5°One Shot: I like you

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[27 Aprile 1975]

-"Tesoro, a che ora ha detto Michael che veniva con la famiglia?"- alzai lo sguardo dal libro di Anne Frank, di cui mi ero innamorata, e feci spallucce a mia madre.

-"Perché? Hanno accettato di venire a cena?"- domandai grattandomi la nuca a causa dall'imbarazzo, mi stiracchiai sul divano e sbadigliai.

-"Ma non ti ricordi che hanno chiamato ieri pomeriggio e sei andata a rispondere tu al telefono?"- ripercossi a ritrorso tutto ciò che avevo fatto il giorno precedente, ma era come se il mio cervello avesse cancellato del tutto quell'episodio.

-"Se devo essere sincera, no me lo ricordo"- sorrisi con aria da colpevole e guardai provando a persuadere mia madre dal fare altre domande, ma fallendo miseratamente; venne dalla cucina e prese posto accanto a me, la guardai come per chiederle se fosse successo qualcosa, ma non ricevetti alcuna risposta.

-"(T/n), ti vedo distratta e passiva in quest'ultimo periodo, come se fossi rinchiusa in una specie di gabbia acustica... è successo qualcosa a scuola? Quella ragazza, Britney, ti continua a dar fastidio?"- feci cenno di "no" con la testa, spostandola da destra a sinistra, e ripresi a leggere la lettera del 10 settembre 1943, ignorando del tutto ciò che stava continuando a dire.

-"...Ti piace qualcuno?"- alzai gli occhi e la guardai con un sopracciglio alzato, alla "sei cosciente di ciò che stai dicendo?"... effettivamente, sì... mi piaceva un ragazzo, ma avevo preferito tenerlo segreto a tutti, sapendo che le mie amiche mi avrebbero spinto ad uscire e a far altre cretinate. Ma, dato che era da un bel po' che lo tenevo nascosto, circa due anni, pensai di parlarne con qualcuno, e chi può aiutarti se non tua madre, avendo già fatto le sue esperienze?

-"...Si..."- divenni in viso e abbassai gli occhi sulla copertina del diario, leggermente consumata dal tempo, giusto per sfuggire da uno sguardo di mia madre.

-"Hey... non c'è nulla di male ad innamorarsi: un giorno sarebbe dovuto accadere... e, dimmi un po', chi è il bel giovane che ti ha fatto perdere la testa dura che hai?"-

-"È Michael"- dissi tutto d'un fiato, mi nascosi il viso nella T-shirt nera e potei udire mia madre dire, o meglio, esclamare a tutti polmoni un "finalmente!"

Mio padre, che aveva parlato fino due secondi prima di parlare al telefono con mio zio sulla partita di calcio, entrò nel soggiorno e chiese cosa fosse successo e la mamma gli rispose con la solita frase "cose da donne che non capiresti" e ricevendo in risposta da lui: "forse è meglio che non le capisco...", per poi riprendere a leggere il quotidiano lasciato sul bracciolo della poltrona.

-"Questa sera vengono i Jackson a cena?"- prese i suoi occhiali da lettura neri e, in risposta e all'unisco, io e mamma annuimmo e, notando che erano quasi le sette, abbandonai la speranza di continuare la mia lettura pomeridiana e mi andai a preparare.

Pantaloni, gonna o vestito? Okay... gonna no, dato che risalivano a quando avevo dieci anni, perciò ero in bilico tra pantaloni o abito... Non ero mai stata indecisa sul mio abbigliamento, ma quella sera si e, a mio avviso, sarà stato perché avevo detto a mia madre che avevo una cotta per Michael, anche se "cotta" non si poteva definire dato che mi piaceva da due anni circa, ma quello era solo uno stupidissimo dettaglio.

-"Mamma!"- gridai facendo in modo che mi sentisse dall'altro lato della casa e, subito dopo, comparve dallo stipite della porte con uno sguardo poco promettente.

-"Mi potresti dare una mano? Non so cosa indossare..."- sbuffai rumorosamente e aprì le ante dell'armadio, che avevo contemplato, per almeno dieci minuti, come si ammira la Notte Stellata, mi sedetti sul letto e aspettai di ricevere la consulenza della mia stilista personale.

E Se Un Giorno Incontrassi Michael Jackson? || OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora