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Don't miss a thing - Aerosmith

La mattina dopo, mi ritrovavo con la mia famiglia a fare beneficienza.

Lo facevamo ogni sabato mattina, ma stranamente da quando ero tornata ancora non l'avevo fatto.

Così mia madre quella mattina non perse tempo e ci dirigemmo nel familiare edificio dove distribuivamo coperte e cibo ai più bisognosi.

Clarissa Emilton, dirigente dell'associazione, appena mi vide mi abbracciò. La conoscevo da quando avevo tredici anni e ogni weekend l'andavo ad aiutare.

Mi era mancato, durante l'anno passato in Canada, non fare più volontariato.

«Possibile che diventi ogni anno più bella?» mi disse appena si staccò. Le sorrisi, sentendomi un po' in imbarazzo.

Odiavo i complimenti di quel tipo.

Poi Clarissa salutò il resto della mia famiglia, ed io e Scarlett ci dirigemmo al solito bancone, dove distribuivamo le coperte.

Essendo inverno per i senzatetto era davvero difficile sopravvivere con quel freddo, così il minimo che potessimo fare era distribuire giacche pesanti e coperte.

I miei, invece, si occupavano di distribuire acqua e cibo. Ma dato che bisognava anche cucinare, io e Scarlett ci eravamo abituate ad aiutare dando vestiti fin da piccole.

Non potevamo rompere quella tradizione.

La prima persona a venire da me e Scar fu Lucas Riaw. Gestiva un'edificio fatto apposta per gli homeless.

Conoscevo abbastanza bene anche lui.

«Grazie mille, ragazze. Sempre gentili.» Sorridemmo quando ci fece quei complimenti, poi se ne andò.

Passammo tutta la mattina ad aiutare le persone e mi sentivo bene. Era bello aiutarli.

Mi faceva sentire utile a qualcosa, come se stessi finalmente facendo le cose giuste.

Ma, verso l'una di pomeriggio, la persona che varcò l'ingresso mi fece aprire la bocca dalla sorpresa.

Non gli avevo mai detto che facevo beneficenza... allora come era qui?

Scarlett mi guardò. «Ava, quello è Aiden?»

Cercai di trattenere un sorriso, ricordando la sera prima.

Senza neanche pensarci, mi ritrovai abbracciata a lui.

«Ciao, Aid.» Non sapevo da quando lo chiamavo così, ma suonava bene.

«Ciao, Ava.»

Intravidi dall'altro lato della stanza mia sorella ed i miei genitori guardarmi in modo strano. I miei non sapevano Aiden chi fosse, mentre Scarlett si chiedeva -molto probabilmente- che cosa si era persa.

Mi separai, a malincuore, dopo qualche minuto da lui. «Che ci fai qui?»

Sorrise. «Sono venuto a trovarti, posso?»

Io ridacchiai. «Intendevo come hai fatto a sapere che ero qui.»

Lui inarcò un sopracciglio, ancora con il sorriso sulle labbra. «C'è "cerca amici", Ava, sull'iPhone.»

Spalancai un po' la bocca, poi risi e gli diedi un colpetto alla spalla. «Brutto stalker.»

Aiden rise. Per un attimo mi dimenticai che la mia famiglia mi stava fissando, così come alcune persone lì dentro. La voglia di baciarlo aumentò ed il ricordo delle sue labbra sulle mie non aiutò molto.

«Vuoi una mano?» Mi riportò sulla Terra.

Passare un intero pomeriggio con lui? Come facevo a dire di no?
Annuii leggermente. «Se non ti annoi.»

Aiden scosse la testa, sorridendo, come per dirmi che gli faceva piacere.

Lo presi per un polso e lo trascinai dietro al bancone con me.
Scarlett era ancora mezza schioccata.

«Ciao, Scarlett.» Aiden sorrise divertito a mia sorella, che ci guardava con gli occhi spalancati.

Forse si ricordava ancora di una settimana prima, quando mi ero sfogata con lei su quanto Aiden fosse insopportabile ed odioso.
Ed ora quasi lo stavo baciando davanti a lei.

«Aiden...» La mia gemella sorrise, lanciandomi una veloce occhiata. Io ero troppo intenta a fissare lui per rendermene conto.

Come si faceva ad essere così belli nei momenti quotidiani? Non stava facendo nulla di che, appoggiato con una mano al bancone mentre chiacchierava con mia sorella; eppure non potei fermarmi dal pensare che era attraente.

Dopo qualche minuto Scarlett tornò a distribuire vestiti e Aiden si girò verso di me. «Che c'è?»

Diventai leggermente rossa. Si era appena accorto che lo stavo fissando.

Scossi la testa, mentre intravidi mio padre venire verso di noi a braccetto con mia madre.
Mi iniziò a salire il panico: come avrei dovuto definire Aiden? Il mio ragazzo? E se non fosse così, se per lui quello non significava niente?

E se invece io non lo avessi definito il mio ragazzo ma lui pensasse il contrario?

Neanche ebbi il tempo di pensarci, che i miei genitori erano già dietro di me.

Mia madre sorrise ad Aiden, porgendogli la mano. «Ciao, io sono la madre di Ava. Sei un suo amico?»

Io restai in silenzio e Aiden mi lanciò un'occhiata. Sorrise a mia madre e ricambiò la stretta.

«Salve signora Elton, è un piacere conoscerla.»
Non rispose alla sua domanda e forse fu meglio così.
Si evitavano domande imbarazzante.

Stranamente si presentò anche mio padre senza fare domande o discorsi strani e dopo qualche secondo ci lasciarono stare.

Aiden, appena furono lontani, mi sussurrò: «Loro non sanno che sono il fratello di John, vero?»

Scossi la testa ed Aiden sospirò. «E neanche quello che c'è tra noi, giusto?»

Scossi di nuovo la testa ed Aid iniziò ad aiutare Scarlett con la beneficenza.
Sperai solo con tutta me stessa che non ci fosse rimasto male perché, ora che avevo scoperto quanto era bello stare insieme a lui, non l'avrei di certo lasciato andare così facilmente.

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Grazie ancora a chi ha votato. Lo apprezzo veramente molto e mi fa davvero piacere.
-sil 💗

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