Quegli strani eventi degli ultimi giorni mi avevano confusa, e dopo che io e Kenneth rientrammo in casa e ritrovammo Ulysses e mia zia, andai a chiudermi in camera mia senza un preciso motivo.
Non so che mi stava prendendo: mi sembrava che qualunque cosa accadesse riuscisse a sconvolgermi con estrema facilità, e questo mi faceva sentire frustrata e vulnerabile come non mai, anche e soprattutto perché l'origine di quel caos nella mia testa erano i miei due migliori amici.
Ci conoscevamo da quand'eravamo piccoli, e allora perché mi sembrava che negli ultimi giorni il solo vederli mi confondesse e facesse sentire costantemente inadeguata?
Mi dissi che ero solo stressata per tutta quella faccenda del marito, della festa, del Corso di Addestramento di mia zia. Non c'era da preoccuparsi.
Il giorno seguente sarei stata bene, ne ero sicura: perché il solo pensarlo già mi infondeva un po' di coraggio; e poi, stava per accadere qualcosa di meraviglioso e non potevo non godermelo solo per qualche sciocchezza.
Forse furono proprio queste convinzioni, insieme a del meritato riposo, che il mattino dopo mi fecero svegliare con una carica estremamente positiva.
Mi svegliai di buon'ora e mi precipitai in Soggiorno, dove Ulysses, Kenneth, zia Darlene, Georgia e le altre domestiche mi diedero gli auguri di buon compleanno.
Ero diciassettenne, non mi sembrava vero!
Dopo una ricca colazione mi aggirai per la casa per assistere ai preparativi per il ricevimento che si sarebbe tenuto quella sera: c'era ovunque fermento, in ogni singolo centimetro della casa.
Gli chef già iniziavano a preparare pietanze di ogni genere e dalle cucine si spandeva un profumo delizioso; nel Salone Grande, quello più ampio e generalmente adibito ai balli, una fitta schiera di domestici stava pulendo e appendendo decorazioni in ogni dove.
Nel giardino era stato steso un lunghissimo tappeto argenteo che andava dal cancello fino all'entrata, costeggiato da addobbi floreali sfarzosi ed eleganti.
L'aria in generale era carica di un'elettricità sottile e pervadente, che rendeva tutto più bello.
Mentre mi perdevo in quell'atmosfera quasi natalizia, saranno state le undici di mattina, zia Darlene corse verso di me trafelata esclamando:
- Eccoti cara, ma dove eri finita? Dopo averti fatto gli auguri non ho visto dove andavi! –
- Scusa zia, stavo guardando ... -
- Non importa, non importa, non c'è tempo! –
- Tempo per cosa? – chiesi mentre mi tirava per un braccio.
- Ma come, per prepararti! – replicò lei come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Mi bloccai sul posto.
- Frena, che vorresti dire? È mattino, e la festa è stasera! –
- Sì, ma le cose da fare sono tante e il ricevimento inizia alle sette, e tu dovrai essere bellissima, quindi dobbiamo iniziare subito. –
A qualche metro di distanza scorsi Ulysses e Kenneth che ci additavano ridendo delle mie disgrazie: sarebbe stata una lunga giornata.
Per prima cosa zia Darlene mi portò nel bagno grande, al primo piano, dove alcune domestiche mi aspettavano per lavarmi nella vasca.
Mi trattarono i capelli con dei prodotti ammorbidenti, impregnarono di saponi profumati e mi cosparsero tutta di oli per la pelle.
Rimasi per più di due ore nella sauna di vapore che il bagno era diventato, perché secondo la zia e le altre mi faceva bene alla pelle.
STAI LEGGENDO
I fili delle nostre vite
RomanceCornelia ha diciassette anni e un anno per trovare marito. È la figlia di Charles Harrington, un impresario al capo di una multinazionale estremamente influente nell'economia e politica mondiali. Benché sia solare, entusiasta e brillante il padre...