Love the way you lie - Eminem
John ed io avevamo deciso di passare un pomeriggio a casa sua e di fare una bella maratona di film.
Peccato, però, che il film si era concluso con noi che ci baciavamo sul divano.
Anche se non volevo farlo, non potevo tirarmi indietro. Avrei destato troppi sospetti.
John, preso dalla foga, iniziò a baciarmi il collo ed a trafficare con la mia maglietta.
«John...» sospirai per farlo fermare, ma niente.
Le sue labbra umide erano in contrasto con la mia pelle fredda.
Ci ribaciammo e cercai di nuovo invano di separarlo da me.
«Aiden!» dissi sorpresa appena lo vidi appoggiato allo stipite della porta, il casco da hockey in mano e la mazza nell'altra.
Ci stava guardando in modo strano. Non era né disgustato né arrabbiato, sembrava solo... ferito.
Capii subito che la situazione non era delle migliori: John mi aveva lasciato dei succhiotti sul collo ed era steso praticamente sopra di me.
Aiden scosse la testa, quasi deluso, e sparì velocemente oltre la porta.
Io spinsi all'indietro John, alzandomi subito dal divano.
«Ma dove vai, Scar?»
Scossi la testa, non stavo capendo più niente. L'unica cosa che riuscii a fare fu quella di dire: «Non voglio che pensi male.»
Ed era vero. Mi ritrovai in poco tempo davanti la sua stanza.
Conoscevo quella casa abbastanza bene, oramai. Da quasi tre settimane ci andavo praticamente tutti i giorni.
Nonostante ciò, non ero mai entrata in camera di Aiden.
«Che vuoi?» mi chiese in tono brusco appena entrai.
Non capii i suoi balzi d'umore, né tantomeno perché fossi lì.
Infondo, a me, cosa me ne fregava se fraintendeva?
«Quello che hai visto...» iniziai ma mi bloccai subito.
Era girato di spalle e solo in quel momento notai che non aveva la maglietta.
I muscoli delle spalle erano tesi e stringeva con forza il bordo della finestra a cui era appoggiato.
«Quello che ho visto...» ripetè in tono amaro. «Che cosa ho visto esattamente, Scarlett? Che ti fai baciare in quel modo da John solo perché devi fingere? Ti sei chiesta quando andrai a casa e lei vedrà quei segni, come si sentirà? Ti stavi per fare il suo ragazzo.»
Sentivo le lacrime agli occhi. Io volevo solo aiutarla, Aiden non poteva rinfacciarmi queste cose, anche se era la verità.
«Io non avevo intenzione di-» «Non dire cazzate, Ava!» Poi, appena si rese conto di aver urlato il mio nome, abbassò la voce. Ringraziai il cielo di aver chiuso la porta appena entrata. «E poi perché sei qui? Non ti devi giustificare con me. O sbaglio?»
«Non voglio che tu fraintenda.» sussurrai piano. Ma sapevo che lo aveva già fatto.
Aiden quasi rise. «Vattene, ti prego. Sei patetica.»
Alzai lo sguardo verso i suoi occhi. Erano ancora più scuri e verdi del solito.
«Io sto solo aiutando Scarlett. Non mi piace tutto questo, lo faccio solo per aiutarla.» ripetei forse più a me stessa.
Aiden scosse la testa. «Non lo stai facendo per lei. E lo sai bene.»
L'unico suono che seguì dopo fu la mia mano al contatto con la sua guancia.
Il sollievo che sentii dopo avergli dato uno schiaffo fu indescrivibile.
Avevo, però, ancora gli occhi pieni di lacrime, ed erano talmente tante che vedevo Aiden sfocato.
«Tu non sai niente su di me e su quello che faccio. Non sei nessuno per giudicarmi.» sibilai con voce rotta e, prima che potesse rispondere, me ne andai dalla sua stanza.
Presi la mia giacca e la mia borsa dal divano, dove c'era ancora John che mi guardava con uno sguardo confuso.
«Devo andare, ciao John.» dissi velocemente e senza guardarlo negli occhi.
«Aspetta, Scarlett-» fece per dirmi, ma io ero già fuori casa.
E appena fui in macchina mi lasciai andare in un pianto liberatorio.
Perché doveva essere tutto così complicato?Appoggiai la fronte sul volante freddo, mentre le lacrime continuavano a scendere sulle mie guance con fiumi in piena.
"Ti stavi per fare il suo ragazzo."
"Sei patetica."Le parole di Aiden rimbombavano nella mia mente non liberandola più.
Aveva ragione. Ero stata una stronza ed ero stata patetica ad andare da lui.
Ma avevo sentito come il bisogno di dirgli che tra me e suo fratello non c'era stato niente.
Eppure era finita male.«Stupida. Stupida. Stupida.» dissi a me stessa mentre sbattevo la testa contro il volante.
Lo stavo facendo per levare la voce di Aiden nella mia testa. O forse il senso di colpa. O forse tutti e due.
"Sei patetica." Ora non sentivo solo la voce, ma vedevo anche lo sguardo con cui me lo aveva detto.
Gli occhi scuri e senza emozioni, la mascella serrata ed i capelli castani portati all'indietro. Vedevo ancora i muscoli delle spalle tesi ed il casco da hockey buttato a terra vicino la porta.
Mi asciugai le guance con la manica del maglione, poi accesi il motore e feci la manovra per uscire dal parcheggio.
Non potevo tornare in quelle condizioni a casa, così feci due o tre volte il giro dell'isolato.
Era pomeriggio inoltrato ed il sole stava iniziando a calare, facendo diventare la neve di un grigio chiaro.
John mi chiamò un paio di volte, ma io non risposi. Volevo pensare un po' a me quel pomeriggio.
Volevo solo che le parole di Aiden smettessero di fare così male.
Mentre parcheggiai l'auto ed infilai le chiavi dentro la serratura di casa, però, mi sorse un dubbio.
E se ci stavo così male perché mi piaceva?
Se avete gradito questo capitolo, vi chiedo gentilmente di lasciare un voto.
Grazie ancora a chi ha votato. Lo apprezzo veramente molto e mi fa davvero piacere.
-sil 💗
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Twins
Storie d'amoreDue sorelle gemelle identiche, con due caratteri completamente diversi. Ava e Scarlett Elton, due ragazze adolescenti che portano solo guai. Cosa accade quando Ava torna a casa dopo un anno passato fuori e Scarlett in contemporanea scopre di essere...