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Dancing with a stranger - Sam Smith

Il giorno dopo, la mia famiglia ebbe la fantastica idea di invitare tutti gli Smith a casa nostra.

Scarlett era andata nel panico, così come anche io. Come avrei fatto a nascondere la mia relazione con Aiden? A ben cinque persone.

Non si trattava più di prendere in giro John, ma tutta la famiglia.
E poi mi ricordai di quando Aiden venne al centro di beneficienza. I miei avrebbero sicuramente detto qualcosa al riguardo.

«Va bene.» Disse Scarlett entrando in camera mia, cinque minuti prima che gli ospiti arrivassero. «È un allarme rosso, ma non facciamoci prendere dal panico. Io sarò Scarlett e tu sarai Ava.»

Quasi mi affogai con la saliva. «Cosa?»

Sospirò. Provai solo ad immaginare quanto potesse essere difficile per lei quella situazione. «I nostri genitori hanno visto che c'è qualcosa tra te e Aiden, e poi loro due riescono a capire chi siamo. Per oggi si ritorna alla normalità.»

«Scar...» Sussurrai. Aveva il tono deciso, ma sapevo che dentro era insicura e l'idea la faceva star male. «Io posso fingere, senza troppi problemi.»

Scosse la testa. «Tranquilla. E goditi il tuo Romeo.»

Ridacchiai ed annuii, anche se dentro di me ero preoccupata per lei.

In quell'esatto momento bussarono al campanello, ed io e Scarlett ci lanciammo una veloce occhiata.

Da una parte ero sollevata, ma da una parte ero nervosa. Teoricamente avrei dovuto conoscere quel giorno i genitori di John e Aiden.

«Scar!» La presi per un braccio, ancora per le scale. Lei mi guardò confusa, così io feci segno verso il suo collo. «Le collane. Tu hai la A ed io la S.»

«Giusto.»

Ce le sganciammo velocemente e poi ci mettemmo quelle giuste. Mi chiesi quale sarebbe stata la reazione di Aiden, sapendo che quel giorno sarei stata Ava per tutti.

Probabilmente sarebbe stato rassicurato, o felice, o sollevato. Non avevo idea neanche io di come sentirmi.

Andammo in salotto, dove c'erano già tutti. Rimasi senza fiato quando vidi Aiden.

Non sapevo se perché negli ultimi giorni lo vedevo in modo diverso, dato che il nostro rapporto si era rafforzato, o se era oggettivamente così, ma era bello da togliere il fiato.

Scarlett andò a salutare calorosamente i genitori di John, diede due baci sulle guance ad Aid ed uno a stampo, velocissimo, al suo ragazzo.

Io mi avvicinai piano. Stavo ancora metabolizzando come avrei dovuto comportarmi.

«Tu devi essere Ava. Scarlett non fa che parlare di te.» Mi disse la signora Smith porgendomi la mano. Gliela strinsi salutandola e feci la stessa cosa con suo marito.

«Tu sei Aiden, giusto?» Disse mia madre guardando Aid. Il mio ragazzo annuì e mio padre sorrise. «Hai fatto un ottimo lavoro al centro di beneficienza, mi chiedono in molti di te.»

John lo guardò male. «Da quando fai beneficenza, scusa?»

«È venuto una volta per aiutare me.» Intervenni, e tutti mi puntarono gli occhi addosso.

Maledissi mio padre. Perché doveva mettere la storia della beneficienza in mezzo?

«Come mai?» Continuò John. Quel giorno lo trovai più irritante del solito.

«Volevo aiutarla, okay?» Rispose con tono brusco Aiden. Gli sfiorai una mano per calmarlo, ma sapevo che non bastava.

Come poteva bastare?

Mia madre mi lanciò un'occhiata interrogativa. Sapeva che alcune volte mi fingevo Scarlett, ma non sapeva che mi ero innamorata di Aiden. Mio padre, invece, non sapeva niente.

«Scusatelo.» Sospirò il signor Smith, ma non capii bene a chi dei due si riferisse. «Alcune volte è molto irascibile.»

Mamma cercò di metterlo a suo agio, sorridendo ad Aiden. Forse aveva capito che era importante per me. Aiden accennò un sorriso.

«Sono sicura sia solo l'età adolescenziale. E poi è maschio; i maschi sono sempre più scontrosi.»

Mio padre circondò la vita di mia madre con un braccio, e cercò di alleggerire l'aria. «Non credo siano solo i maschi. Guarda le nostre figlie, sono peggio di Anastasia e Genoveffa.»

«Non è vero!» Dicemmo in coro io e Scar, e dopo un secondo stavamo ridendo tutti.

Il pranzo ed il pomeriggio, omettendo la prima parte, andò benissimo. Io e Aiden fingemmo di essere amici, anche se alcune volte mi prendeva la mano o mi accarezzava la gamba sotto il tavolo. Scarlett e John scherzavano e si davano ogni tanto dei baci ed i nostri genitori andarono d'accordo.

Fu un pomeriggio divertente, dopo tutto.

«A che stai pensando?» Mi chiese Aid, una volta che tutti ci spostammo in salotto.
Io ero seduta sulla poltrona e lui sul bracciolo di essa.

Scossi la testa. «Nulla, pensavo che sarebbe andata peggio, invece mi sono divertita molto.»

Annuí, d'accordo con me. «Già, anche io.»

Mi guardai un po' intorno, e nessuno stava facendo caso a noi, così mi alzai un po' e gli sussurrai all'orecchio: «Ti amo.»

Lo scorsi sorridere. Io mi sedetti nuovamente, ancora con il cuore che mi batteva forte. Succedeva ogni volta che glielo dicevo.

«Anche io.» Rispose a voce normale, senza specificare niente, in modo che nessuno avrebbe capito.

«Anche tu cosa?» Si intromise John.
Non alzai gli occhi al cielo solo per educazione.

«Ava mi stava dicendo che è sommersa dai compiti.» Probabilmente aveva preparato una scusa prima, perché lo disse senza neanche un attimo di esitazione.

John annuì, ma la loro madre ridacchiò. «Tu che fai i compiti? Ava, è una trappola.»

Ridacchiai, ma dentro di me pensai: "troppo tardi, signora Smith."

Aiden rise. «Non li faccio, è vero, ma teoricamente me li assegnano e quindi sono pieno di compiti anche io.»

Inclinai la testa, cercando di fare un'espressione pensierosa. «Mi sembra giusto.»

Scoppiammo tutti e due a ridere, ed io mi chiesi quando avremmo potuto dire a quelle sei persone cosa c'era tra noi.
Perché volevo passare in quel modo i pomeriggi per il resto della mia vita.

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Grazie ancora a chi ha votato. Lo apprezzo veramente molto e mi fa davvero piacere.
-sil 💗

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