ɕαԹίϯσʆσ 11

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Good girls - 5 sos

«Uhm... preside. Salve.» sussurrai imbarazzata e rossa in viso.

Molto probabilmente stava pensando a quello che Aiden mi aveva detto.

«Allora?» la preside incrociò le braccia sotto al seno, con un'espressione severa in viso. «Cosa ci facevate lí?»

Me lo stavo domandando anche io. Perché Aiden mi aveva portato lì? Per darmi solo uno stupido bracciale?

Proprio lui si grattò la nuca. «Uhm... il professor White ci ha mandato lí a prendere un detersivo, dato che un alunno ha fatto cadere dell'aranciata a terra.»

Mi chiesi se queste scuse se le preparava prima a casa, nell'evenienza di essere scoperto. Sembrava così convincente.

Se non avessi saputo che era una bugia, probabilmente ci avrei creduto.

La preside ci guardò un attimo. Poi sorrise. «Sapete ora dove dovete andare? Nel mio ufficio, in presidenza. Adesso.»

Lanciai un'occhiata ad Aiden. Più che nervoso sembrava semplicemente imbarazzato.

Io non ero mai stata dalla preside.

Seguimmo in silenzio la preside fino al suo ufficio e, quando stavamo per entrare, Aiden mi sussurrò qualcosa.

Mi girai a guardarlo. «Cosa?» bisbigliai.

Guardai un attimo nella direzione della preside: continuava a camminare tranquillamente, non si era accorta che noi stavamo rallentando il passo e che stavamo parlando tra di noi.

«Ho detto di stare tranquilla. Tu fai parlare me.»

Annuii. Io non ero brava in queste cose, e anche se non mi fidavo tanto di Aiden, lui era sicuramente più esperto di me nel tirarsi fuori dai guai.

La direttrice ci fece sedere sulle sedie di fronte la sua scrivania. L'ambiente era piuttosto tetro.

Pareti beige, uno scaffale di legno pieno di libri e poi la scrivania con le sedie.

Nessuna fotografia, nessun premio vinto dalla scuola. Eppure ne avevamo vinti a bizzeffe.

«Signorina Elton?»

Alzai lo sguardo. Aiden si irrigidì vicino a me.

«Sì?»

«Lei è Ava o Scarlett?»

Fui indecisa se dire la verità o meno. Non volevo cacciare la vera Scarlett nei guai, ma teoricamente Ava a quell'ora era in classe, a fare lezione.

Sentii un groppo in gola. «Scarlett.»

Annuì e poi lanciò uno sguardo gelato ad Aiden.

Non so se per gli occhi particolarmente azzurri o per i lineamenti severi, ma metteva davvero suggestione.

«E lei signorino Smith quando la finirà di cacciarsi nei guai?»

Aiden sbuffò. «Mai, credo. Ma lasci stare Scarlett, l'ho portata io lì dentro, lei neanche ci voleva venire.»

Lo guardai. Mi stava cercando di salvare?
Mi stava proteggendo?

O forse stava proteggendo la vera Scarlett?

La preside, però, fu irremovibile. «Non mi interessa. Venerdì resterete qui e pulirete l'aula di informatica ed il laboratorio di scienze.»

Sentivo le lacrime agli occhi. Non avevo mai avuto una punizione dalla scuola. Ero sempre stata Ava, la ragazza che studia e che vince le borse di studio per partecipare agli stage, con un comportamento impeccabile.

Aiden fece per obbiettare, ma io mi alzai. «Va bene. Mi scusi per quello che ho fatto, preside.»

Non mi guardò neanche. «Fareste meglio a non finire più nei guai.»

Anche se non mi stava guardando annuii lo stesso, poi uscii dalla stanza.

Solo in quel momento mi resi conto che avevo trattenuto il respiro.

Dopo qualche secondo mi raggiunse anche Aiden.

Appena lo vidi, non potei trattenere un sorriso riconoscente. Nonostante mi aveva mandato nei casini, aveva cercato di prendersi tutte le colpe.

«Hey.» dissi. «Grazie per aver cercato di salvarmi.»

Aiden ricambiò il sorriso. «Ti avevo detto che ci avrei pensato io, no? Mi dispiace solo che non sono riuscito a tirarti fuori dai guai.»

Feci spallucce, fingendo di essere indifferente ma in realtà la cosa mi turbava e anche molto.

Un pomeriggio intero con Aiden? Poteva succedere di tutto.

La cosa che mi fece più paura, però, era che infondo io ero contenta.

Litigavamo e tutto, ma ero contenta di passare più tempo con lui.
Di conoscerlo a fondo.

«Ava?» Aiden mi scioccò le dita davanti la faccia.

«Sí?»

Sorrise. Eravamo ancora fuori l'ufficio della preside, ma la porta era chiusa. Erano le otto e mezza, il che significava che avevamo ancora mezz'ora da passare insieme.

«Stai bene? Avevi lo sguardo perso nel vuoto e sorridevi.»

Quasi spalancai la bocca dallo stupore. Che avesse capito che stavo pensando a lui?

«Uhm... certo, sto benissimo. Devo andare ora, ciao Aiden.»

Corsi, letteralmente, via.

Lo sentii ridere dietro di me e non potei trattenere un sorriso. Anche se ero rossa dall'imbarazzo, sentire la sua risata mi rimetteva di buon umore.

Eppure continuavo a trovarlo insopportabile.

Era scorbutico, nervoso, bipolare e antipatico, ma la sua risata era la fine del mondo.

O forse solo del mio, non sapevo dirlo con certezza.

Se avete gradito questo capitolo, vi chiedo gentilmente di lasciare un voto.
Grazie ancora a chi ha votato. Lo apprezzo veramente molto e mi fa davvero piacere. Comunqueee, andate a dare un'occhiata alle storie di iceeyesandredroses  scrive benissimo e le sue storie meritano tanto tanto. Grazie ancora e niente, un bacio.
-sil 💗

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