9°One Shot: Love me like there's no tomorrow

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[30 giugno 1988]

-"Ancora non posso crederci!"- esclamò mia madre vedendomi depositare tutte le valigie accanto alla porta d'ingresso, non curandomi del fatto che si stesse rivolgendo a me, facendo attenzione a non accatastare i bagagli tra loro, contenendo anche oggetti abbastanza fragili e che non avrei voluto facessero una brutta fine.

-"Mamma, ti prego, basta! Sarà da un mese che vai avanti così, dicendo sempre la stessa cantilena!"- contrabbattè mio fratello mentre decideva, dal grande cesto della frutta, posizionato al centro del tavolo della cucina, una mela rossa, la più gustosa, lasciando quelle meno saporite a me, come al solito.

Lo guardai, come a ringraziarlo di aver rimproverato la mamma, e gli feci l'occhiolino.

-"Non potete capire come sto emotivamente, ragazzi: da una parte sono contenta che, finalmente, (t/n) si sposi, per di più con un bravissimo ragazzo, ma, dall'altra parte, sto male al pensiero che lei dovrà andar ad abitare in Danimarca, come farò a stare senza la mia adorata bambina?"- prese una sedia, precisamente quella su cui avrebbe dovuto sedersi Chris, facendolo quasi cadere con il fondoschiena a terra, se non fosse per il mio avvertimento, e si sedette, asciugandosi le mani umidicce, perché aveva appena finito di lavare i piatti, sul grembiule giallo che le aveva regalato mio zia, dato che lei ha, da sempre, odiato il giallo.

-"La tua adorata bambina, cara mamma, è ora cresciuta, è una donna forte e con carattere, che sa prendere decisioni senza dover chiedere la consulenza di qualcuno e fare i propri doveri con le proprie forze, senza elemosinare nessun aiuto da nessuno, che si sta costruendo la propria vita e che sta abbandonando, invece, quella dove era coccolata e viziata dai suoi genitori, e, poi, c'è ancora Christopher, potrebbe prendere, con molta tranquillità, lui il mio posto, tanto sono abituata ad esser sostituita, quindi non soffrirò e, tanto, non invidio affatto il mio fratellino"- mi avvicinai alle sue guancie rosee e leggermente paffutelle, che ho sempre amato pizzicare mentre lui mi pregava in tutte le maniere di smettetela, solo perché lo mettevo in imbarazzo davanti ai suoi compagni, e ci schioccai un bel bacio ricolmo d'affetto, solo lui era la mia famiglia, i miei, invece, erano solo un misero sfondo sfocato a cui non ho mai prestato troppa attenzione.

-"Perché non posso venire con te? Sai che ti voglio bene"- mi chiese avvicinando i suoi occhioni verdi ai miei, facendo la faccia da gattino, a cui non ho saputo mai dire di no e mi misi a ridere, accarezzandogli il naso, perfetto e lineare.

-"Io vorrei, ma so che sarai, anche, un'eterna seccatura, inizierai a lagnarti che, in quella nazione, non conosci nessuno e che ti senti tremendamente solo, che, ad ogni istante della giornata, mi chiederai di parlarti di storia, soprattutto dell'Impero romano, nonostante tu sia più documentato di uno storico esperto, e che non permetterai a Thomas di avvicinarsi a me"- gli feci la linguaccia, sapendo che, a breve, ne avrebbe detta una delle sue, tipo "mi devi accettare per come sono nato", tutto irritato del fatto che io mi stavo bluffando di lui.

-"Mi da fastidio l'idea di te e quello lo che fate sesso: sono geloso, okay?"- rimasi perplessa da quello che avevo sentito uscire dalle sue labbra: le parole "mio fratello" e "gelosia" nella medesima frase non suonavano, come dire, "risapute insieme", lui mise il broncio, incrociando le braccia al petto, e non rivolgendomi più lo sguardo.

-"Chris, non dire più cose del genere: sei pur sempre davanti a tua madre e tua sorella maggiore!"- la pregai di non prendersela tanto con lui, perché, d'altronde, quell'età era abbastanza, se non molto di più, "particolare", dove si vuole dimostrare di saper esser una persona "popolare", ma dentro si ci sente incompreso e pensi cosa diamine ci fai qui, su questa terra, fatta di delusioni.

-"Ci facciamo una promessa: io non farò sesso con lui, ma tu non devi farlo con nessuna, ci stai?"- mi guardò stravolto, con una sopracciglio alzato, come se gli stessi parlando in chissà quale strana lingua incomprensibile, e, lentamente, fece cenno di no con la testa... I maschi, esseri che senza il sesso e altre porcherie non sanno stare, a volte mi chiedevo come facevo a vivere con molti uomini la maggior parte della mia giornata.

E Se Un Giorno Incontrassi Michael Jackson? || OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora