Conferenza;

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Amaya;

La mattina dopo stavo decisamente meglio, come se nulla fosse successo anche se sapevo bene che non era cosi, non avevo potuto mentire ne a Karen ne a Luna, avevo spiegato velocemente quello che era successo e Karen mi aveva detto di come Diego era sparito nel nulla e senza dire dove stava andando o se sarebbe tornato. Ma non mi importava, non più, è il passato come lo è sempre stato.
Oggi era un nuovo giorno, un giorno dove ogni occhio era puntato su di me e non potevo permettere che il ricordo della lite di ieri o a lui stesso di rovinare tutto. O a mostrarmi debole, era quello che Blair stava aspettando ed io non glielo avrei servito su un piatto d'argento. Dovevo pensare solo al presente e alla mia carriera, ho già fin troppi problemi e non voglio aggiungere anche "Diego De Mori" alla lunga lista.
Stranamente quella notte avevo riposato benissimo, forse era anche merito del tè "corretto" di Karen che mi aveva preparato prima di andare a letto, ero riuscita anche a svegliarmi presto e ne ho approfittato per farmi un lungo bagno rilassante. Mio zio e Joel erano usciti di casa un ora prima ed Alec stava ancora dormendo, come un ghiro.
Ieri non ero riuscita a concludere nulla, dopo che mio zio era uscito dalla mia stanza mi aveva lasciata più confusa che mai e dopo qualche secondo erano arrivate le mie migliore amiche, che vedendomi in quello stato non mi avevano permesso di fare nulla ne di uscire dalla mia stanza fino a quando non gli avrei detto qualcosa.
Ma tornando a noi: non potevo di certo presentarmi alla conferenza in stile zombie, sarebbe stata la fine della mia carriera da scrittrice come minimo.
Quando esco dal bagno trovai Karen sveglia e vigile che dopo avermi mormorato qualcosa di incomprensibile si era chiusa in bagno, spostai lo sguardo trovando mio fratello Alec che come risposta si strinse nelle spalle come se niente fosse. Prima o poi dovevo indagare su cosa stava accadendo tra loro due, ma oggi non era il giorno adatto.
A volte, anzi sempre, mi chiedo come Karen fa ad essere cosi attiva dopo due minuti che si era alzata dal letto o come fa a svegliarsi anche alle sei del mattino tutta tranquilla. Io dopo una doccia sono ancora uno zombie che senza forza di volontà si sarebbe messo tranquillamente a letto a dormire. Certo, il mio paragone con uno zombie non era un granché ma ci metto davvero tempo a svegliarmi la mattina presto.
Scuoto lentamente la testa mentre un sorriso apparve sul mio volto, con passo tranquillo mi dirigo verso la mia stanza chiudendo poi la porta alle mie spalle. Senza perdere altro tempo inizio a vestirmi velocemente, ieri sera prima di andare a letto avevo preparato tutto in modo da non scordare nulla e da non perdere troppo tempo nel cercare le cose, il look che io e Karen avevamo scelto per la prima conferenza era abbastanza semplice ma allo stesso tempo elegante per la giornata.
Karen non era molto d'accordo, ma essendo testarda, questa volta avevo vinto io.
Avevo optato per una semplice camicetta bianca, in realtà assomigliava più a una giacca visto anche il tessuto ma non sono mai stata esperta di moda, però quando l'ho vista nella vetrina del negozio me ne ero subito innamorata il che è una cosa davvero rara per me. Seguito da dei semplici jeans chiari il tutto abbinati con dei stivaletti neri con il tacco, scelti da Karen.
Non è la prima volta che partecipo a questo tipo di conferenza, questa di oggi poi non richiedeva uno stile troppo elegante era uno dei motivi per cui avevo scelto qualcosa di comodo, ma che soprattutto rispecchiava me stessa, senza contare il fatto che sarebbe stata una lunga giornata.
Stranamente non mi sentivo nervosa o agitata come mi accade di solito, mi sentivo tranquilla anche se questa era la mia prima apparizione pubblica qui in Italia ma non sento l'ansia che ho provato a San Diego anni prima. Forse alla fine mi ero davvero abituata a questo tipi di eventi e la mia timidezza era sparita da un bel po', non tutta ma non come un tempo. L'emozione però era abbastanza forte dentro di me.
Non avevo confessato a Karen di non aver preparato il discorso, forse lo avrebbe immaginato dopo che gli ho detto quello che era successo ma sapevo già come avrebbe reagito e conoscendola lo avrebbe scritto lei come alle prima volte. Però, il libro che avrei presentato oggi era il primo e sapevo bene di cosa parlava, di quello che ho provato mentre lo scrivevo e per tutte le domande che mi avrebbero fatto. Alla fine sono sempre le stesse, cambiava solo il nome del personaggio o la storia.
In un certo senso avrei usato il mio vecchio discorso cambiando giusto qualche parola, sapevo già cosa dire e se mancava qualcosa avrei improvvisato sperando di non fare qualche brutta figura.
Non appena finisco di asciugarmi i capelli appoggio il phon sul comò, osservando il mio riflesso per qualche istante mordendo piano il labbro inferiore pensierosa. Alla fine decisi di lasciare i capelli mossi al naturale. Era un evento da scrivere sul calendario quando li lasciavo cosi, in quel periodo però, mi sentivo più me stessa in quel modo, forse centrava l'aria di Verona e dei vecchi tempi oppure si trattava solo di nostalgia.
« Rimangio quello che ho detto: questo look è davvero perfetto per oggi. » esclamò Karen non appena era entrata nella mia camera, mi aveva squadrato dalla testa ai piedi. Un sorriso soddisfatto era apparso sul mio volto mentre la guardavo con la coda dell'occhio, per poi iniziare a truccarmi tranquillamente.
« Te lo avevo detto. » mormoro. « Ho voglia di cambiare stile, alla fine sono giovane e non voglio avere un look troppo elegante come alcune mie colleghe. Infondo mi seguono molte mie coetanee e ragazze più piccole di me. » aggiungo mentre una smorfia si dipinge sulle mia labbra quando sbaglio ad applicare l'eye-liner.
Karen si avvicinò verso di me togliendomi l'eye-liner di mano. « Lascia fare a me. » disse sistemando il casino che avevo combinato, ma per fortuna non era troppo grave e riuscì con facilità. Segno di quanto io usavo più la matita e non l'eye-liner, sebbene lo adoro. « Hai ragione e sono d'accordo con te. Questo stile è favoloso. » aggiunge concentrata e dopo aver finito fa un passo indietro con un sorriso soddisfatto stampato sul suo volto. « Fatto! ».
Mi giro di nuovo verso lo specchio e osservai il suo lavoro, sorridendo, di sicuro aveva anche un bel futuro come truccatrice. « Grazie, cosa farei se tu non ci fossi? » domando grata e finisco di truccarmi.
« Probabilmente finiresti per uscire con un trucco da panda. » mormora divertita e scoppiamo qualche a ridere dopo qualche secondo. Sento il suo sguardo preoccupato addosso, ma ignorai il tutto continuando il mio lavoro. « Come ti senti? » chiese cauta, la guardo con la coda dell'occhio e sistemo i trucchi nell'astuccio per poi chiuderlo mettendolo nella borsa. Sicuramente dopo pranzo poteva servire, specialmente il rossetto.
« Sto bene. » rispondo tranquillamente, ed era vero in un certo senso, nonostante quello che era accaduto con Diego il giorno precedente mi sentivo bene come se un peso si era tolto dal mio petto o forse era solo un impressione, ma non ci volevo pensare. « Dico sul serio, Karen. Mi sono tolta un peso e poi: "il passato è passato", no? » continuo voltandomi verso di lei con un sorriso.
« Già. So che tuo zio ha organizzato una cena per stasera e.. Ci saranno tutti. » mormora inclinando leggermente la testa scrutandomi silenziosa.
« Si lo sapevo. » dico tranquilla distogliendo lo sguardo dal suo controllando velocemente se avevo scordato qualcosa sul comò, ma prima che poteva dire qualcosa la interrompo. « Non voglio parlare di lui, non ora. Per quanto riguarda stasera farò come lui vuole, per me non è più nessuno. » aggiungo e rimango sorpresa di notare quanto il mio tono è freddo dopo aver pronunciato quelle parole.
Karen mi guardò ancora in silenzio per poi sospirare annuendo, si voltò velocemente controllandosi allo specchio e si sistema velocemente. « Parlando di lavoro: oggi ci accompagna Alec, ha la giornata libera da come mi ha detto e cosi non abbiamo bisogno di prendere un taxi. Risparmiamo molto tempo cosi. » disse evitando il mio sguardo.
Un sorriso apparve sulle mie labbra, porto le braccia conserte sotto il seno la osservo per qualche istante mentre lei tranquilla continuava a sistemarsi una ciocca di capelli ribelle. « Ottimo. Ti conosco da quasi sette anni ormai, eppure, direi che in questo momento sei nervosa. » dissi e lei si irrigidisce deglutendo fermando la mano, senza dire nulla. « C'è qualcosa tra te e Alec? » domando curiosa.
Si voltò verso di me a quella domanda inarcando un sopracciglio, scuote la testa sistemando la sua giacca nera. Quando era nervosa non riusciva a stare ferma nemmeno per un secondo, potevo dire e confermare di conoscerla fin troppo bene. « Assolutamente no! Cosa ti viene in mente? Siamo solo amici.. Ottimi amici. » mormora velocemente gesticolando con le mani, in tutta risposta questa volta alzai io un sopracciglio. Era cosi palese che mentiva, un'altra cosa che sapevo bene di lei e che non gesticolava mai, se lo faceva era solo se diceva una bugia. « Vado a finire di preparare la borsa, anzi dammi il trucco a me cosi vai più leggera. » aggiunse cambiando discorso.
Annuisco pensierosa mentre gli porgo l'astuccio contenente il trucco, o almeno solo le cose essenziali, l'altro invece era tutto sparpagliato sulla mia vecchia scrivania, la osservo mentre esce dalla mia stanza per poi scuotere la testa divertita con un sorriso soddisfatto. Ero più che certa che presto avrei scoperto la verità su Karen e Alec.
E' cosi palese che tra loro c'è qualcosa, anche se quest'ultimi negavano sempre il tutto e dicevano che era una semplice amicizia come tentano di convincermi ormai da anni, ma li conosco entrambi troppo bene specialmente mio fratello Alec. Non lo avevo mai visto cosi geloso per una ragazza.
Finisco di preparare semplicemente gli ultimi dettagli per poi indossare una semplice giacchetta di pelle nera, l'avevo acquistata la primavera scorsa in un mio breve viaggio a Los Angeles per fortuna era in saldo.
Una volta pronta prendo la mia borsa ed esco socchiudendo la porta della mia camera alle mie spalle, mi dirigo a passo tranquillo verso il salotto dove trovo mio fratello seduto sul divano a giocare con il suo telefono, mi metto seduta accanto a lui e osservo distrattamente lo schermo. Era uno di quei giochi che fanno vedere di solito in televisione, fino a quando ti costringono a scaricare l'applicazione per una semplice curiosità o te la fanno odiare.
Quando finisce il livello o la battaglia, qualcosa del genere, si volta verso di me sorridendo portando il telefono nella tasca dei suoi jeans. « Pronta per oggi? » domandò mentre si metteva composto sul divano.
« Sono nata pronta. » esclamo con un sorriso guardandolo, mi scruta per qualche istante ma poi sorride cingendo con un braccio la mia spalla stringendomi a sé lasciando un bacio sulla mia guancia.
« Bene. » disse. « Sicura di non volermi dire niente? » chiese tranquillo, il tono della sua voce era curioso e di certo sapevo benissimo il motivo. Lui e Diego si erano detti qualcosa, ne ero sicura, loro si sono sempre detti di tutto e di più fin da quando avevo memoria, entrambi sapevano tutto l'uno dell'altro.
Tralasciando il fatto che ieri sera aveva avvisato che non sarebbe rientrato per cena, mio zio aveva evitato di dirmi dov'era andato, ma si era perfettamente capito. Ma non mi importa nulla.
« Sicura. » il tono della mia voce era tranquillo mentre un sorriso sincero appare sul mio volto, ma prima che mio fratello poteva controbattere o dire qualcosa, Karen fece il suo ingresso in salotto. Mio fratello distolse lo sguardo da me puntandolo verso la mia migliore amica, osservandola, lo guardo con la coda dell'occhio sorridendo nuovamente.
Karen ha stile nel vestire, sono convinta che in un'altra vita era sicuramente una stilista o qualcosa del genere, in ogni occasione trovava qualcosa e lo rendeva elegante con un semplice accessorio preso nel suo cassetto del comò, dove aveva di tutto e di più. Era costretta per lavoro ad indossare dei completi eleganti e troppo adulti, ma li rendeva giovanili con poco, come ad esempio oggi, aveva indossato una semplice maglia nera in pizzo invece della solita camicia bianca.
Non poteva mancare la sua borsa nera gigante, dove teneva di tutto e di più, perfino qualcosa di mio che mi scordavo o ad esempio i trucchi. Era peggio della borsa di Mary Poppins, solo che questa era un modello più moderno e la rendeva la manager perfetta.
Dopo un breve controllo se avevamo preso tutto o almeno era cosi per tranquillizzare Karen, non sapevo il motivo ma quello che ha organizzato l'evento qui a Verona era riuscito a innervosirla un bel po'. Non appena abbiamo finito e si era decisa, siamo usciti di casa in direzione di Villafranca, dove si sarebbe tenuto il primo evento.

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