Ti sei preso la mia anima, tu
che dell'Angelo hai il nome -
ma di malvagio signore, ahimè,
in petto hai cuore.
Dalle viscere, lesto,
via l'hai strappata: soffio vitale!;
sanguinante hai lasciato, ormai stanco,
il corpo mio vuoto -
che privo di te oramai
si langue e muore:
dove speranza, dove rifugio?
Dove fuggì, dalle cose, il colore -
grigio dolore,
immoto vagare?
Di spegnermi in sonno, oramai,
solo chiedo ed aspiro:
che il tuo dolce, desiato respiro
in sogno sentire, ora spero.
E la notte di seta m'inghiotte,
e si mangia la mia carne sfatta:
povero pupazzo senz'anima alcuna,
dove ti conduce questa corsa matta?
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Cose Sparse
RandomNon ho mai detto di saper scrivere poesie, mettiamolo in chiaro da subito. Sono solo scritti di getto che mi interessa far leggere, sia per esternare che per raccogliere suggerimenti e migliorie.