Zia Darlene si voltò meravigliata e felice allo stesso tempo, mentre io faticavo ancora a credere alle mie parole.
Ciò che mi aveva spinto a pronunciarle erano state una serie di sensazioni confuse evocate dal suo discorso, che sicuramente aveva fatto non a caso: nel dirmi quelle cose lei stava cercando di aiutarmi implicitamente, dandomi degli indizi per uscire da tutta quella questione del matrimonio con la mia vittoria sull'egocentrismo di papà.
L'avevo realizzato mentre la sentivo parlare e rimanevo rapita: assemblando alla fine tutti i tasselli del puzzle il messaggio era chiaro.
Lei stava cercando di farmi capire che se mi fossi innamorata di qualcuno spontaneamente, senza l'intervento di mio padre o di chiunque altro, e mi fossi sposata solo per la mia felicità, alla fine avrei, in una maniera bizzarra e contorta, vinto quella che ormai era una scommessa col mio destino.
Continuando a chiudermi in me stessa rispetto alle parole di papà e a scappare via dalla realtà non avrei fatto altro che assecondarlo e fare il suo gioco: alla fine mi avrebbe obbligata a prender marito comunque, in un modo o nell'altro, e se non fossi stata collaborativa mi avrebbe rifilato un qualunque rampollo di suo gradimento mosso solo dall'interesse economico.
Le cose filavano perfettamente: Kenneth aveva aperto il discorso implicitamente il giorno prima, sollevandolo con poche e semplici parole che io però non avevo compreso, e adesso zia Darlene lo concludeva.
Il cerchio era chiuso, stava a me fare qualcosa per entrarci.
- Sei cosciente di quello che hai detto? – chiese la donna ancora accanto alla porta, con un sorriso furbo.
- Sì – risposi stavolta più convinta.
Tornò da me, e sfilò dalla borsa con la destrezza e l'effetto sorpresa degno di Mary Poppins un grande pigiama morbido.
- Posso cambiarmi qui, o ti dispiace? Rimarrò in questa casa per un po', così da esserci per il tuo compleanno. –
- Ma allora sapevi tutto sin dall'inizio! – esclamai senza fiato.
Lei non mi rispose e invece prese a cambiarsi con aria affaccendata; poi si raccolse i capelli estraendo una pinza dalla tasca anteriore della borsa – che conteneva davvero tutto a quanto pare! – e infine si acciambellò sul letto accanto a me.
- Benvenuta nel Corso di Addestramento all'Innamoramento – proclamò con solennità – ti senti pronta ad affrontare quest'impresa? Rispondi sì o no, soldato! – esclamò di fronte al mio silenzio.
- Sì, sì generale! – risposi affrettandomi a posizionare la mano a mo' di saluto militare.
- Bene, allora iniziamo subito con la prima lezione: sondare il campo. Un requisito fondamentale per innamorarsi, Cornelia, è osservare attentamente chi ti circonda: i ragazzi possono nascondere tanti pregi, l'importante è saper guardare. Ma che stai facendo, soldato? – chiese tutto d'un tratto posando lo sguardo sul quadernino che reggevo tra le mani.
- Prendo appunti, generale! –
Cercando di mantenere quella sua aria autoritaria, soffocò una risata e poi riprese:
- Dicevo, guarda se è bello innanzitutto: la bellezza non è costituita solo da tratti perfetti, ma anche e soprattutto da un insieme di lineamenti armoniosi tra di loro. L'uomo che stai prendendo in esame ha degli zigomi alti? Occhi tenebrosi e carichi di tempesta, che ti dicono tutto e allo stesso tempo è come se sconvolgessero la tua vita? E che mi dici della fronte, delle sopracciglia? E la mascella, oh, quando è bella delineata! Anche il pomo d'adamo può avere un suo fascino, sai?
Una delle attrattive maggiori rimane comunque il fisico: un'altezza considerevole e pettorali scolpiti non dispiacciono a nessuno; e se perdipiù le spalle sono larghe e la vita è stretta il risultato è ancora migliore. Mi segui, Cornelia? –
Annuii incerta e un po' riluttante, piuttosto sbigottita nell'apprendere quante cose potessero rendere un ragazzo affascinante mentre in me si faceva largo la convinzione che zia Darlene doveva aver letto troppi romanzi rosa.
- Dovresti davvero soffermarti sulle piccole cose: i particolari fanno la differenza. Per esempio, che profumo ha il ragazzo di fronte a te? Menta e tabacco? Cioccolato e cocco? O forse un'essenza che sa di bosco e muschio, per l'uomo selvaggio che non teme la natura ostile? –
Mi affrettai ad annotare queste definizioni con un ché di serio, ma rileggendole mi chiesi se ridere o temere l'assurdità di quella situazione, dal momento che mi sembrava di essere finita in un casting per la pubblicità di qualche marca scadente di profumo.
- Guarda anche come si veste, Cornelia: se sa cosa mettersi allora vuol dire che ci sa fare con le donne! – disse con fare ammiccante, e io allora scossi le mani imbarazzata.
- Ma che dici, zia! Siamo ancora alla prima lezione! –
- Ah, ah, ah – ripeté pignola – generale, non zia. Comunque hai ragione; non sei ancora pronta. Mi scordo ogni tanto di star parlando ad un diciassettenne estranea a questo genere di cose. –
Tirai un sospiro di sollievo: ma mi stava forse prendendo in giro?
- La prima lezione si conclude qui, non voglio che ti rimangano traumi a vita – proseguì e io sorrisi – adesso è il momento dell'assegno. La parola chiave è O-S-S-E-R-V-A-Z-I-O-N-E – sillabò puntandomi un dito contro.
- Il tuo compito è questo: da oggi ti soffermerai ad osservare con attenzione utilizzando gli spunti che ti ho dato tutti gli esemplari maschi dai sedici anni che ti capitano a tiro.
Conoscendoti so che farai esattamente quanto ti dico, e quindi ti aggiungo una specifica: mantieniti sotto i venticinque tesoro, non sfociare nelle cariatidi. –
Scoppiai a ridere e risposi:
- Ma zia, come potrei? Vivo in casa da sola e non esco mai! –
- Tanto sola non sei mica, o ti sei già dimenticata di quello che ti ho detto prima? – di fronte al mio silenzio proseguì imperterrita con una punta di esaurimento nella voce:
- La foto Cornelia, la foto! –
E volsi di nuovo lo sguardo all'immagine sul mio comodino.
- Non dirmi che devo fare queste stupidaggini anche con loro? – dissi sbiancando.
- È ovvio, cara. Sono ragazzi, non scimmie, e sono anche piuttosto carini. Quest'esercizio ti servirà anche per rivalutare loro due. –
- Anche ... ? – chiesi perplessa.
- Già: presto le cose cambieranno, Cornelia. Ma non posso ancora dirti nulla.
Tu inizia a fare come ti ho detto io, ed entro una settimana voglio i risultati della tua osservazione. –
********************************
Note dell'autrice:
Allora, ditemi un po' se non state iniziando ad amare zia Darlene?
Questo capitolo è stato perlopiù comico, e probabilmente anche il prossimo sarà su questo stile: ci avviciniamo all'evento che segnerà l'andamento della storia!
Oggi è stato il primo giorno di scuola e mi auguro che non abbiate avuto un rientro troppo disastroso e traumatico e che il capitolo sia stato in grado, almeno in parte, di tirarvi su il morale :)
Sperando che l'aggiornamento di oggi vi sia piaciuto vi invito come al solito a scrivermi pareri, opinioni e critiche tra i commenti (ognuna di queste cose è importante, perché può essere costruttiva e utile per migliorare la storia)
Mi auguro di ritrovarvi anche al prossimo capitolo, detto ciò buona serata, un abbraccio!
STAI LEGGENDO
I fili delle nostre vite
RomanceCornelia ha diciassette anni e un anno per trovare marito. È la figlia di Charles Harrington, un impresario al capo di una multinazionale estremamente influente nell'economia e politica mondiali. Benché sia solare, entusiasta e brillante il padre...