Eccolo -
è un ronzio basso
che parte da chissà
dove:
non ha luogo
da cui va,
nè al quale torna.
Parte dal ventre -
come un'onda,
sì,
che srotola sulla rena;
e man mano che rolla
feroce
cresce, a dismisura,
si pasce
di non saprei cosa;
e poi s'infrange.
Ma nel mentre, ha distrutto
ombreggiato
macchiato,
il mio pensiero:
così si abbatte su di me,
quando non m'avvedo,
il terrore:
cosa saremo
tra mesi, tra anni?
Temo
lo sgretolarsi
di questo abbraccio sereno;
temo
che il tempo ci osteggi;
temo
che mi vedrai diversa,
un mattino d'Aprile
in cui la luce inclemente
svela le crepe sul viso,
e mi chiedo:
sarò, per te, sempre
quella ragazza di ora?
M'amerai ancora, anche quando
è sempre me
che troverai affianco,
alla luce dell'alba?
Ancora sarò tua delizia, tua pace
quando il mio corpo avrai conosciuto,
punto per punto,
piega per piega;
e la mia voce
ti sarà ormai nota?
Cercherai ancora
rifugio nel mio ventre,
ancora cercherai nei miei occhi quel che a parole non dico?
Penso a questo;
e nel mentre trattengo,
come unico appiglio
a salvarmi dalla valanga,
le ultime tue parole:
"Sei tutto ciò che mi rende felice".
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Cose Sparse
RastgeleNon ho mai detto di saper scrivere poesie, mettiamolo in chiaro da subito. Sono solo scritti di getto che mi interessa far leggere, sia per esternare che per raccogliere suggerimenti e migliorie.