CAPITOLO 2

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Il freddo di Londra mi gelava le vene , il vento arrivava sulla mia faccia come una spina , un coltello.

Mancava poco per arrivare davanti alla grande dimora in cui abitava Jack.

Arrivai sul vialetto di casa , e cominiciai a camminare verso il giardino dell'enorme villa , in cui mi ritrovavo a servire e riverire quel mostro.

Lui era lì , affacciato alla finestra della sua camera , al piano di sopra che mi guardava compiaciuto.

Spostò tutta l'attenzione sul sacchetto che avevo in mano , da cui il sangue cominciò a gocciolare.

I suoi occhi color nocciola diventarono presto rossi , e le sue zanne cominciarono a crescere.

Stai calma , stai calma.

Continuavo a ripetermi in testa .

Quella era la cena di Jack , io non potevo mangiarla , avevo già azzannato un cervo.

Entrai dentro casa , quella casa che mi faceva sentire tanto piccola e insignificante , mi faceva sentire una formica in qualcosa di esageratamente grande.

"Ecco qua la mia ragazza preferita , mh ... la mia cena" osservava con occhi sognanti la busta che tenevo ancora in mano.

Ne afferrò il contenuto , e come un animale ci si buttò sopra , cominciando a succhiare il sangue , a mordere le carni della povera creatura , a cui era toccata tutta la sfortuna.

Non potevo più vedere , o avrei cominciato anche io a mangiare , a non me lo avrebbe permesso.

Il tappeto del corridoio in cui stavamo , era ricoperto dal sangue dello scoiattolo.

Ad un tratto tutto in torno a me si colorò di un rosso acceso , e sentii i canini sbattere contro il mio labbro inferiore.

Quel bel colore rosso , quel sapore dolce in bocca , che appena lo assaggi non puoi fare a meno di dire "ancora".

Oh basta , scappa da qua altrimenti azzanni pure Jack.

Il mio odioso subconscio mi fece riprendere. Nonostante lo odiavo , aveva ragione e lo ascoltai.

Superai il moro , che era ancora intento a mangiare , e cominciai ad avviarmi per la scale in legno che portavano al piano superiore.

Arrivata davanti la porta della mia stanza , feci un lungo e profondo respiro , e con un gesto veloce della mano , aprii il pezzo di legno che mi divideva dal mio pianeta.

Tutto lì dentro era come volevo io , tutte le mie cose , tutti i ricordi dei genitori , che mi abbandonarono quando provai a parlare loro della mia trasformazione.

Tutte le foto che avevo con la mia migliore amica , che morì quella stessa notte in cui io fui morsa.

Morì , e venne mangiata da un amico del ragazzo che adesso si trovava a sbranare la carcassa dello scoiattolo al piano di sotto.

Non lo avevo mai perdonato , e mai lo avrei fatto.

La camera era l'unica cosa che lui aveva approvato , non c'era mai entrato e non glielo avrei mai permesso.

Quello era il mio territorio , e dovevo difenderlo , perché lì c'erano scritte troppe cose , le fotografie parlavano troppo , e io sarei potuta diventare vulnerabile.

Domani dovevo andare a scuola , oggi era domenica e la avevo passata a cacciare e ovviamente a pensare.

Avendo 17 anni ero obbligata , ma mi consolavo sempre con il fatto che sarebbe finita presto , e io avrei avuto più tempo per me.

A scuola , gli unici amici che avevo era Zayn e Louis , pure loro vampiri.

Erano dei bei ragazzi , ma pensavo a loro solo come amici , anche perché le cazzate che facevamo non volevo fossero sostituite da baci e abbracci.

Mi affacciai alla finestra , e restai ammaliata dalla luna , quell'affascinante palla bianca e luminosa che si trovava ad un sacco di anni luce lontano da qui.

Intanto che mi beavo della visione , un venticello fresco cominciò a scompigliare i miei lunghi capelli biondi fino a infrangersi sul mio viso.

Quel vento parlava , sentivo come se li con me ci fosse di nuovo la mia migliore amica Shara , era come se in quel momento mi stesse abbracciando e mi dicesse che sarebbe andato tutto bene.

Avevo veramente bisogno di un suo abbraccio.

"Mi manchi Shara" sussurrai piano.

Una lacrima viaggiò sulla mio viso , visibilmente stanco di tutto ciò che stava vedendo , ascoltando , passando.

Passai tutta la notte la , avvolta dal vento , immaginandomi che ero tra le braccia di Shara , che mi cullava e cantavamo insieme una canzone , facendo le cretine e stonando apposta.

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