nessun doppio fine o assurda pretesa e che magari avrei trovato qualcuno di ... interessante, pensai mentre un ghigno malefico si faceva largo sul mio volto.

Mi lavai e vestii e scesi in cucina per la colazione, e lì vidi Kenneth e Ulysses seduti al tavolo mentre Brigitte e le altre preparavano una bella colazione salata.

Quando scorsi gli occhi scuri di Ulysses intenti a fissare le pagine sbiadite di una vecchia rivista, mi sentii percorsa da un brivido e ripensai a quello che era successo ieri notte: ora mi faceva ridere quella situazione, io che mi preoccupavo del mio aspetto e che mi imbarazzavo alla sua presenza, e sorrisi come se tutto quello che era accaduto fosse stato soltanto un sogno.

Eppure, ... eppure era stato reale, in una maniera sconvolgente.

Cercai di mettere questo pensiero da parte e come a voler dimostrare a Ulysses che era stata solo una sciocchezza, una cosa poco seria, mi avvicinai raggiante:

- Buongiorno, miei adorabili coinquilini! –

Kenneth mi sorrise, e Ulysses mi guardò per un istante di traverso: era forse impressionato da ciò che era accaduto?

- Buongiorno, fanciulla di luce! – esclamò posando la rivista. Pericolo scampato, non ricordava nulla: era davvero pessimo a fingere e se l'avesse fatto me ne sarei accorta.

Kenneth colse evidentemente l'espressione di sollievo nei miei occhi, perché fece una smorfia strana.

- Allora, domani sera ci sarà la festa – disse spezzando il silenzio – è pronto il tuo vestito, Cornelia? –

- Sì! – tuonò euforica zia Darlene che compariva sulla soglia della cucina in quell'istante – l'ha portato un ragazzetto della sartoria un'ora fa, quando voi poltroni ancora dormivate! –

- Voglio vederlo! – rispose Ulysses mentre iniziava a ridere in maniera plateale piegandosi in due.

Fui tentata di ridere a mia volta, e di vederlo tutti insieme e scherzare su come sarebbe stato buffo sulla mia persona. Ma poi ripensai alla lezione, e a come ne fosse risultato che tendevo a svalutarmi facilmente anche se si trattava solo di commenti infantili.

- No – dissi categorica sorprendendo tutti, me compresa – dovrai aspettare domani sera, Ulysses, se sei così impaziente! –

Zia Darlene applaudì soddisfatta e mi fece cenno che era fiera di me mentre quello sciocco di Ulysses strabuzzava gli occhi dallo sbigottimento.

Istintivamente volsi lo sguardo a Kenneth per vedere come avrebbe reagito lui, ma per poco non mi venne un tuffo al cuore.

Mi guardò per un istante con un sorriso carico di una sensazione pura, semplice e genuina: era sinceramente felice, e lo si vedeva dalle sue labbra così come dagli occhi luminosi e gli zigomi.

Kenneth sorrideva spesso, in mia presenza.

Come avevo fatto a non essermi mai accorta di come fosse irradiante quando curvava la bocca in quel modo?

- Vado in giardino! – esclamai avvampando e corsi via senza dir nulla.

Sfrecciai tra gli alberi dove iniziava il bosco e arrivai nel pieno della piccola foresta, per poi stendermi sul prato.

Era di nuovo, la stessa sensazione che avevo sentito la notte prima, ma per quanto fosse strana e bella mi metteva terribilmente in imbarazzo, come se non potessi essere capace di parlare.

Passarono alcuni minuti e io rimasi lì immobile a guardare il cielo, quando all'improvviso sentii una voce a spezzare il silenzio:

- Cornelia? – mi voltai di scatto e vidi Kenneth in piedi proprio dietro di me.

- Stai bene? Sei sbiancata all'improvviso e sei corsa via, abbiamo pensato ti fossi sentita male. Ulysses e Darlene sono andati a cercarti nelle altre zone del giardino. –

- A quanto pare mi hai trovata tu – dissi ridendo in maniera stupida e cercando al contempo di sembrare più naturale possibile.

Mormorai ripetutamente:

- Sto bene, sto bene, sto ... - e alla terza volta, mentre mi alzavo in piedi, scivolai in avanti e lui mi afferrò al volo.

- Ma che combini, Cornelia? – disse con voce neutra, come la teneva di solito.

Alzai lo sguardo verso di lui e di nuovo, vidi che sorrideva.

Mi scostai bruscamente.

- Scusa, cioè, grazie, ... Non è giornata – commentai ridendo.

Quanto ero idiota!

- Beh, torniamo in casa, altrimenti faremo vagabondare mia zia e Ulysses ancora per molto! – aggiunsi in fretta avviandomi verso la tenuta.


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Note dell'autrice: 

Bentornati, come promesso ecco l'aggiornamento domenicale! 

Ho tante cose da dirvi, e poco spazio per farlo, quindi cercherò di essere breve:  innanzitutto vi avevo anticipato nel primo capitolo che non avevo intenzione di creare una sezione cast in parte per non influenzare la vostra fantasia, e in parte perché non riuscivo a trovare dei volti che corrispondessero all'idea che io mi ero fatta dei personaggi. 

È successo però che abbia casualmente trovato l'immagine di una ragazza vagando nei meandri di internet: nonostante le ricerche non ho scoperto chi sia, e tutto ciò che ho è una foto, ma appena l'ho vista ho pensato "cavolo, è Cornelia!" se vi fa piacere posso postare l'immagine che ho trovato su Instagram e, se dovesse essere apprezzata, anche qui su Wattpad.

Secondo punto: ormai è da qualche giorno che @AlessiaRizzolo036 ha aggiunto "I fili delle nostre vite" ad una storia-elenco che cura, "Le migliori storie", e mi sembrava doveroso ringraziarla anche da qui per il bel pensiero avuto, che mi ha sorpresa e mi ha fatto molto piacere. 

Terzo punto: forse ve ne sarete già accorti, forse no, ma ho modificato la data di ambientazione della storia da 1997 al 1967, un bel salto di trent'anni, insomma! L'ho fatto perché ho pensato che c'erano delle idee e mentalità (ragazza non può prendere in mano l'azienda di famiglia perché femmina, è costretta allora a sposarsi a soli diciotto anni) troppo obsolete anche se non del tutto assenti in alcuni luoghi del mondo; non volevo che la storia risultasse cronologicamente mal collocata, e allora ho attuato questo cambiamento che, ci tengo a precisare, non cambierà assolutamente nulla della trama se non la data di svolgimento dei fatti!

Sperando che questa nota coooosì lunga non vi abbia stesi mi auguro di ritrovarvi al prossimo capitolo e come al solito vi invito a scrivermi commenti, opinioni e pareri nei commenti, alla prossima! 

I fili delle nostre viteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora