05: Siluri rapidi

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Le bordate di Rapidmon non scalfivano nemmeno Piedmon, che prontamente rispondeva con dei ganci ben assestati sulla testa del coniglio di ferro.

Aveva la corazza lacerata, i cannoni deteriorati così come i bocchettoni da cui respirava faticosamente sotto quell'armatura che crollava a pezzi.

"Certo che non ti arrendi, vero?"

A Piedmon scappò una risatina.

"Hai la testa dura come quel rottame che ti veste!"

E partì al contrattacco.

Una manciata di cazzotti infilati in pieno petto, uno dopo l'altro in pochi, netti, secondi, bastarono a far cadere Rapidmon al suolo.

Quel dannato clown era troppo forte, pensava, e mai come in quel momento avrebbe voluto digievolvere ad uno stadio ancora superiore, e desiderato d'avere Willis ancora accanto a lui.

Fu nel preciso istante in cui il volto del suo digiprescelto gli si parò in mente che Piedmon lo colpì in pieno volto.

"Ugh..."

Atterrò all'esatto ingresso di un grosso buco nel monte, che pareva tanto l'uscio di un antro segreto scavato nella roccia lavica.

"Sarebbero maturi i tempi per pensare ad una resa, giovane amico"

Rapidmon strinse i denti.

"G-giammai!"

Si ridestò, poggiandosi su un ginocchio.

L'armatura cominciava davvero a vacillare, e a farsi pesante. Il volto di Willis tornò a far breccia nella sua testa. Ma non come una distrazione, questa volta.

"Che vorresti fare?"

Bensì come punto di forza.

"Mh?"

Si rimise in piedi.

"Ehi ma..."

E caricò i cannoni.

"SILURI RAPIDI!"

Due missili vennero innescati nella sua schiena, uscendo dai terminali delle sue braccia.

Una riserva di bombe a grappolo esplose in cielo, riversandosi su Piedmon che non ebbe neanche il tempo materiale di scansarle.

Uno.
Due.
Tre.

Centro.

Rapidmon scagliò un gancio in aria, in segno di vittoria.

Andò a recuperare il Maestro Oscuro, alzandolo dal bavero del colletto della sua palandrana rossa.

"E adesso...dimmi dov'è".

DIGIMON - la genesi del Male [seconda parte]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora