Al padre

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Ti ho eretto una tomba ideale, 

nel cimitero della mia mente sola:

e lì ti vado a trovare, 

per spirito di rancore e ignominia, 

padre. 

Ti ho seppellito da vivo, 

tu e la tua voce di tuono:

finalmente ho zittito il suono 

mentre di dentro languivo. 

E non contano le cicatrici; 

non contano i lividi al cuore. 

I tagli non fanno rumore -

squarci in una carne bianca. 

Solo, malato, si staglia 

l'albero secco sopra la fossa:

lo spettro di un affetto negato, 

un solco sulla terra smossa.



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