VIII - La notizia

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Visti gli scarsi risultati di quei giorni, pensai di parlare con zia Darlene per dirle che ero un caso perso e che le cose non funzionavano, ma accadde qualcosa di inaspettato.

Quando tornai in casa dopo la passeggiata in giardino, Georgia mi aspettava con le braccia sui fianchi e un'aria di rimprovero.

- Eccoti qua, signorinella! – esclamò con quella sua voce roca e profonda.

- Ehi, Georgia! – risposi io passandole un braccio attorno alle spalle.

Georgia era come una specie di nonna per me, era quella che mi faceva le ramanzine e alla quale volevo più bene.

- Non farla così facile – rispose lei, scostandosi.

- Ti ho detto cento volte che non ti devi arrampicare: guarda come ti sei conciata! – esclamò alludendo agli orli del mio abito logori e sporchi e i capelli, già ricci e gonfi di solito, crespi e pieni di foglioline.

- Suvvia, Jo ... - cercai di persuaderla.

- Niente suvvia! Se fosse per me ti darei una bella pulita all'istante, ma il signor Harrington vuole vederti subito. –

- Papà? – dissi improvvisamente con tono serio – e che cosa vuole, ora? –

Lei fece segno con la testa che non lo sapeva, e mi scortò nel suo studio per poi lasciare noi due da soli.

L'aria era già impregnata dell'odore del sigaro, e il fumo descriveva nell'aria ampi giri.

Lui mi scrutò dall'alto verso il basso, senza proferire parola.

- Cosa c'è, papà? Mi vuoi per caso mostrare un catalogo con delle belle mete per lune di miele? – chiesi ironica scuotendo il capo.

Lui mi squadrò inarcando un sopracciglio.

- No – disse – volevo dirti che la settimana prossima sarà il tuo compleanno –

- Non l'ho scordato – puntualizzai.

- Fa' silenzio e fammi finire. Ho organizzato un ricevimento: quest'anno daremo una grande festa e ho invitato tutte le famiglie più influenti della California –

Capii immediatamente dove la discussione doveva andare a parare.

- E i loro figli, immagino – proseguii seccata.

- Già, non vedo perché dovrei nascondertelo. Per questo voglio che per una volta tu ti prepari in maniera decente e come una vera donna: domani verranno delle sarte a prenderti delle misure per un abito confezionato e la sera della festa, che avrà luogo qui tra cinque giorni, verranno dei parrucchieri e truccatori per prepararti. –

Ebbi l'impulso di rispondergli a tono, nella solita maniera acida che animava le mie parole solo quando ero con lui.

Ma poi ci pensai, e rimasi in silenzio per qualche istante ricordandomi della discussione con zia Darlene.

Se mi fossi arrabbiata allora lui avrebbe potuto ancora lamentarsi di me e radicalizzarsi sulle sue posizioni; ma questa era una carta che mi veniva offerta e se fossi riuscita a giocarla bene sarei uscita da quella situazione vittoriosa.

- E va bene – dissi – ma sia chiaro: se a mezzanotte il mio futuro marito scapperà non sarò disposta ad inseguirlo in giro brandendo scarpette di cristallo -

- Ma che ... ? – non riuscì a concludere la frase, perché io me ne andai sbattendo la porta e corsi nel Soggiorno d'Avorio, dove trovai insieme Ulysses, Kenneth e zia Darlene a discutere su uno dei divani.

- Non ci crederete, ma papà vuole organizzare un ricevimento al mio compleanno per trasformarlo in una specie di festa acchiappa-marito! – esclamai tutto d'un fiato, non dandogli nemmeno il tempo di vedermi arrivare.

- Ma di che parli? – chiese Ulysses ridendo.

Spiegai per bene cos'era accaduto e ciò che mio padre mi aveva detto.

- Ma è fantastico, tesoro! – esclamò zia Darlene raggiante, e i ragazzi la guardarono pallidi.

- Andiamo, non fate quei musi lunghi! Lascia stare la cosa del marito e divertiti, cara: non vederla solo nell'aspetto negativo. Pensa che finalmente potrai avere la festa di compleanno che hai sempre sognato e potrai conoscere tanti giovani della tua età.

E soprattutto, cosa più importante, potrò finalmente vederti agghindata per benino! –

Ulysses e Kenneth cambiarono espressione per poi scoppiare a ridere.

- Cornelia, truccata e con un bel vestito? Sembrerà una scimmia con la permanente! – esclamò Ulysses, e zia Darlene scosse il capo con l'aria di chi la sa lunga.

Io misi per qualche secondo il broncio, ma poi sorrisi quasi subito: d'altronde ero io stessa la prima ad essere scettica su quelle cose.

Allora iniziai a ridere a mia volta e a scherzare su quanto sarei stata buffa, quando la zia mi afferrò con delicatezza il polso e trascinandomi verso la porta disse:

- Urge una riunione, soldato. La seconda lezione è anticipata. –


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Note dell'autrice: 

La seconda lezione urge, soldati!

Ok, scherzi a parte, ecco finalmente annunciato il grande evento che sancirà lo sviluppo più fitto della trama e che spero vi piacerà; questo capitolo era perlopiù transitorio, ma cela in sé una grande novità che non tarderà ad arrivare.

Volevo ringraziarvi per le piccole ma costanti soddisfazioni che mi regalate ogni giorno, spesso nella scrittura carico tutti i sentimenti celati durante la giornata e quando batto sulla tastiera mi sembra di trovare un po' di tregua dalle ansie quotidiane.

Scrivere questa storia per me è terapeutico e mi sembra una via di fuga dalla realtà - spero davvero che leggerla abbia per voi lo stesso effetto!

Detto ciò vi saluto e abbraccio invitandovi come al solito a scrivermi i vostri pensieri qui sotto tra i commenti - detto ciò, ciauuuus!

I fili delle nostre viteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora