La cena;

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Diego;

Ero appena ritornato a casa dopo una giornata stancante al comune per completare le ultime cose ed altre carte da firmare, poi per oltre un ora ero stato bloccato nel traffico per via della pioggia e di un incidente. La mia giornata non era iniziata nei migliori dei modi ma meglio essere chiuso in un ufficio a firmare documenti invece di affrontare la cena di questa sera.
Alla mia età però sto davvero risultando infantile, anche se ho evitato di dire qualcosa.
Sono passate semplicemente ventiquattro ore circa dalla litigata con Amaya, quasi avevo timore di quello che poteva succedere durante la cena o se avremo ripreso di nuovo a litigare per colpa di una frecciatina non voluta.
Avevo sbagliato, dopo una notte passata quasi in bianco lo avevo finalmente capito, tutti mi hanno detto di chiarire con lei e io tutta risposta ho trovato un pretesto per peggiorare le cose. Volevo trovare davvero una risposta a tutte le mie domande, che mi tormentavano da troppo tempo, ma l'orgoglio era stato più forte di me.
Dopo che Elena ieri sera era andata via avevo chiamato Alec, pregandolo di venire a casa, lui era l'unico con cui potevo parlare liberamente anche se potevo beccarmi un pugno in faccia da parte sua. Ma era stato bene che non era successo, anzi, non mi aveva fatto nessuna scenata aveva solo sospirato dicendo che non capiva il motivo per cui non riuscivamo ad essere amici. O almeno a parlare civilmente. Però era una delle tante domande che nemmeno io riuscivo a trovare una risposta, che non mi spiegavo il perché quando la vedevo la rabbia aumentava.
Perfino Melissa era riuscita ad avvertire qualcosa di strano nelle mia voce, o almeno cosi mi aveva ribadito anche stamattina quando l'avevo chiamata di nuovo. Ma nemmeno io sapevo rispondere alla sua domanda, non capivo perché stavo cosi male quando alla fine ho ottenuto ciò che volevo.
Entro in casa sbuffando appoggiando le chiavi su un piccolo mobiletto in legno, mia madre lo aveva acquistato qualche anno prima proprio per l'ingresso visto che perdevamo ogni volta le chiavi, sorrido non appena vedo Lex corrermi incontro e mi abbasso lasciandogli qualche carezza. Non appena avevo allontanato la mano era subito corso in cucina, dal profumo che si sente in casa, mia madre sta preparando qualcosa per la cena.
Mi tolgo la giacca portandola sull'appendiabiti, allontanai gli altri indumenti asciutti, mi dirigo a passo tranquillo verso la cucina per poi appoggiarmi contro lo stipite della porta scorrevole. Osservo mia madre mentre è intensa a preparare un dolce, canticchia una delle sue canzoni preferite come ogni volta che cucina.
Ha un sorriso stampato sul volto, uno di quelli felici che di solito hanno i bambini il giorno di Natale o di quando si ha una bella notizia. In realtà lei lo aveva stampato sul viso da quando ha scoperto che Amaya era ritornata di nuovo qui a Verona, ero certo che se non era impegnata in questi giorni sarebbe corsa subito da lei, infondo Amaya per mia madre è la figlia femmina che non ha mai avuto.
« Oh Diego, santo cielo! » la voce di mia madre mi fanno ritornare alla realtà, la guardò confuso e poi notai la sua mano sul petto e il suo volto spaventato. « Hai idea che prima o poi mi farai prendere un colpo, vero? Vorrei proprio sapere da quando sei diventato silenzioso come un gatto. » ribatte scuotendo la testa portando la mano sul proprio fianco.
Un sorriso dispiaciuto apparve sul mio volto, da quando lei era ritornata era facile che mi perdevo di nuovo nei pensieri, mi porto una mano tra i capelli scompigliandogli piano. « Scusa mamma, mi ero perso nei pensieri. » mormoro ed entro definitivamente in cucina, sposto la sedia per poi sedermi appoggiando i gomiti sopra il tavolo. Ignoro lo sguardo indagatore di mia madre, portandolo verso l'orologio, erano solo le cinque del pomeriggio e non ero nemmeno passato alla scuola.
Avevo bisogno di una doccia, oggi ero uscito di casa in fretta e furia senza aver il tempo di lavarmi decentemente e almeno prima della cena volevo recuperare. Per fortuna si era offerto mio fratello di chiudere al posto mio, visto che doveva passare di li per controllare alcuni lavori che stavano per finire.
« Direi che ormai sono giorni che sei perso nei pensieri. Ieri molto di più. » mormora riprendendo a fare quello che stava facendo un attimo prima, mi volto a guardarla rimanendo in silenzio. « Non hai toccato nemmeno la cena che ti ho lasciato, ti va di parlarne? » domandò alzando lo sguardo verso di me.
Abbasso lo sguardo senza dire nulla, lei mi conosceva più di chiunque altro c'erano cose che solo lei sapeva e nemmeno mio fratello Alessandro ne era a conoscenza. Senza tralasciare il fatto che con lei le mie bugie non avevano effetto, mi scopriva subito o mi lasciava credere che per una volta una mia bugia aveva avuto successo con lei.
Era stata dura mentirle su quello che aveva fatto mio padre e che io avevo visto tutto, lo leggevo nei suoi occhi che sapeva eppure non potevo, non volevo vederla con il cuore spezzato. Ma dopo qualche settimana avevo capito che erano le bugie di mio padre a farle del male, lo avevo notato ogni volta che lui le mentiva e aveva gli occhi pieni di dolore anche se dopo faceva finta di nulla e tornare a sorridere. Nascondendo tutto, fu per quello che una notte le dissi tutto.
« Mi dispiace per la cena di ieri sera.. E' stata una giornata difficile e non avevo fame. » mormoro e mi stringo nelle spalle rialzando lo sguardo verso di lei, stava girando lentamente il mestolo nella ciotola dove conteneva la panna. « Io.. Ho solo fatto una cazzata niente di che. »,
Mia madre mi lanciò un breve sguardo per poi portarlo nella ciotola. « Mh. Deve essere qualcosa di davvero grave come cazzata. » disse con un tono pensieroso nella sua voce, mi trovo a deglutire come quando facevo da bambino. « Hai rinunciato al tuo piatto preferito, non lo fai nemmeno per un giorno a lavoro andato male. Ma dubito che centri qualcosa, il lavoro, vero? » domandò.
Annuisco lentamente alla sua domanda, il lavoro in quei pochi giorni era l'unica cosa che stava andando bene nonostante gli ultimi ritardi su alcuni lavori. Ma nulla di cosi grave, rimango in silenzio per qualche istante tamburellando le dita sul ripiano in legno del tavolo. « No. Il lavoro per fortuna va tutto alla grande. » mormoro stringendomi appena nelle spalle. Mio fratello per fortuna sarebbe arrivato qualche minuto prima di andare alla cena, saremo andati con una sola macchina, non valeva la pena usare due macchine per andare nello stesso posto.
Per fortuna aveva sia la mattina e il pomeriggio pieni di impegni, in giro per alcune commissioni da fare, sennò avrebbe già detto il tutto a nostra madre.
« Hai litigato con Amaya, giusto? » domandò tranquillamente dopo qualche istanti di silenzio, prese il pan di spagna che aveva già tagliato e iniziò a preparare il tutto per poi aggiungere la panna.
Ero sbiancato a quella domanda rimanendo sorpreso e ancora in silenzio, portando subito lo sguardo su mia madre che era intenta a lavorare al suo dolce come se niente fosse. Era andata dritta al sodo senza nemmeno pensare che potevo aver litigato con Melissa o con qualcun altro.
Aveva pronunciato quella domanda in tono sicuro. Quel nome. Quel nome che non mi aveva lasciato chiudere occhio per due interi giorni, sentendo quel peso al petto che mi soffocava e sapevo bene che si trattavano dei sensi di colpa che erano tornati a farsi largo dentro di me, dopo che avevo pronunciato quella frase. La rabbia faceva davvero dire cose senza senso. « Come.. » mormorai ma mia madre mi fermò.
« Oh tesoro, non sono mica nata ieri. Meglio di me non ti conosce nessuno, nemmeno tuo fratello. » disse con un mezzo sorriso stampato sulle labbra, alzando brevemente lo sguardo su di me. « Ho visto quando hai iniziato a provare qualcosa per lei, come lo negavi specialmente quando hai capito che ti eri innamorato di lei. » aggiunse e rimango in silenzio. « Hai lo stesso sguardo di quando eri tornato a casa quel giorno. ».
« Quale sguardo? » domandai confuso e anche un po' sorpreso, ricordavo a stento quello che era successo e la mattina di quel giorno erano ancora confusi. Era stato snervante non riuscir a ricordare nulla, anche se quello che avevo impresso era lo sguardo di Amaya quando mi vide con Emilia, l'unica cosa di certo di quella sera.
Il resto era tutto buio e confuso.
« Lo sguardo di quando ti sei reso conto che gli avevi spezzato il cuore. » rispose mia madre a tono tranquillo, appoggiò il mestolo nella ciotola allungando la mano verso la mia stringendola piano mentre un piccolo sorriso spunta sulle sue labbra. « Certe cose non cambiano. » disse.
Deglutisco rimanendo in silenzio, abbasso lo sguardo distogliendolo dal suo ricambiando la stretta della sua mano, dubitavo che ieri le avevo spezzato nuovamente il cuore. Amaya era cambiata anche se avevo visto nei suoi occhi una traccia di dolore, ma era sparita subito, era cresciuta e forse in quei anni in America era diventata forte. Più forte di quanto io potevo immaginare.
Un sospiro usci dalle mie labbra. « Si.. Ieri io e Amaya abbiamo litigato. » mormoro a tono basso, il tono della mia voce era quasi imbarazzato quando avevo pronunciato quelle parole. « Volevo chiarire con lei ma non c'è l'ho fatta. La rabbia ha avuto la meglio di me. » continuo. « Ho ottenuto quello che volevo ma mi sento una vera schifezza. » spiegai.
Mia madre mentre parlavo aveva iniziato di nuovo a preparare il dolce, alzando lo sguardo solo per guardarmi senza interrompermi anche se avevo detto poco e niente. « E cosa hai ottenuto? » domandò dopo qualche istante, mentre stava posizionando una parte tagliata di pan di spagna sopra quella che aveva appena finito di decorare la prima parte.
« Che io e lei.. Non siamo mai stati insieme, o almeno per non farlo sapere a Melissa. » borbottai a tono basso, solo in quel momento mi rendo conto di quando sono stato egoista a dire una cosa del genere un sospiro uscì dalle mie labbra quando vidi il volto contrariato di mia madre. Sapeva bene il motivo per cui lo avevo fatto, tra me e Amaya era un terreno di fuoco e non penso affatto che non avremo più litigato fino a quando lei non sarebbe ritornata a San Diego, ma non avevo proprio voglia di litigare con Melissa. « Mamma.. » mormoro.
Mia madre rimase a guardarmi per qualche istante rimanendo in silenzio, distolse il suo sguardo e continuò a finire il proprio dolce mentre scuoteva lentamente la testa. Sapevo che tra lei e Melissa non c'era il rapporto come con Elena, sebbene rispetta la mia ragazza non era lo stesso e con Amaya era un caso del tutto a parte.
Spesso avevo spiegato a Melissa che non aveva nulla contro di lei, sebbene quest'ultima non ci credeva molto, ma sapevo come mia madre la pensava visto le sue scenate di gelosia quando ci eravamo messi insieme. Un tempo era anche gelosa della mia amicizia con Elena, anche se era mia cognata e non provavo nulla di attrazione di lei, forse era stato uno dei motivi per cui mia madre preferiva vederla con me il meno possibile.
« Diego, davvero non ti capisco. » disse mia madre mentre scuoteva piano la testa. « So bene il motivo per cui lo hai fatto, ma non credo che sia giusto nei confronti di Amaya. » aggiunse subito dopo mentre finiva il dolce e il suo sguardo divenne soddisfatto mentre si puliva le mani. Solo allora ricordai che quel dolce era il preferito di Amaya, quando lei era ancora qui a Verona mia madre glielo preparava sempre specialmente per il giorno del suo compleanno.
Era cosi strano ricordare queste piccole cose, questi piccoli ricordi che erano spariti dalla mia mente non appena avevo chiuso con lei.
« Non voglio avere anche problemi con Melissa. » dissi portando le braccia conserte sul petto, osservandola mentre portava il dolce in frigo. « Ho molte cose da fare ultimamente: litigare con la mia ragazza per Amaya non è nei miei piani. Sto bene con lei e poi tra me e Amaya è finita. » aggiunsi poco dopo beccandomi un occhiata da mia madre, ma non disse nulla anzi alzò le mani in segno di resa.
« Sai bene come la penso e sai anche che non mi metto in mezzo. Ne con te ne con tuo fratello. » disse con un tono tranquillo mettendosi seduta di fronte a me, prendendosi quei pochi minuti di pausa prima di sistemare la cucina. « Solo pensaci bene, se tra te e Amaya è finita come sostieni perché tenerlo nascosto a Melissa? Penso che capirebbe. » mormora, anche se il suo tono di voce non era del tutto convinto dell'ultima frase che aveva pronunciato. Era già strano che non aveva fatto nessuna scenata di gelosia quando gli avevo detto che per me Amaya era sempre stata una sorellina, sebbene non mi aveva detto nulla ho imparato a conoscere i sguardi non sicuri di Melissa. E quello non era affatto sicuro. « Dai vai a farti la doccia o a preparati, fra venti minuti arriva tuo fratello. » aggiunse mia madre.
Mi limito ad annuire lentamente mentre mi alzo dalla sedia, mi alzo dando un breve sguardo all'orologio attaccato alla parete e si era fatto decisamente tardi visto che dovevo farmi una doccia prima di uscire. Oggi sembrava che il tempo passava fin troppo veloce, mi avvicino verso mia madre lasciandogli un bacio sulla guancia ringraziandola avviandomi poi al piano di sopra senza perdere tempo.
Entrai nella mia stanza giusto per prendere i vestiti e lasciare il telefono sopra il comò, vado direttamente in bagno chiudendo la porta alle mie spalle. Sospirai piano incominciando a togliermi i vestiti lasciandoli nella cesta, apro il getto d'acqua e senza aspettare che si riscaldava entro appoggiando la schiena contro le mattonelle fredde chiudendo gli occhi.
Una parte di me aveva sperato che parlare con mia madre mi avrebbe aiutato a capire qualcosa, ma invece era stato tutto il contrario e mi sentivo peggio davvero. L'unica cosa che sapevo di certo e che per Amaya non provavo più nulla, l'unica cosa che aveva provato il mio cuore dopo averla rivista era solo dolore e delusione. Certo ero rimasto sorpreso, ma tutto qui. Niente amore.
Forse era solo il senso di colpa della litigata di ieri, per quello che avevo detto e per non essere riuscito a chiarire la situazione e chiudere tutto una volta per tutte. Si. Sicuramente sarà per quello.
Evitai a pensare alle parole che mia madre mi aveva detto, almeno per stasera, era già tardi e sono già confuso di mio e non voglio compromettere ancora di più il mio umore per questa sera specialmente perché Melissa sarebbe stata presente alla cena. Dopo tutto quello che è successo non volevo che lo scopriva. Senza tralasciare il fatto che se ero ancora nella doccia quando Alessandro sarebbe tornato a casa avrebbe cominciato ad urlare come un pazzo, non avevo proprio voglia di sentirlo era stato un motivo in più perché sono tornato a casa prima oggi.
Alessandro era un vero perfettino in tutto, specialmente quanto si trattava che avevamo una cena o un appuntamento insieme e ogni volta che si tardava un minuto erano guai, volevo davvero capire da chi ha preso questo lato della nostra famiglia. Perfino nostro padre, sebbene tra me e lui non scorre buon sangue, era un ritardatario peggio di me tranne per il lavoro. Mi stavo pentendo di aver accettato la sua idea di andare con la sua macchina invece della mia.

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