Per quanto potesse esser uscito completamente di senno, Kerpymon sapeva bene di serbare abbastanza potenza da distruggere l'intera Digi-World, o come minimo buona parte di essa.
Il continente di Server vacillò dinnanzi all'apocalisse di dardi scatenatasi, e l'enorme digimon non sembrava affatto intenzionato a fermarla.
Le sue iridi giallo cromo si restrinsero, quando le saette cadevano, quasi come se potessero controllarne la traiettoria delle gittate. Come se potessero telecomandarle su degli obiettivi militari.
Ma il vigore, la forza, l'onnipotenza di Kerpymon era talmente spropositata che terminò col ritorcerglisi contro.
L'enorme mostro perse il controllo della sua smisurata energia, che crebbe a tal punto da diventare qualcosa di inarrestabile. D'incontenibile.
Lanciò un urlo da smascellarsi le ganasce, sentendo il peso delle braccia che lo abbandonavano sempre più col passare dei minuti, e con l'intensificarsi della tempesta elettrica.
"Oggi è proprio la fine..." gridò Joe, dal basso del proprio negativismo interiore, mentre i ragazzi si stringevano in cerchio sotto macerie di roccia incastonatesi l'una sopra l'altra, per farsi coraggio.
All'apice, e allo stremo, della sua evoluzione mega, Kerpymon perse d'un tratto tutte le sue forze, abbandonandosi a sé stesso.
Precipitò in picchiata, mentre il bagliore di pixel della regressione digitale lo avvolgeva.Piedmon guardò il proprio Lopmon cadere precipitevolmente verso il suolo, con quelle sue grandi orecchie che però stavolta non pareva affatto volessero attutirne la discesa pur aprendosi, quasi burlescamente, a mo' di paracadute.
Fece in tempo a incrociare il suo sguardo da tenero coniglietto di peluche cresciuto alla stregua del Male per l'ultima volta, prima che un dardo lo colpisse alle spalle, trafiggendolo in pieno petto.
Prima di cadere in terra tramortito, Lopmon vide, con gli ultimi sensi rimasti, il corpo del Maestro Oscuro infilzato da una delle saette di Kerpymon.
Sembrava destino che nessun altro dovesse assistere a quella scena. Come fosse un momento, un attimo di intima buonanotte tra un allievo e un maestro. Tra un padre e un figlio. Che si salutavano per l'ultima volta.
Per sempre.Dalle grosse pietre accumulatesi una sopra l'altra, e sotto le quali i ragazzi avevano trovato riparo, fece capolino Willis. Appena in tempo per godersi la sconfitta del nemico, e per lanciarsi a perdifiato verso il piccoletto che cascava in picchiata dall'alto.
Si lanciò sul corpicino stordito di Lopmon, prima ancora che toccasse terra.
Rotolarono qualche metro più in là, coprendosi di polvere e fango, oltre che del sangue di Willis che s'era scorticato le gambe contro i soliti arbusti.
Il ragazzo gli scostò la testa dal petto, per assicurarsi che fosse tutto okay, e si meravigliò di quanto quella sensazione di averlo tra le braccia gli sembrasse come tenere Terriermon.
Si guardarono negli occhi per la prima volta, e fu quasi naturale, per il coniglietto, azzardare uno spontaneo e timidissimo "Ciao...", prima di svenire.
E fu bello. Fu bello perché fu come se in un attimo, con quel calore d'abbraccio umano, Lopmon avesse dimenticato l'odio intrinseco che si era sempre portato dentro. L'odio che aveva assorbito per osmosi da Piedmon.
Piedmon che ora giaceva al suolo, a pochi passi di lì, con un dardo che gli entrava dalla spalla fuoriuscendogli dall'addome. Tremava, ma non per il dolore lancinante, né tantomeno per la guerra persa. Forse, in cuor suo, pur avendo sempre sperato di vincerla, sapeva benissimo sarebbe finita così.
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DIGIMON - la genesi del Male [seconda parte]
FanficSarà stato il rosso fuoco di cui il cielo allora si tinse, quasi a celebrare il sangue versato dall'onnipotenza del Male, o la resistenza di dieci ragazzi all'avanzata di unicorni volanti e macchine d'assalto... Ma in quel momento, il mondo sembrava...