CAPITOLO 1

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POV'S AURELIE (per chi non lo sapesse si legge Orelì)

Succhiavo avidamente il sangue della mia preda. L'ennesima preda del giorno, l'ennesima giornata dell'anno passata a cacciare e non solo per me, ma anche per il mio 'padrone'.

Jack, nonostante fosse molto più bravo di me nel cacciare e nel procurarsi del cibo, voleva che fossi io a procurargli il pasto e non importava a che ora,  che fosse giorno o notte io dovevo obbedire.

A me non cambiava molto il fatto che fosse di giorno o di notte perché essendo una vampira non dormivo, ma volevo poter avere la mia libertà.

Non potevo fare quello che volevo se Jack lo considerava sbagliato, ma la cosa che mi uccideva era che la maggior parte delle volte lui non approvava ed io ero stufata di questo.

Lasciai il corpo (ormai privo di vita) del cervo esattamente lì dove si trovava. Feci un enorme balzo ed atterrai sul ramo più alto di un enorme castano. Vidi uno scoiattolo intento nell'arrampicarsi sul tronco.

Mi ci avvicinai furtivamente, lo afferrai da dietro e, prima che mi potesse sfuggire, lo uccisi con i miei canini e lo infilai dentro una busta che presi dallo zaino che avevo in spalla. La cena per Jack era pronta.

Mi arrampicai fino alla cima del castano e vidi Londra in lontananza. Lì viveva Jack, lì vivevano tutti i vampiri che conoscevamo noi, ed io ero semplicemente una vampira fra mille altri. Avevamo anche un rifugio dentro a quel bosco, dove c'erano ottime prede, ottimo sangue.

Mi piaceva un sacco quella sostanza rossa. Il suo sapore dolce era inconfondibile ed il colore rosso gli dava un tocco in più, lo rendeva più invitante. Quello era un bosco di periferia, ma era sempre deserto. Nessuno si sognava più di venirci da quando una famiglia spagnola vi si addentrò e restò vittima di un branco di lupi.

Cominciai a volare tra gli alberi della fitta foresta in cui avevo appena calmato la mia irrefrenabile voglia di sangue. Questo non capivo della mia specie, perché dovevamo nasconderci?

Gli umani erano troppo stupidi. Non avrebbero mai creduto che i leggendari vampiri, umani succhiasangue, da grosse zanne al posto dei canini, in grado di correre più veloce della luce, in grado di fare enormi balzi, in grado di volare e in grado di leggere nel pensiero, esistessero.

Ma era comunque una legge da rispettare imposta da vecchi antenati molto tempo fa. In men che non si dica arrivai all'inizio della foresta, dove un enorme prato fiorito si estendeva per almeno 2 chilometri, fino a raggiungere la città.

I miei occhi color rosso fuoco tornarono del loro verde naturale, di conseguenza non vidi più tutto rosso, ma normale. Io non avevo antenati vampiri, ero semplicemente stata trasformata, morsa dallo stesso Jack che in quel momento mi comandava.

Era lui che mi aveva rovinato la vita. Fin da piccola mi avevano sempre affascinato i vampiri, ma quando lo diventai non mi piacque per niente. Probabilmente solo io pensavo quelle cose, forse perché facevo da schiavetta personale a quel terribile vampiro da ormai 3 anni.

Non lo sopportavo più. Ultimamente gli rispondevo sempre male, e poi, non gli conveniva farmi arrabbiare, lui lo sapeva. Ultimamente ero diventata molto irascibile. In poco tempo mi ritrovai a volare  per le strade di Londra con il sacchetto in cui la cena di Jack giaceva morta sul fondo di plastica.

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