ɕαԹίϯσʆσ 5

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Il giorno successivo mi ritrovavo nei corridoi della scuola, cercando con lo sguardo John.

Avevamo deciso di procedere subito con il nuovo piano: stare con John il più possibile, in modo che appena Scarlett lo avesse lasciato, lui avrebbe sofferto ancora di più.

Mi ripetei in mente tutte le cose che avevo imparato su di lui: Scarlett lo chiamava Johnny, adorava lo shampoo al cocco e arrotolare le dita dei capelli di mia sorella.

Poi lo vidi, appoggiato all'armadietto mentre parlava con qualcuno.

Scarlett mi si affiancò. «Va' da lui.»

«Ora?» chiesi in un sussurro. «Non voglio sembrare invadente o-»

Mia sorella mi interruppe subito. «Quello con cui sta parlando è suo fratello, si chiama Aiden. Non interromperai proprio niente: quei due non si sopportano.»

Lanciai una veloce occhiata al fratello di John, dato che lui era di spalle. Quello che mi aveva detto Scarlett era vero: Aiden aveva un sorriso finto ed arrogante incorniciato al viso.

Me ne accorgevo persino io da lontano, ed ero anche una sconosciuta.

Mia sorella si teneva il libro di biologia stretto al petto. Sapevo perché lo faceva: per scacciare il dolore, o attutirlo.

Lo sapevo perché anche io, quando lei stava male, avevo un piccolo fastidio nel petto.

Così mi ritrovai ad annuire e dopo due secondi ero davanti ai fratelli Smith.

In quel momento ci feci caso, ma erano più simili di quanto pensassi: stessi capelli castani, stessa forma del viso e stessi lineamenti. Erano alti quasi uguali.

L'unica differenza erano gli occhi: John li aveva castani, quasi neri, mentre Aiden verdi scuro.

«Hey Johnny.» dissi facendo un sorriso, poi rivolsi lo sguardo a suo fratello. «Ciao, Aiden.»

John sorrise e mi prese per la vita, poi mi diede un bacio in testa.

Non vedevo mia sorella, ma sentivo il suo sguardo addosso.

«Scarlett, non potevi scegliere momento migliore per venire.» disse con tono amaro il fratello del mio presunto ragazzo.

Io corrucciai la fronte.

«Non parlarle così.» ringhiò John.

«Come vuoi.» brontolò Aiden, poi girò i tacchi e se ne andò.

John aspettò qualche secondo prima di parlare. «Scusalo, amore. Sai che è uno stronzo.»

«Hey.» gli diedi un piccolo schiaffo leggero sul petto. «Non dire parolacce.»

Lo dissi perché sapevo era una cosa da Scarlett. Io le dicevo in continuazione e lei mi sgridava sempre.

Ma non potevo dire solo quello, così continuai. «E non devi scusarti. Probabilmente è una giornata no per lui.»

Johnny annuí, poi però si lamentò lo stesso. «Peccato che è sempre la giornata no, per lui.»

Io non risposi e mi girò verso di lui. Fece unire le mie labbra alle sue e poi, ancora vicino, mi sussurrò tali parole: «Che ne dici se stasera e domani facciamo qualcosa insieme, per recuperare un po' queste settimane?»

Cercando di non apparire troppo nervosa, portai la mia mano in altezza del suo volto.

«Mi piace questo programma, Johnny.»

Mi lasciò un bacio all'angolo della bocca. «Amo quando mi chiami così.»

Sapevo quello che dovevo dire, o meglio, lo sospettavo.

Quando qualcuno diceva che ti amava, era perché voleva sentirselo dire a sua volta, no?

Eppure l'idea mi dava il voltastomaco.
Era il ragazzo di mia sorella, ma poi mi ricordai un'altra cosa.

In quell'esatto momento io ero mia sorella.

Così strinsi i denti, celai le preoccupazioni dietro un sorriso finto e risposi ancora vicinissima alle sue labbra. «Io amo te.»

Bugia. Bugia. Bugia.

Io neanche sapevo cos'era l'amore.
E di certo non avevo intenzione di scoprirlo. Non ancora, almeno.

«Scar...» sussurrò John. «Non puoi dirmi queste cose. Ora come faccio a non baciarti nei migliori dei modi?»

Ridacchiai, poi feci qualche passo indietro. «Dovrai resistere, Smith. A stasera.»

E poi corsi via per i corridoi, per non fargli vedere che stavo iniziando ad innervosirmi. Non nel senso che ero arrabbiata, ma nel senso che l'ansia si stava iniziando a far sentire.

Due giorni a fare qualcosa di romantico con John.

E se non avessi dovuto farcela?

La verità era che ero stata una stupida a proporre quella vendetta a mia sorella, ma il piano non era quello.

Scarlett aveva deciso di cambiarlo, anche se non avevo capito bene il perché.

Secondo me era meglio se lo ignoravo.

Essere ignorata da qualcuno mi dava molto più fastidio che essere amata.

E poi, mi chiedevo, quanto tutto quello sarebbe durato.
Dopo quanto mi sarei fatta venire i sensi di colpa.

"Probabilmente mai." Pensai mordendomi il labbro. "John è stato così cattivo e crudele con Scarlett."

Mentre stavo andando in classe, vidi Aiden fissarmi dall'altro lato del corridoio con un sopracciglio inarcato, come se mi stesse esaminando.

Sentii un brivido di paura attraversarmi la schiena. E se lui avesse capito...?

Poi però mi ripetei che era impossibile e, prima che suonasse la campanella, mi avvicinai a lui.

Prima era stato davvero maleducato e stronzo con me. Scarlett non fingeva mai con le persone che non sopportava, così decisi di usare la mia carta "stronza".

Se il mio istinto non sbagliava, Scarlett ed Aiden non avevano un bel rapporto.

«C'è qualche problema?» chiesi incrociando le braccia sotto il seno.

Aiden sorrise. «No.»

Come quello di prima, era un sorriso finto.

Cosa aveva mai fatto John, o Scarlett, per ricevere questo comportamento da parte sua?

«Allora smettila di fissarmi.» borbottai. «Sei inquietante e levati quell'espressione dalla faccia.»

Spalancò la bocca, pronto per parlare, ma io girai i tacchi ed andai velocemente in classe.

L'unica cosa che riuscii a sperare, fino a quella sera, era di non aver fatto una cazzata.

Sperai che la mia idea fosse stata giusta, ovvero che Scarlett non sopportava Aiden.

Doveva essere così, perché altrimenti il mio piano era saltato completamente.

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Grazie ancora a chi ha votato. Lo apprezzo veramente molto e mi fa davvero piacere.
-sil 💗

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